Santena – 11 gennaio 2014 – La ragazza, sedicenne tra qualche mese, racconta. Siamo nella cucina, di una decorosa villetta a schiera. Intorno al tavolo ci sono i genitori. Parliamo di scuola, delle difficoltà in matematica. In classe, una seconda delle superiori, sono in 26. Gli insegnanti sono distaccati, se ne fregano, non le piace più come in prima. Credo avrebbe preferito andare allo scientifico. Deve essere stata la mamma a interferire sulla scelta; le voci non erano buone, troppi sbandati, troppa droga. A non fumare sigarette sono in quattro.
Forse solo lei ha mai fatto un tiro. Almeno sedici fumano marijuana o hashish o tutte due insieme con altre aggiunte. Sono sbalordito, i genitori no, segno che già altre volte è stato affrontato l’argomento. La mamma dice che pochi giorni prima i carabinieri hanno beccato, alla fermata dell’autobus, un compagno di classe con 10 grammi di fumo. La “bimba” precisa che poteva portare solo tre di grammi, il resto è spaccio. L’hanno preso, portato a casa, consegnato ai genitori. E’ già tornato in classe, ha ripreso come nulla fosse. Non è dei peggiori, anzi è bravo e normale. Aggiunge che a scuola, alle fermate del bus, ai giardinetti si fuma e si spaccia: tutti vedono, tutti sanno, ma nessuno fa niente.
Perché fumano? Risponde che preferiscono il fumo perchè rilassa, distende i nervi, meglio dell’alcool che dà più dipendenza, “guarda che c’è gente che si fa interrogare ed è chiaramente fatta”. Gli insegnanti più bravi fanno quello che possono. Una ha avuto il coraggio di sequestrare il telefonino a un allievo che disturbava la lezione. I genitori l’hanno aggredita perché non è in grado di capire i ragazzi e di insegnare.
Si fanno, se prendono un brutto voto, per farsi passare il nervoso. Dicono che il fumo prima delle interrogazioni e delle verifiche rilassa. Sembra sia questione di stress, che i ragazzi chiamano sballo. Per non sballare si drogano. Dice che loro sono convinti di poter smettere quando vogliono, senza problemi. Ogni tanto nell’istituto arrivano i carabinieri con i cani. Due ragazzi, in cortile, sono stati puntati, ma quando hanno perquisito gli zainetti non è saltato fuori nulla. Corre voce che i carabinieri hanno chiuso un occhio.
Ci scruta orgogliosa e provocatoria, spera che facciamo qualcosa. Crede nell’onnipotenza degli adulti, non conosce ancora le omissioni di cui siamo capaci. Nella sua semplicità ci comunica che tanti ragazzi usano sostanze stupefacenti capaci di alterare la visione e la percezione della realtà. Vuole richiamare l’attenzione di noi adulti incapaci di sentire e di ascoltare la voce di chi è più vulnerabile perché se la giovinezza è vigore e forza è anche vero che essa racchiude debolezze e fragilità.
Gino Anchisi
Da Santena, la città di Camillo Cavour, 11 gennaio 2014.
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