Premio Cavour 2015, il discorso di Marco Fasano

Santena – 23 settembre 2015 – Di seguito, l’intervento di Marco Fasano, presidente dell’Associazione Amici di Cavour alla cerimonia di consegna del Premio Cavour 2015 alla Marina militare italiana.

PremioCavour2015Fasano

Marco Fasano ha esordito così: «Gentili Signore, egregi Signori, mi unisco, a nome dell’Associazione “Amici della Fondazione Cavour”, ai ringraziamenti per la Vostra presenza qui al Castello Cavour di Santena, luogo così significativo per la storia patria. Sono felice e onorate per la presenza dell’Ammiraglio Roberto Camerini, in rappresentanza della Marina Militare Italiana e per la presenza delle altre autorità civili, militari e religiose. Ma sono particolarmente felice per la presenza di amici francesi, che arrivano da luoghi così importanti per la storia italiana. Mi riferisco in particolare a Monsieur Albert Henry, Sindaco di Plombières les Bains, bellissima e suggestiva cittadina dei Vosgi nella Regione Lorena, e mi riferisco a Madame Martine Cornevaux ed alla figlia Jordane, proprietarie della Manufacture Royale di Bains les Bains, luogo a pochi chilometri da Plombières in cui Camillo si recava abitualmente ben prima del famoso incontro con Napoleone III nel luglio 1858».

«Oggi per i Santenesi, ma soprattutto per i volontari della nostra Associazione, è un giorno particolare – ha aggiunto Marco Fasano –. Oggi noi siamo orgogliosi di vedere che gli sforzi, le nostre fatiche quotidiane, i nostri momenti di scoramento sono state premiati. Dal 1996 attendevamo questo momento: oggi si inaugurano i locali del Palazzo delle Scuderie, che saranno utilizzati d’ora in avanti in parte come sede di mostre e manifestazioni di vario genere, in parte ospiteranno permanentemente l’Archivio Cavour e la Biblioteca Visconti Venosta».

Marco Cavour, ha proseguito: «L’Archivio Cavour, per essere più precisi, presenta carte inerenti diverse famiglie. L’Archivio Benso di Cavour riguarda i Benso di Ponticelli e Isolabella, i Benso di Santena, i Benso di Cavour, e le carte di Camillo Cavour; l’Archivio Lascaris di Ventimiglia comprende le carte Lascaris di Ventimiglia, Peyre della Costa, Cortina d’Eza; l’Archivio Carron di San Tommaso contiene le carte Carron di San Tommaso, Piossasco de Feys, Saluzzo di Valgrana; infine l’Archivio Visconti Venosta riguarda i Visconti Venosta, Alfieri di Sostegno, e le carte di Emilio Visconti Venosta. L’Archivio comprende in totale un po’ più di 70 mila documenti. La biblioteca Visconti Venosta costa di più di seimila volumi con alcune preziose particolarità. Ricordo l’Encyclopédie di Diderot et D’Alembert, la raccolta completa de “Il Conciliatore”, giornale milanese soffocato dalla censura austriaca nel 1819, che ebbe tra le firme della testata quella di Silvio Pellico, la raccolta completa del XXII marzo “giornale officiale dell’indipendenza lombarda” del 1848, ed altri libri che potrete vedere più tardi visitando la biblioteca. Non sono da dimenticare i più di duemila oggetti tra mobili – ricordo il tavolino Rehbinder di Pietro Piffetti per tutti -, quadri, – segnalo alcuni Bagetti, un Bossoli ed un Aires, le carrozze e tanti altri oggetti ancora, presenti nel complesso cavouriano di Santena».

SantenaPremioCavour2015Il presidente dell’Associazione Amici di Cavour ha continuato: «Ma il percorso intrapreso, in realtà, è solo ad un terzo del cammino. A giorni partirà il bando indetto dalla “Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale” della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la ristrutturazione degli interni del castello. Ne approfitto per ringraziare l’ing. Luigivalerio Sant’Andrea, che è oggi con noi in rappresentanza della “Struttura” di Roma, organismo che finanzierà interamente i lavori che porteranno alla creazione del Memoriale Cavour di Santena, così come fatto al Forte di Arbuticci a Caprera per il Memoriale Garibaldi e per gli altri luoghi-simbolo dei Padri della Patria, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Mazzini. Infine, come ripeto ormai da anni, l’ultima parte del cammino riguarderà la capacità di portare in questo luogo migliaia di turisti per visitare al castello o per partecipare ad eventi e manifestazione di diverso genere o più semplicemente per una passeggiata nello splendido parco. Questo significherebbe che questo luogo è vivo ed il denaro pubblico usato per la ristrutturazione non è stato sprecato, ma è serviti anche per la riqualificazione indiretta del territorio circostante. Ancora una volta – e non mi stancherò di continuare a farlo, anche a nome dell’Associazione che ho l’onore di rappresentare – lancio un appello a chiunque possa farlo, istituzioni pubbliche, imprenditori privati, chiunque abbia le capacità ed i mezzi non solo finanziari, a cercare di valorizzare questo luogo».

Marco Fasano ha aggiunto: «Ma oggi è il giorno in cui ormai tradizionalmente si assegna il Premio Camillo Cavour. Siamo giunti alla IX edizione e ogni anno l’interesse intorno alla manifestazione aumenta. Quest’anno il Comitato Direttivo dell’Associazione nella riunione del 13 maggio 2015 ha deciso di assegnare il Premio alla Marina Militare Italiana per lo straordinario impegno nella salvaguardia di vite umane nel Mediterraneo. Ciò che ha colpito tutti noi è che ufficiali e marinai hanno svolto il loro compito non solo per senso del dovere, ma aggiungendo una carica umana, che fa loro onore e inorgoglisce e deve inorgoglire l’Italia intera. E lo ha fatto in un momento in cui il nostro Paese era solo nell’affrontare quest’emergenza. Oggi la percezione del problema a livello europeo è radicalmente cambiata, ma fino a poche settimane fa – non dobbiamo dimenticarlo né oggi né in futuro – il nostro Paese è stato lasciato solo, quasi che il problema riguardasse solo l’Italia. Abbiamo visto come è andata a finire».

«Concludo – ha chiuso Marco Fasano – per ricordare la lungimiranza della persona cui il Premio è dedicato – citando una lettera del 5 marzo 1829 di Camillo Cavour allo zio materno Jean-Jacques de Sellon d’Allaman. Filantropo, ciambellano di Napoleone Bonaparte, lo zio de Sellon fu un membro del Consiglio di Rappresentanza di Ginevra e fondò la Società per la Pace nel 1830. Sostenitore della abolizione della pena di morte, Jean-Jacques de Sellon stabilì un rapporto formale tra la pace e la formazione dei cittadini da un lato e dei diritti fondamentali dall’altro, tale non mettere comunque a repentaglio la difesa nazionale. La sua teoria fu la base per elaborazione dell’idea, poi applicata dalla Società delle Nazioni. Il diciannovenne Camillo scriveva: “je crois que la civilisation de l’Afrique serait une œuvre grande, généreuse et en même tems utile aux nations déjà civilisées”. Grazie».

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Immagini di Dario Zangirolami.

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