Santena, incendio Pegaso, il pagamento della fattura della Cogeis è fuori dal patto di stabilità

Santena – 22 marzo 2014 –  I 239mila euro che il comune deve pagare alla ditta Cogeis per l’incendio alla Pegaso, a seguito di sentenza del Tribunale di Ivrea,  sono da considerare fuori bilancio ai fini del patto di stabilità.  Il Mef – Ministero dell’economia e finanza – ha concesso lo spazio finanziario. La notizia è anche un’altra: Regione, Provincia e Prefettura, nella vicenda del rogo alla Pegaso sinora sono riusciti a scaricare sul nostro comune quasi l’intero peso economico degli interventi decisi, in sede di Comitato di protezione civile, per domare l’incendio. Di seguito, il dibattito in consiglio comunale.

pegaso incendioIn consiglio comunale il sindaco Ugo Baldi ha sintetizzato così la complessa vicenda: «In data 17 marzo 2010, nel capannone industriale occupato dalla società Pegaso srl e di proprietà della Avug sas, di Gabriella e Ugo Garombo, si sviluppava un incendio che coinvolgeva una notevole quantità di materiale altamente infiammabile, ivi accumulato per l’attività di trattamento rifiuti speciali e segnatamente, di recupero pneumatici dismessi. I vigili del fuoco, prontamente intervenuti, nonostante l’impiego di numerose squadre e mezzi di soccorso, tentavano inutilmente di contenere l’incendio. Il 18 marzo 2010 l’allora Sindaco di Santena, Benny Nicotra, comunicava alla Prefettura di Torino, alla Regione Piemonte e alla Provincia di Torino, l’impossibilità di gestire tale emergenza, per assenza di risorse umane e mezzi idonei e richiedeva pertanto a questi enti la gestione diretta dell’emergenza, sulla base di quanto previsto dalla vigente normativa statale e regionale in materia di Protezione civile, stante la gravità dell’evento e i pericoli per l’incolumità e la salute della popolazione. Le fiamme continuavano a divampare per giorni; la temperatura elevata provocava il crollo della campata sud-est del fabbricato, la cui copertura in eternit – amianto – poggiava oramai sui cumuli di rifiuti in combustione, impedendo ai Vigili del Fuoco lo spegnimento della massa in combustione. Una colonna di fumo nero, dovuta alla combustione dei pneumatici, si sollevava nell’aria per giorni. La situazione era quindi estremamente grave e pericolosa per l’incolumità dei soccorritori e per la salute dei cittadini. Le dimensioni dell’incendio, la tossicità del materiale in combustione e, soprattutto, la presenza in un capannone industriale adiacente di serbatoi e silos contenenti materiale infiammabile ed esplosivo (paraffina), imponevano di accelerare le operazioni di spegnimento».

santena rogo PegasoIl sindaco Ugo Baldi ha continuato così la ricostruzione: «In data 18 marzo 2010 anche i vigili del fuoco richiedevano ai comandi provinciali e regionali, alla Prefettura di Torino e all’Arpa Piemonte la messa a disposizione di adeguati mezzi per il movimento terra, per il trasporto fuori sito del materiali in combustione, senza i quali non si poteva procedere nelle operazioni di spegnimento. Nella medesima giornata il sindaco Benny Nicotra convocava l’Arpa Piemonte, il comando provinciale vigili del fuoco di Torino, la Protezione civile della Regione Piemonte, la Prefettura di Torino e la Protezione civile della Provincia di Torino, al fine di assumere, di concerto, le necessarie determinazioni per gestire tale emergenza. Alla riunione di Protezione civile partecipavano tutti i rappresentanti degli enti convocati, fatta eccezione per la Prefettura di Torino. I componenti del Comitato di Protezione civile stabilivano: di procedere alla demolizione parziale e controllata del fabbricato pericolante e all’estrazione e allo spostamento fuori dal capannone dei rifiuti in combustione; su espressa richiesta dell’Arpa e dell’Asl To5, di raccogliere e smaltire le acque utilizzate nelle operazioni di spegnimento, contaminate dai rifiuti in combustione, per evitare l’inquinamento delle falde acquifere. Il Rappresentante Regionale suggeriva al Comune di selezionare ditte autorizzate a tali operazioni e di procedere al conferimento degli incarichi, dichiarando che la Regione Piemonte avrebbe sopportato i costi derivanti dagli appalti qualora i pagamenti non venissero effettuati dai soggetti responsabili (società Pegaso e Avug). Gli interventi edili venivano affidati alla società Cogeis srl, inserita nell’elenco speciale regionale, mentre gli interventi ambientali venivano affidati alla società Car Jet, su indicazione della Smat che gestisce il servizio idrico integrato. Soltanto dopo ben sei giorni – e segnatamente il 23 marzo 2010 – i vigili del fuoco, dichiaravano terminate le operazioni di estinzione dell’incendio».

santena incendio pegasoSempre il sindaco Ugo Baldi ha proseguito così la ricostruzione: «In data 28 luglio 2010 il comune di Santena intimava alla Avug e alla Pegaso di provvedere al pagamento delle spese sostenute e di dare esecuzione al contenuto delle ordinanze sindacali contingibili e urgenti n. 17, 18, 20, 21 e 22 del mese di marzo 2010 emesse dal sindaco nella sua qualità di ufficiale di governo. Seguiva nei mesi successivi una copiosa corrispondenza tra gli enti e le società coinvolte per dirimere la questione del soggetti obbligati al pagamento delle spese effettuate, sull’imputazione delle responsabilità e conseguente ripartizione degli oneri. Il 16 settembre 2010 la Provincia di Torino comunicava di avere escusso la garanzia finanziaria prestata dalla società Pegaso, in sede di rilascio da parte dello stesso ente dell’autorizzazione allo svolgimento dell’attività di trattamento e recupero rifiuti speciali. Nel frattempo le imprese appaltatrici, intervenute nelle operazioni di soccorso, sollecitavano il pagamento delle loro spettanze: la società Cogeis richiedeva il pagamento di una fattura di euro 167.598,80, mentre la società Car Jet il pagamento di una fattura di euro 602.449,48. Il Comune di Santena, stanti le declinazioni di responsabilità della Prefettura, della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e delle Società Avug e Pegaso (successivamente fallita), decideva di ricorrere irritualmente all’istituto della Conferenza dei servizi, per individuare una soluzione ragionevole e condivisa. Era stata rappresentata alle varie istituzioni e organi anche l’impossibilità oggettiva del comune di Santena a fare fronte nell’immediato ai pagamenti; le fatture superavano infatti il 10 per cento dell’intero bilancio comunale e il pagamento avrebbe comportato la violazione del Patto di Stabilità, con conseguente riduzione dei trasferimenti statali».

Santena_CCmarzo2014aAncora Ugo Baldi ha aggiunto: «Il 4 agosto 2010 il sindaco di Santena richiedeva alla Corte dei Conti un parere sull’imputazione di tali pagamenti alla luce dei stringenti vincoli previsti dalle norme di contabilità pubblica. La Corte dei Conti dichiarava il quesito posto dal Comune inammissibile. Anche in sede di Conferenza dei servizi tenuta in data 24 novembre 2010, nessuna decisione veniva assunta, sia per l’assenza dei soggetti legittimati ad esprimersi, sia per le rinnovate declinazioni – palleggiamenti – di responsabilità dei soggetti partecipanti. Il 21 marzo 2011, e quindi dopo più di un anno dall’evento, la Regione Piemonte comunicava che la richiesta di supporto finanziario avanzata dal comune di Santena in sede di Conferenza dei servizi rientrava nella fattispecie per l’attivazione del Fondo regionale di Protezione Civile e, pertanto, erogava un contributo – simbolico – di euro 73.000.  La Provincia di Torino, a fine ottobre 2012, non erogava nessun contributo economico, limitandosi a riversare al Comune la somma incassata a titolo di fidejussione prestata dalla società Pegaso di euro 28.784,72.  Entrambe le società creditrici decidevano pertanto di agire giudizialmente nei confronti del Comune di Santena in qualità di committente. Venivano emessi dal Tribunale di Ivrea e successivamente dal Tribunale di Torino due decreti ingiuntivi per l’importo di euro 167.598,80 (società Cogeis) e di euro602.449,48 (società Car Jet), oltre interessi e spese di giudizio. Il Comune di Santena, in persona del Commissario Straordinario Giuseppe Zarcone – subentrato con decreto prefettizio del 10 maggio 2011 al sindaco Benedetto Nicotra cessato dal proprio incarico a seguito delle dimissioni della maggioranza dei suoi consiglieri –, si costituiva in opposizione in entrambi i procedimenti. Nella comparsa di costituzione la città di Santena chiamava in causa la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e la società Avug. Il giudizio non veniva esteso alla società Pegaso in quanto la stessa, nelle more, era fallita e il credito era stato insinuato dal Comune».

incendio pegaso marzo 2010Il sindaco ha precisato: «Con sentenza numero 24/2014, depositata in data 13 gennaio 2014, il Tribunale di Ivrea ha respinto l’opposizione al decreto ingiuntivo e ha condannato il comune di Santena al pagamento dell’importo di euro 167.598,80, oltre interessi moratori di euro 42.082,02. Il Giudice ha inoltre condannato il comune al pagamento delle spese di giudizio nei confronti della società Cogeis spa per euro 15.171,98 e della società Avug sas per euro 14.274,00, per un totale di poco inferiore a euro 250.000. La sentenza è immediatamente esecutiva per legge e costituisce pertanto titolo esecutivo. Il comune è quindi allo stato tenuto a versare gli importi portati dalla Sentenza di condanna. Entro il mese di marzo si prevede il deposito della sentenza relativa alla causa di opposizione al decreto ingiuntivo pendente innanzi il Tribunale di Torino nei confronti della ditta Car Jet, di Gandolfi Carla, che ha ingiunto per l’importo di euro 602.449,48, oltre interessi e spese di giudizio. Stante l’esito del primo procedimento è legittimo ipotizzare una analoga condanna del Comune di Santena, qualora il Tribunale di Torino,  superi la questione, di natura pregiudiziale e preliminare, incentrata sulla legittimità delle ordinanze sindacali contingibili e urgenti, approcciandosi alla fattispecie secondo le logiche e gli schemi di natura civilistica. In tale denegata ipotesi, tuttavia, il Comune di Santena è comunque in grado di adempiere correttamente all’eventuale obbligazione di pagamento, avendo l’Ente cautelativamente accantonato e utilizzato, solo in parte, l’avanzo di amministrazione dell’esercizio 2012. La complessità della vicenda riguarda non solo il profilo civilistico della responsabilità e dell’imputazione dell’obbligo di pagamento, ma anche l’incidenza della spesa sotto il profilo contabile sul bilancio comunale».

Il sindaco Ugo Baldi ha spiegato: «La spesa che il comune di Santena dovrà sostenere per le motivazioni sopra indicate, rientra tra le tipologie per le quali può essere proposto il riconoscimento di debito fuori bilancio. La competenza a riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio è del Consiglio Comunale. E’ legittimo il debito che concretizza i requisiti della certezza, della liquidità e della esigibilità. Il Conto al Bilancio 2012, presenta un avanzo di amministrazione di euro 1.758.039,64 di cui 235.000 vincolato e che durante l’esercizio finanziario 2013 è stato applicato per euro 725.000, per estinzione anticipata mutui. Alla data odierna risulta disponibile una quota di avanzo di amministrazione 2012 di euro 797.539,64. Il comune di Santena potrà utilizzare per il pagamento il proprio avanzo di amministrazione, che risulta ancora disponibile per euro 797.539,64 poiché, cautelativamente, non applicato fino all’esito dei contenziosi. Con decreto Ministeriale numero 17785, del 28 febbraio 2014, il Mef ha concesso spazi finanziari per i pagamenti dei debiti in conto capitale per euro 524.000. Pertanto la spesa può essere legittimamente imputata al titolo II del bilancio del corrente anno, in corso di approvazione, in quanto trattasi di un intervento di protezione civile straordinario e pagamento fatture a seguito dell’esecuzione di lavori pubblici che verranno contabilizzati nel Bilancio di Previsione 2014».

Durante il suo intervento il sindaco Ugo Baldi ha ancora spiegato: «La vicenda, a mio modesto parere, è stata gestita in modo corretto da parte della passata amministrazione comunale. Sindaco e comitato di protezione civile  hanno assunto gli interventi che erano da prendere di urgenza.  Le decisioni sono arrivate in sede di comitato di protezione civile in cui facevano parte Regione, Provincia, Arpa e vigili del fuoco: tutti i soggetti hanno concorso nella gestione dell’evento. Un incendio che poteva aveva conseguenza ambientali molto elevate: si trattava di materie plastiche con potenzialità inquinanti molto forti sia per l’atmosfera sia per le falde acquifere. Il problema che ha generato i costi maggiori è stato lo smaltimento delle acque di spegnimento che contenevano i residui pericolosi per le falde acquifere e per la salute. Per domare l’incendio è stata necessaria una settimana di lavori. L’azienda è fallita  e non vi erano assicurazioni che coprivano. Appena arrivarono le fatture il Comune ha subito detto che non erano da presentare alla città di Santena. Il comune ha anche contestato l’entità di una fattura, quella della car Jet per il trasporto delle acque a Villastellone alla ditta Lafumet. Regione e Provincia, in tutto hanno dato alla città attorno appena 100mila euro».

«Siamo andati in giudizio in Tribunale – ha spiegato Ugo Baldi – sperando che i giudici comprendessero che un comune come il nostro non poteva metter in campo più di un decimo del proprio bilancio per un problema di cui aveva solo dato ordine di esecuzione degli interventi. E, invece, nel mese di gennaio è arrivata la prima sentenza sulla fattura della ditta Cogeis. Il comune  di Santena è condannato, in quanto soggetto ordinante i lavori di spegnimento, a  pagare la fattura di 167mila euro, più gli interessi, di oltre 40mila euro, che oserei definire quasi da usura, e le spese legali. In tutto il conto ammonta a 250mila euro sulla prima fattura. E questo solo per la prima fattura.  Ora siamo in attesa della seconda sentenza, he riguarda la fattura della ditta Car Jet: e con buona probabilità ci vedrà condannati a pagare. Dalla vicenda deriva l’obbligo di legge di riconoscere la legittimità di questo debito fuori bilancio; ovviamente è una spesa non prevista. In questi due anni, come misura prudenziale, abbiamo accantonate le risorse. Con la normativa attuale occorre avere le risorse ma anche la copertura di patto: senza di essa avremo sforato pesantemente il tetto, con tutte le sanzioni, tra cui il taglio ai trasferimenti statali. Per avere questa copertura ho iniziato una peregrinazione. La copertura è arrivata sia dal Mef sia dalla Regione Piemonte. La copertura del Mef è pari a 524mila euro. nei giorni scorsi è arrivato il via libera anche dalla Regione. Anche con le copertura questa vicenda mi rode e deve roderci pesantemente perché, in ogni caso, spendiamo denaro pubblico dei cittadini per pagare spese in cui il comune è del tutto incolpevole. Dobbiamo però farlo a fronte di una sentenza è esecutiva. In seguito valuteremo se presentare un ulteriore appello».

Santena_CCmarzo2014bPatrizia Borgarello, consigliera comunale della lista Noi X Santena, ha detto: «Io ero in maggioranza ai tempi della vicenda e avevo già contestato il fatto che dovesse pagare il comune. Non c’erano alternative: si doveva intervenire con urgenza e non si poteva certo tergiversare. In qualità di consigliera provinciale ho contestato anche l’atteggiamento della Provincia, senza avere soddisfazione dalla risposta ricevuta dall’assessore all’Ambiente Roberto Ronco. In particolare ho chiesto alla provincia perché vengono dati i permessi alle ditte sena che poi vengano svolti i controlli nelle sedi delle ditta autorizzate. A fronte di quanto successo io chiedo al sindaco di valutare se sul nostro territorio ci sono altre realtà come la ditta dove si è sviluppato l’incendio che hanno tutta una serie di autorizzazioni, ma non sono mai soggette a controlli».

Rispondendo alla consigliera Borgarello il sindaco Baldi ha detto: «Nell’ambito del piano comunale di protezione civile tutte le aziende a  rischio sono monitorate. Il piano di protezione civile è in corso di revisione e aggiornamento. Come sempre per gli insediamenti a rischio l’attenzione è massima».

Santena_CCmarzo2014cDaniele Franco, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, ha detto: «La morale di questa vicenda è sempre la solita. Chi inquina non paga mai. Questa è una brutta storia: Stato, Regione e Provincia si scaricano dalla responsabilità e tutto ricade sull’ente più piccolo il comune».

Il sindaco Ugo Baldi è intervenuto così: «Quando ho cominciato a leggere le carte di questa vicenda mi sono subito detto che sarebbe stato assurdo il fatto che un giudice potesse mai pensare che fosse il comune a dovere pagare tutte le spese. Anche durante il processo a Ivrea, ho evidenziato che non si poteva pensare che fosse il comune a dovere sostenere tutte le spese.  Mi ha fatto davvero male sentire gli uffici legali di Regione e della Provincia che con forza hanno sostenuto la tesi che toccava solo al comune dovere pagare.  Sino all’ultimo pensavo che le spese venissero divise tra Regione, Provincia e comune, in modo proporzionale alla forza dei diversi enti. E, invece, sinora  è andata ben diversamente…».

Santena_CCmarzo2014dDomenico Trimboli, capogruppo di Santena futura, ha affermato: «Come amministratore ho vissuto questa partita direttamente: l’amministrazione ha prodotto una serie di atti con il massimo della trasparenza. Occorreva risolvere un problema urgente e di sanità pubblica. Mai più non amministratori avremmo pensato che gli enti superiori presenti al tavolo di protezione civile – Regione, Provincia, Prefettura – scaricassero sul nostro comune le spese per gli interventi necessari a spegnere l’incendio e limitare i danni ambientali.  Oggi sono all’opposizione e sarebbe facile astenersi in sede di votazione: per coerenza voterò a favore di questa delibera perché allora sono stato direttamente parte in causa».

Santena_CCmarzo2014eAlessandro Caparelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha affermato: «Nel 2010 noi attivisti del Movimento 5 Stelle eravamo appena agli inizi della nostra attività che ci avrebbe poi portati in consiglio comunale. Fa male vedere gli enti superiori lavarsene le mani e lasciare che a pagare sia solo il nostro comune. Nella Regione e nella Provincia, è del tutto evidente che c’è qualcosa che non ha funzionato: che senso ha che la Provincia e la Regione si dichiarino estranei alle spese relative allo spegnimento dell’incendio. Abbiamo letto tutti gli atti e anche per noi l’amministrazione di allora si è comportata in modo corretto. Anche noi voteremo a favore della delibera. Ci auguriamo che la sentenza in arrivo sulla seconda fattura possa essere di direzione diversa: non  è possibile che in questa vicenda ci debba rimettere il nostro comune, l’ente più piccolo tra quelli intervenuti a seguito dell’emergenza incendio».

All’unanimità dei presenti il consiglio comunale ha deliberato la legittimità del debito fuori bilancio per una somma complessiva di euro 239.126,80. Il consiglio ha altresì deliberato di provvedere al finanziamento della relativa spesa mediante l’applicazione dell’avanzo di amministrazione. Ancora il consiglio ha deciso che, al fine del rispetto dei vincoli discernenti dal Patto di Stabilità, per il suddetto pagamento verrà utilizzato lo spazio finanziario concesso dal Mef con decreto Ministeriale.

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Fonte: dibattito in consiglio e verbale di deliberazione del consiglio comunale, numero 5, seduta del 18 marzo 2014, con oggetto: Intervento di Protezione civile presso lo stabilimento della Società Pegaso S.r.l.: riconoscimento di legittimità di debito fuori bilancio ex art.194, lett.a) del D.Lgs.n.267/2000 (TUEL) – Sentenza esecutiva del Tribunale Civile di Ivrea.

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Scarica la deliberazione del consiglio comunale: Santena2014_CC05

Scarica gli allegati della vicenda Pegaso: Pegaso_allegati

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