Santena – 10 novembre 2013 – In tema di emergenza casa in questa intervista, a cura di Gino Anchisi, Marco Fasano che in città ha uno studio di amministrazione immobili, sfata futili pregiudizi, indicando fenomeni nuovi, sui quali riflettere.
D. Oggi è vietato parlare di Cavour. D’accordo?
R. D’accordo.
D. Ugo Baldi, il Sindaco, parla di emergenza casa e di crisi sociale.
R. Ha ragione. A Santena la situazione è grave. Gli alloggi sfitti e in vendita crescono di mese in mese. Gli inquilini hanno difficoltà a pagare gli affitti e le spese condominiali.
D. Di chi parliamo.
R. Di pensionati, artigiani, persone che hanno perso il lavoro, che sono in cassa integrazione, non trovano lavoro, di chi un lavoro ce l’ha ma non lo pagano, di chi lavora ma lo pagano poco, di chi aveva un lavoro in nero e lo ha perso. Inquilini, ma anche proprietari di un alloggio, che la famiglia e gli amici non possono più aiutare, che hanno finito i risparmi, che hanno bisogno della carità o della pubblica assistenza.
D. Cosa succede quando qualcuno non ce la fa.
R. Con la legge 220 del 2012, se si tratta di un proprietario l’alloggio è messo in vendita. La crisi così si avvita, l’offerta di alloggi da comprare deprezza il valore dell’intero patrimonio immobiliare. Nel caso di un inquilino inadempiente il proprietario deve provvedere alle spese condominiali.
D. Quanti sono gli sfratti per morosità.
R. Non lo so. Meglio chiedere in Comune. Ci sono però fenomeni nuovi, più complessi, da tenere sotto osservazione. Succede che l’inquilino pianti all’improvviso l’appartamento senza pagare il dovuto e spesso il proprietario “lascia perdere”, perché non conviene fare una denuncia verso chi ha nulla. C’è anche il ritardo nei pagamenti, dove proprietario e inquilino concordano tempi e importi di rientro. C’è poi il caso del proprietario cui conviene non perdere l’inquilino e quindi patteggia di ridurre l’affitto anche del 20-30 per cento. Gli inquilini infine scelgono i nuovi alloggi puntando l’attenzione sulle spese condominiali.
D. A chi si può rivolgere chi non ce la fa.
R. La Costituzione tira in ballo la città in cui si vive. Il Comune, tramite il Consorzio socio assistenziale, dà sussidi e affitta alloggi per le famiglie bisognose. Mi chiedo cosa succederà quando la domanda crescerà. L’unico suggerimento che posso dare è che si facciano i controlli. L’Isee non basta, specie nei casi di chi lavora in nero. Il rischio di raggiri si evita facendo controlli puntuali, comprendendo parco auto e tenore di vita.
D. Cosa pensi dei casi di povertà affrontati con la carità.
R. La Caritas opera bene, con efficienza. I responsabili sono persone pratiche, conoscono la comunità, hanno autonomia, discrezionalità e responsabilità. Per questo dimostrano più efficienza rispetto ad altri.
D. Calano gli abitanti, aumentano gli alloggi sfitti.
R. La popolazione di Santena è stabile da tempo. Molti alloggi sono sfitti e tanti sono in vendita da mesi e anni. Affittuari e acquirenti non si vedono. Mancando lavoro credo che la popolazione diminuirà, l’immigrazione si è fermata, mentre l’emigrazione crescerà: di questo flusso bisogna prendere atto.
D. Che ci dici del Catasto.
R. Noi amministratori con la legge 220 del 2012, siamo responsabili della tenuta del registro dell’anagrafe condominiale, che dovrebbe corrispondere con i dati della Conservatoria, del Comune e del Catasto. Purtroppo tutti sanno che il Catasto è il grande problema dell’Italia. I suoi dati sono disomogenei nonostante la loro influenza sulle spese condominiali, tassa raccolta rifiuti, imposte, tariffe e sulla rendita catastale che spesso non è aggiornata al valore degli appartamenti o delle ville. Finora ognuno ha fatto come ha potuto, adesso ci vuole un’unica base di riferimento, giusta e corretta. Con il registro dell’anagrafe condominiale raccogliamo i dati trasmessi dai proprietari in autocertificazione, chi sbaglia sa che va finire in penale e noi amministratori li aiutiamo a evitare gli errori.
P.S. Prima di uscire Marco rompe l’accordo. Mi allunga un documento firmato da Carlo Visconti Venosta, pronipote di Camillo Benso. E’ del 1939, il XVIII dell’era fascista, ma questa è un’altra storia.
Intervista a cura di Gino Anchisi
Da Santena, la Città di Camillo Cavour, 9 novembre 2013.
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