Santena – 11 agosto 2014 – «Apri gli occhi guardati intorno e scopri la presenza del Signore vicino a te. Esci da te stesso dal tuo guscio, dal tuo egoismo e guardati un po’ intorno per vedere quello che sta succedendo nel mondo intorno a te. La pienezza dell’umanità e della storia si realizza in una città, nella nostra Santena. Siamo chiamati a dire che crediamo veramente nel Signore che è con noi, che ci hai mandato san Lorenzo come patrono perché noi possiamo prendere esempio dalla sua testimonianza». Questi gli appelli rivolti dal parroco don Nino Olivero ai santenesi durante l’omelia della messa di san Lorenzo, funzione concelebrata ieri mattina con don Mauro Grosso, don Massimiliano Canta, don Martino Ferraris.
Il parroco don Nino Olivero, all’apertura della messa ha detto: «Oggi è la festa di san Lorenzo, patrono della nostra città di Santena. Rivolgo un saluto al sindaco, ai rappresentanti dell’amministrazione comunale, alle varie associazioni, alla Bela Sparsera, al Ciatarin e a tutta quanta la comunità che oggi si ritrova in onore di san Lorenzo per incontrare il Signore. Il messaggio che oggi san Lorenzo lascia a ognuno di noi è questo: “Apri i tuoi occhi guardati intorno e scopri la presenza del Signore vicino a te”». Sempre in apertura della messa il parroco ha rivolto ai presenti «Un saluto anche da parte di mons. Marco Arnolfo, vescovo di Vercelli, che avevo invitato per la festa di oggi, ma è impegnato e ieri sera, dopo cena, mi ha telefonato dicendo di rivolgervi gli auguri e i saluti di buona festa».
Durante l’omelia il parroco don Nino Olivero, tra le altre cose, ha detto: «Ci sono tre parole che san Lorenzo oggi rivolge a tutti noi santenesi in occasione della sua festa. La prima parola è “Esci e fermati”. Esci e fermati sul monte, alla presenza del Signore. Nella prima lettura Dio lo dice al profeta Elia, che sta scappando da chi vuole fargli del male, da chi vuole farlo tacere per sempre. Perché il profeta Elia, come tutti i profeti è scomodo, e allora è meglio farlo stare zitto. “Esci e fermati” dice oggi anche a noi san Lorenzo. Lo dice a noi che siamo usciti dalle nostre case e siamo venuti qui in chiesa, certamente per incontrare il Signore. E il profeta Elia incontra il Signore, non nel vento impetuoso, non nel terremoto, non nel fuoco, ma lo incontra nella brezza leggera, cioè nel silenzio. Quando facciamo un po’ di silenzio dentro e intorno a noi cerchiamo di capire quello che il Signore ci vuole dire. Quale è la sua volontà per noi. Questo “Esci e fermati” che oggi san Lorenzo ci dice vuol dire anche qualche cos’altro. Significa esci e fermati, guardati intorno. Esci da te stesso dal tuo guscio, dal tuo egoismo e guardati un po’ intorno per vedere quello che sta succedendo nel mondo intorno a te. Quello che sta succedendo nella comunità di Santena. Esci e fermati e guarda un po’ quello che sta capitando nella nostra comunità di Santena: questo ci dice san Lorenzo. Nella nostra comunità ci sono tante cose belle e buone. Ovviamente, come sempre, ci sono anche dei problemi e delle difficoltà. Quante situazioni difficili vediamo intorno a noi di questi tempi: mancanza di lavoro, problemi economici, divisione nelle famiglie, gente che cerca casa ecc. ecc. La presenza del male non ci deve spaventare, anche se c’è ed è innegabile. Noi vogliamo guardare a tutto quello che c’è di buono e di bello e positivo. Il fatto che oggi, 10 agosto siamo così numerosi questa è una cosa bella e buona. Le associazioni con i loro gagliardetti attorno all’altare sono segno di tante persone che vogliono lavorare e che mettono a disposizione della comunità un po’ del loro tempo, delle loro energie, della loro attenzione».
Il parroco don Nino Olivero ha aggiunto: «vorrei riprendere una citazione di Papa Francesco, nella sua esortazione “La gioia del Vangelo”, al numero 71: un brano ripreso anche dal nostro vescovo Cesare Nosiglia il giorno della festa di san Giovanni parlando alla città di Torino, che penso vada bene anche per la città di Santena. Papa Francesco scrive che la Rivelazione, cioè la parola di Dio, ci dice che la pienezza dell’umanità e della storia si realizza in una città; nella nostra città. Abbiamo bisogno – dice papa Francesco – di riconoscere la città a partire da uno sguardo di fede che incontra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, sulle sue piazze. Quel Dio che vive tra i cittadini che promuovono la solidarietà, la fraternità. Il desiderio di bene di verità, di giustizia. La nostra città è il luogo in cui si manifesta la presenza del Signore. San Lorenzo ci invita a fermarci, ad aprire gli occhi, a guardare al Signore che è presente. San Lorenzo era attento a cogliere la presenza del Signore soprattutto nei poveri, che lui chiamava tesori. E allora io mi domando: e noi che facciamo? A che punto siamo a questo riguardo? Ognuno deve dare una risposta a livello personale. Ma anche come comunità dobbiamo pensarci sempre seriamente».
Il parroco ha continuato così l’omelia: «Mi sembra che san Lorenzo – come abbiamo sentito nel vangelo – ci dica anche un’altra parola, che è di incoraggiamento. E’ quella che Gesù ha detto agli apostoli, che erano sballottati sulla barca in mezzo al mare: “Coraggio, sono io. Non temete”. Tutti abbiamo bisogno di più coraggio per affrontare le situazioni che si presentano ogni giorno. Serve coraggio anche nel cercare la soluzione giusta ai problemi. Coraggio nel trovare vie nuove anche per andare incontro a chi è nel bisogno e magari ha paura e non osa farsi avanti. Non osa chiedere. Serve coraggio anche nel sapere denunciare apertamente il male, perché non si può fare finta di niente. Non si può tenere il piede in due staffe, come se nulla fosse o lasciar che le cose vadano come vogliono senza fare nulla. Il coraggio che ha avuto san Lorenzo nell’affrontare il martirio e che hanno i cristiani di oggi che sono perseguitati. Il coraggio che dobbiamo avere noi per pagare anche di persona la fedeltà ai principi cristiani di solidarietà, di amore vicendevole, vero, di servizio verso il prossimo, di condivisione. San Lorenzo oggi ci dice coraggio, io cammino con te. Cammino con voi santenesi. E noi, dopo la messa, con la processione, faremo camminare san Lorenzo in mezzo alle nostre case. E’ lui che ci dice “Io sono con te”, perché altrimenti che patrono sarebbe: solo per fare figura?».
Don Nino Olivero ha proseguito così l’omelia: «La terza e ultima parola che colgo dalle pagine di oggi della Parola del Signore è quella della fede: “Davvero tu sei il figlio di Dio”. E’ quanto dicono gli apostoli quando vedono che Gesù calma la tempesta, prende Pietro che stava affondando e lo tira su: “Davvero tu sei il figlio di Dio” è la nostra fede. Questo noi diremo, tra qualche momento, con il credo: “Signore io mi fido di te”. Metto la mia vita nelle tue mani: lo so che nel cammino di ogni girono non sono mai solo, perché tu cammini con me. Anche noi siamo chiamati a dire che crediamo veramente nel Signore che è con noi, che ci hai mandato san Lorenzo come patrono perché noi possiamo prendere esempio dalla sua testimonianza. E allora portiamo qui sull’altare del Signore, davanti a san Lorenzo, tutto quello che è nel nostro cuore. Le situazioni belle, positive, ma anche quelle più problematiche della nostra comunità e diciamo: davvero san Lorenzo prega per noi, accompagnaci nel nostro cammino di oggi e di ogni giorno».
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Scarica l’audio integrale dell’omelia del parroco don Nino Olivero:
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