Santena, i criteri di Legambiente per il sito del nuovo ospedale dell’Asl To5

Santena – 19 novembre 2015 – Buona accessibilità e senza consumare suolo agricolo. Sono le due indicazioni che arrivano da Legambiente per il sito del progetto un nuovo ospedale dell’Asl To5.

Di seguito, il comunicato stampa, firmato dal circolo territoriale Legambiente “Il Platano” – che opera nei comuni di Carignano, Carmagnola  e Villastellone – e da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

LegAmbientePiemonteValleDAostaIl comunicato recita: «Il circolo territoriale Legambiente “Il Platano” e Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, rispetto alla scelta dell’Asl To5 di realizzare di un nuovo ospedale unico in sostituzione delle tre attuali strutture, credono sia opportuno porre particolare attenzione alla scelta della collocazione di tale struttura. In primo luogo la decisione deve essere il frutto di un percorso partecipato con il territorio e i cittadini che lo abitano e per questo Legambiente si impegna a lavorare attivamente a fianco degli enti decisionali competenti».

Il comunicato prosegue: «Due sono le tematiche su cui l’Associazione vuole focalizzare l’attenzione dei sindaci e dei responsabili regionali: l’accessibilità della nuova struttura e il consumo di territorio annesso alla nuova edificazione. Per quanto riguarda il primo tema, è evidente che non si possa pensare di collocare una struttura di tale importanza solo in termini di aree edificabili disponibili senza tener conto dell’adeguato grado di accessibilità sia essa con il mezzo privato e soprattutto con i mezzi pubblici. L’area dell’Asl To5 è vasta e non sempre collegata in modo adeguato dal trasporto pubblico che ha come direttrice prevalente quella su Torino; a noi pare ovvio che il nuovo ospedale necessiti di un adeguato collegamento sia con il Capoluogo che con gli altri centri minori del territorio costituente l’Asl stessa». Il comunicato stampa di Legambiente termina così: «Per quanto riguarda il consumo di suolo, crediamo sia opportuno, in prima istanza, valutare se sul territorio esistano aree compromesse e non più utilizzate da convertire senza sacrificare altro terreno agricolo».

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Fonte: Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta

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