Santena – 25 febbraio 2014 – “Caro Rossosantena, alla domanda: c’è vita dopo la morte? dalle nostre parti chi ha fede risponde: certo, anzi inizia la vita vera, la vita eterna, quella finalmente libera dalle pene della vita terrena; per contro chi non ha fede risponde: no, tutto finisce, comprese le pene della vita terrena. Per entrambi ho una notizia che interferisce rispetto alle certezze acquisite”. Comincia così il contributo di Domenico Galizio, inviato oggi al blog e, qui di seguito, interamente riportato.
Il 22 gennaio scorso è morto mio padre, 92 anni compiuti e vissuti lucidamente sino agli ultimi giorni, il fatto era nell’ordine delle umane cose e comunque lo strappo è forte, la sfera affettiva è colpita ma devo far fronte a tutte le incombenze materiali del momento. Tra queste i conti, il condominio, le utenze e via discorrendo. Tra queste anche l’utenza del servizio raccolta rifiuti.
Mi collego al sito del Consorzio Chierese per i Servizi, scarico l’apposito modulo per la cessazione del servizio, lo compilo in ogni sua parte, allego il certificato di morte del contribuente ed invio il tutto via fax all’Ecosportello.
Tutto fatto? No! La vita continua …
Mi rispondono via mail che “per completare la pratica è necessario inviare anche le disdette di luce, acqua, gas e l’immobile deve essere completamente privo di arredi”.
Replico via mail: “Le disdette di luce e gas sono state fatte telefonicamente e non ho alcun documento da produrvi. L’ENEL ha già staccato la corrente. ENIGAS verrà venerdì mattina a piombare il contatore ed, al momento, non ho altro da proporvi.
L’acqua potabile è condominiale e temo di non poterla disattivare altrimenti gli altri inquilini si arrabbiano.
Circa gli arredi, …, mi chiedo in base a quale normativa voi possiate obbligarmi a rimuovere arredi di mia proprietà all’interno di un immobile privato e di mia proprietà. L’alloggio è vuoto, non ci sono attività che producano rifiuti di alcun tipo, l’ultimo abitante riposa presso il cimitero di Santena finalmente libero da obblighi nei vostri confronti, … E tanto vi basti”.
Basta così? No! La vita continua …
Lo zelante Ufficio Tariffa del Consorzio Chierese per i Servizi replica e puntualizza che il Regolamento per l’applicazione della tariffa di gestione dei rifiuti urbani e della maggiorazione per i servizi indivisibili approvato dal Consiglio Comunale con delibera n.30 del 21/06/2013, all’art. 4 recita che: ” […] La tariffa è dovuta anche se i locali e le aree non vengono utilizzati, purché risultino predisposti all’uso. A tal fine si considerano predisposti all’uso i locali di civile abitazione se dotati di almeno un’utenza attiva ai servizi di rete (acqua, energia elettrica, gas) o di arredamento o qualora risulti, dalle iscrizioni anagrafiche, un nucleo famigliare residente […]”;
La mail, poi, continua ma non posso riportarla qui fedelmente perché in calce c’è l’avvertenza: Le informazioni contenute in questo messaggio di posta elettronica e negli eventuali files allegati, sono da considerarsi strettamente riservate. Il loro utilizzo è consentito esclusivamente al destinatario del messaggio … costituisce comportamento contrario ai principi dettati dal Dlgs. 196/2003 il trattenere il messaggio stesso, divulgarlo anche in parte, distribuirlo ad altri soggetti, copiarlo, od utilizzarlo per finalità diverse …
Fidatevi, quindi, se vi dico che mi scrivono che fintanto che l’immobile risulta arredato, non sarà possibile procedere alla cessazione del servizio rifiuti e che mi allegano un nuovo modulo da compilare con i riferimenti catastali (che hanno già), i metri quadrati (che hanno già),tutti i dati anagrafici (che evidentemente già hanno visto che da sempre mio padre ha regolarmente pagato la tariffa/tassa), i codici fiscali (che hanno già), la dichiarazione dell’amministratore del condominio che attesti che l’utenza dell’acqua potabile è effettivamente condominiale ( questa in verità ci mancava!), e via, via documentando, certificando e compilando. Chi volesse fare quattro passi nel delirio si faccia dare dall’Ecosportello la “dichiarazione di non predisposizione all’uso (sic!)” che a me tocca di compilare in ogni sua parte con tanto di firme e documenti di identità autenticati.
Nel frattempo è certo che io non mi posso permettere la libertà ed il lusso di pagarmi una bolletta della luce per continuare a vedere i mobili nell’alloggio di proprietà dei miei defunti genitori senza continuare a pagare la Tares perché il Consorzio Chierese per i Servizi dice che così ha sancito il Consiglio Comunale di Santena con delibera n.30 del 21/06/2013.
Continuando a compilare scartoffie, io spero di riuscire al ultimare la pratica ma coglierei l’occasione per invitare il Consiglio Comunale di Santena a rivedere il testo di quella delibera per rendere più civile il momento della morte per altri Concittadini.
Strano Paese questa nostra sconquassata Italia.
Da un lato dimostra piena efficienza. Infatti, senza che io abbia mosso un dito e nel giro di pochissimi giorni, ha saputo da altri la notizia della morte di mio padre, senza farmi penare ha giustamente sospeso la sudata pensione, senza coinvolgermi ha giustamente chiesto alla banca la restituzione di quanto erogato in sovrannumero e chiuso la partita.
Dall’altro la Tares che continua oltre la morte, basta che sopravvivano anche solo una bolletta oppure i mobili!
Io vorrei coltivare un briciolo di fede che mi consenta di laicamente sperare che con la morte, se fosse vero che non tutto finisce, finisca almeno la Tares.
Domenico Galizio
Sopravissuto in Santena.
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Twitter @rossosantena