Santena – 22 settembre 2015 – Di seguito, l’intervento del sindaco di Santena Ugo Baldi alla cerimonia di consegna del Premio Cavour 2015 alla Marina militare italiana.
«Buongiorno a tutti voi presenti oggi qui a Santena – ha esordito Ugo Baldi, sindaco di Santena –. Vi giunga il saluto di tutta questa Città che, ancora una volta, grazie all’iniziativa promossa e organizzata dall’Associazione Amici della Fondazione Cavour, in stretta collaborazione con la Fondazione e con il Comune di Santena, propone all’attenzione, non solo di quanti sono qui convenuti, ma all’Italia intera e forse oggi all’Europa intera, un messaggio di storia, di cultura e, mai come in questa occasione, di straordinaria umanità».
Il sindaco ha rivolto «Un saluto di benvenuto particolare: a tutti i cittadini presenti; a tutte le autorità civili e militari; al rappresentante della Prefettura di Torino; alla Regione Piemonte nella persona della dottoressa Casagrande, che guida la Direzione Regionale Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport; al Sindaco di Torino Piero Fassino; ai tanti colleghi Sindaci presenti in rappresentanza di questo territorio; al Sindaco di Plombières les Bains, che oggi ci onora con la sua inattesa presenza; alla Fondazione Cavour nella persona del dr. Nerio Nesi; all’Associazione Amici Fondazione nella persona del Presidente Marco Fasano ed ai volontari di questa Associazione che hanno contribuito all’organizzazione di questo evento e che continuano la loro opera di supporto alla sopravvivenza di questo complesso cavouriano; alle associazioni santenesi presenti, come sempre, in gran numero; e, naturalmente, al destinatario del premio che onora la nostra Città, la Marina Militare Italiana, oggi degnamente rappresentata dal comandante del Dipartimento militare marittimo di tutto il Nord Italia, l’ammiraglio di divisione Roberto Camerini».
Ugo Baldi ha proseguito: «Quando mi è stato chiesto un parere in merito al destinatario del premio Cavour 2015, proponendo la nostra Marina Militare, non ho potuto che esprimere condivisione ed approvazione per una scelta di così alto profilo e, nella mia mente, i pensieri e le domande hanno iniziato ad accavallarsi. Ciascuno di noi qui presenti ha forse chiesto dove nascere? Ne ha forse avuto la possibilità? Ha potuto decidere se nascere a Torino, a Santena, a Riace, a Mogadiscio o in Siria? Ognuno di noi, probabilmente, è stato padrone del proprio destino, ma solo dopo la nascita e, solo la casualità ci ha fatti nascere in famiglie più o meno ricche o più o meno povere. E poi. Chi di noi lascerebbe la propria terra, la propria famiglia, le proprie tradizioni e i propri affetti, se non costretto dallo spirito di sopravvivenza che pervade naturalmente ogni uomo ed ogni essere vivente: gli animali compiono lunghissime migrazioni per poter sopravvivere».
«Questa migrazione epocale verso l’Europa – ha proseguito il sindaco Ugo Baldi – è un fatto che sta cambiando l’equilibrio geopolitico della Terra e le reali motivazioni di queste fughe dalle terre di origine non sono poi così note alla maggioranza del mondo occidentale. Ma, in ogni caso, dietro alle immagini che scorrono sui nostri bei televisori a schermo ultra piatto da 50’, dietro agli articoli che riempiono le pagine dei giornali, dietro allo scontro politico tra chi alza barriere fisiche o mentali e chi invece propone l’accoglienza, ebbene, dietro a tutto ciò ci sono persone fatte esattamente come noi, forse, ma non sempre, con la pelle leggermente più scura. Persone che non hanno potuto scegliere dove nascere, donne e bambini con la stessa voglia di giocare dei nostri bambini. Persone che, di certo, se non ne fossero realmente obbligati, per sopravvivere a violenze di ogni genere, a stenti di ogni genere, mai si sarebbero sognati di giocare alla roulette della propria vita o di quella dei propri figli, per cercare la sopravvivenza attraversando i mari su improponibili bagnarole o su dei canotti».
Ugo Baldi ha continuato: «Non intendo addentrarmi di più in tematiche etiche che probabilmente non mi competono, se non marginalmente, e sulle quali Papa Francesco ha già ripetutamente avuto modo di richiamare le coscienze di noi tutti e quelle dei Capi di Stato. Ma, il mio pensiero va a quei popoli europei e a quelle genti all’interno di quei popoli, che fino a ieri, anzi ancora oggi, sono fuggiti dalle proprie nazioni per cercare, anche solo negli Stati confinanti, una vita migliore per se e per la propria famiglia, anche accettando lavori umili al confine con la schiavitù. Paesi con la memoria corta, che oggi innalzano muri e barriere di filo spinato, che oggi vogliono difendere i loro “sacri confini”, anche solo dal passaggio di persone ancora più povere di loro. Penso a taluni nostri concittadini che, dimenticando troppo in fretta che fino a pochi decenni orsono, i loro genitori, i loro nonni sono fuggiti, diretti in Sudamerica, da una Santena che non gli offriva più speranze, oppure hanno caricato su di un treno dalla Calabria per Torino tutte le loro speranze di una vita migliore, oggi vorrebbero respingere ogni ipotesi di accoglienza in questa nostra cittadina, con la solita scusa: “oggi con la crisi che c’è, fatichiamo noi ad arrivare a fine mese. Oggi già manca il lavoro per noi. Non c’è spazio anche per loro…”. Non li condanno…li capisco… Ma queste persone devono rendersi conto che il mondo, così come lo abbiamo finora conosciuto, sta cambiando e che la strenua difesa della propria nicchia porterà solo ad un scontro tra i popoli, in cui non ci saranno vincitori ma solo vinti. Ma, la tristezza più grande rimane nel constatare che siamo ancora lontani anni luce dalla creazione di quegli Stati Uniti d’Europa per i quali, persone illuminate come Altiero Spinelli, hanno dedicato la propria vita. Che Europa è, infatti, un’Europa che non ha una regia unica su di un tema così importante. Un’Europa che ha abbandonato a se stessi Stati di confine come l’Italia, come la Grecia in tempi più recenti, sottovalutando un evento epocale come questo, senza rendersi conto che da soli, questi Stati non sarebbero stati in grado di reggere l’urto di questa gigantesca onda umana. Ed è solo grazie al coraggio, all’abnegazione, all’organizzazione, degli uomini della nostra Marina Militare ed al loro costante operare nel Canale di Sicilia, se i termini di questa immensa tragedia umana non hanno assunto contorni ancor più drammatici di quanto già non lo sia stato».
Il sindaco di Santena Ugo Baldi ha chiuso così: «Ecco perché siamo qui oggi. Per ringraziare questi uomini di ogni vita umana tratta in salvo. Per ringraziarli dell’umanità con cui hanno fatto e continuano a fare il loro lavoro. Cercando di avere bene in testa il pensiero che, solo per una casualità del destino, su quei gommini non ci siamo noi e le nostre famiglie. Il Conte Camillo Benso di Cavour avrebbe certamente compreso prima di altri che non respingendo, ma accogliendo con intelligenza ed umanità, si può riscrivere una pace sociale da cui possono trarre benefici sia le persone che arrivano sia gli Stati che le accolgono. La nostra Marina Militare, nel fare da subito il proprio dovere, ci ha resi orgogliosi di essere italiani. Mai premio fu più meritato. Grazie da parte di tutti noi, grazie dalla Città di Santena».
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Immagini di Dario Zangirolami.
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