Santena. C’è o non c’è la ‘Ndrangheta?

Santena – 22 luglio 2014 – “C’è o non c’è la ‘Ndrangheta?”: questo il titolo della riflessione che propone Gino Anchisi.

cartello santenaLa macchia è lì da tempo, sembra vada via, ma poi riappare. Nel Primo Rapporto Trimestrale presentato alla Commissione Antimafia nelle scorse settimane Santena è citata solo due volte. Si parla di tre immobili sequestrati e nulla più. Chi legge non trova traccia di denunce, usura, tentati attentati, violenze, vessazioni, minacce in tempo di elezioni, turbolenze politiche amministrative, di cerimonie in cui sembra siano presenti rituali cari pure alla criminalità organizzata.

Per questo sorprende che adesso sui quotidiani nazionali e in tivù tutto si sia ribaltato. Santena è nuovamente descritta come patria di relazioni pericolose sconfinanti nella politica, negli affari, nella criminalità. Oggi in primo piano ci sono gli intrecci con il signor Furchì, presidente di Magna Grecia, associazione che ha operato per anni sulla piazza di Santena, tirato in ballo in relazione all’omicidio dell’Avvocato Musy e al fallimento dell’Arenaways, con sullo sfondo ipotetici collegamenti trasportistici e ferroviari tra Piemonte e Calabria.

I pareri sono discordi e le omissioni imbarazzanti.

Stupisce l’altalenarsi di valutazioni. Un giudizio condiviso su quale sia la situazione non c’è. La domanda è se Santena sia sede di un sistema organizzato della malavita, oppure se la presenza della delinquenza sia un fatto sporadico, limitato ad alcuni personaggi, irrilevante perché rientra nella media dell’area metropolitana.

Questa diversità di visione si riscontra a vari livelli. C’è chi vede completamente nero al punto di descrivere Santena come una città preda della ‘ndrangheta e chi invece dice che sono tutte fantasie rivolte a denigrare una comunità ridente e tranquilla, così normale da sopportare la presenza di una delinquenza che comunque non ha influenze sulla convivenza civile. La discordanza è sorprendente, perché apre spazi di divisione e di indifferenza che regolarmente sono smentiti dai fatti di cronaca. La verità probabilmente è nel mezzo. Dopo le opinioni del Sindaco e del Parroco varrebbe la pena di compiere un serio approfondimento.

Per farlo davvero bisogna aiutare le identità che compongono la comunità santenese a valutare se il contesto in cui operano e vivono è, o lo è stato in passato, esposto all’influenza mafiosa o meno.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 22 luglio 2014.

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