Torino – 23 settembre 2015 – Di seguito, il comunicato stampa dell’arcidiocesi di Torino con la sintesi dell’intervento di mons. Cesare Nosiglia all’assemblea diocesana.
COMUNICATO STAMPA
TORINO: SINTESI INTERVENTO MONS. NOSIGLIA ALL’ASSEMBLEA DIOCESANA
Torino – Una Chiesa “in uscita”, missionaria, per rispondere alla sua vocazione più vera: annunciare con gioia il Vangelo ed essere credibilmente a servizio di tutti. Il cammino che la diocesi di Torino ha iniziato due anni fa prosegue, con l’Assemblea diocesana di oggi, nel ridisegnare la presenza della Chiesa torinese sul territorio.
Nella sua relazione mons. Nosiglia ha riassunto il lavoro svolto finora, ricordando che il criterio è orientato non tanto alla risoluzione dei problemi interni (scarsità di clero, nuove necessità della pastorale ecc.) ma alla missione, cioè alla capacità della Chiesa di rendersi presente e utile.
«Ricordiamoci che la missionarietà cui ci richiama Papa Francesco – ha detto l’Arcivescovo – è anzitutto una questione di conversione (cosa ci viene chiesto oggi dal Signore?), altrimenti la riorganizzazione diventa un puro fatto tecnico e la soluzione di un problema organizzativo. E una scelta missionaria urgente è dunque quella di superare la parrocchia chiusa nel cerchio del suo territorio e andare verso le reti di parrocchie che progettano insieme, operano insieme, magari raccolte attorno a un polo territoriale di indirizzo».
È un lavoro che va fatto con attenzione e con speranza: attenzione alle persone che popolano il nostro territorio, alle loro culture, alle loro esigenze; e speranza perché il Signore risorto, e il suo Spirito, operano in mezzo a noi.
La parrocchia rimane il «pilastro centrale» di qualunque costruzione pastorale, perché è il luogo della comunità e il «motore» di ogni attività e programmazione. Intorno alla parrocchia, e in funzione delle sue necessità, si vuole ridisegnare il contesto delle comunità di preti (già ora molte parrocchie non hanno più il parroco residente: si tratterà di studiare le forme migliori di vita comune e di responsabilità articolate). E nella parrocchia, comunità di comunità, andranno fortemente rilanciate le responsabilità e la partecipazione dei laici. Già ora la diocesi ha avviato percorsi specifici di formazione per gli operatori pastorali, perché ci sia una preparazione adeguata nei vari settori della catechesi, della liturgia, della carità, in cui sono chiamati a operare.
È in questo scenario che si potrà pensare all’accorpamento di alcune delle parrocchie attuali, per rendere più consistenti i numeri di preti e laici impegnati, e più efficaci le strategie. La pastorale del Battesimo e la pastorale giovanile sono i due ambiti in cui è stato già avviato concretamente un lavoro comune al di là dei confini delle singole parrocchie attuali.
Soprattutto l’Agorà del sociale, che nel prossimo anno prosegue in tutto il territorio diocesano, e che l’Arcivescovo seguirà personalmente nella sua visita alle Unità pastorali, ha indicato un metodo di lavoro: si tratta di chiamare a un tavolo di confronto il più possibile unitario e coordinato tutte le “risorse” di un territorio, con l’obiettivo di mettere in comune progetti e idee, in vista di un “welfare”, un modello di sviluppo anche culturale e sociale per uscire dall’attuale crisi. Qui la priorità del welfare è evidente: si tratta di partire dalle “povertà” presenti sul territorio, per individuare soluzioni concrete e condivise.
Nell’anno pastorale che inizia si procederà alla verifica della proposta diocesana, discutendo anche le possibilità di accorpamento di parrocchie e disponibilità dei preti a esercitare il proprio servizio. A giugno del 2016 si farà il punto e avvierà, secondo le indicazioni emerse, il riassetto nelle realtà già opportunamente sensibilizzate e preparate a fare questo passo.
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Fonte: http://www.diocesi.torino.it
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