Santena – 8 dicembre 2015 – «Tempo pochi mesi e dovremo riuscire a mettere la parola fine sulla vicenda del rogo alla ditta Pegaso». Lo ha detto il sindaco Ugo Baldi nell’ultimo consiglio comunale. L’amministrazione spera di poter recuperare una parte degli 800mila euro pagati a seguito delle sentenze di condanna.
L’incendio della ditta Pegaso è successo nel marzo 2010. A seguito di lunghe battaglie legali la città di Santena è stata condannata a pagare le ditte intervenute per fronteggiare l’emergenza. L’amministrazione comunale a fronte di sentenze di Tribunale ha versato poco meno di 800mila euro. Il tavolo di protezione civile, avviato a seguito dell’incendio, vedeva presenti Regione Piemonte, Provincia di Torino, presidenza del Consiglio dei ministri e ministero dell’Interno. Alla fine però il conto presentato dalle ditte intervenute è ricaduto solo sulla città di Santena. Persino la ditta dove si è scatenato il rogo, così come la proprietà dell’area non hanno versato nulla. Dopo avere pagato il conto, salato, attingendo dall’avanzo dell’amministrazione, la Giunta comunale ha presentato appello alla sentenza.
Nell’ultimo consiglio comunale il sindaco, Ugo Baldi, ha informato: «Ora siamo in appello. Stiamo provando a recuperare almeno una parte di quanto abbiamo dovuto pagare a seguito delle sentenze a noi avverse, che continuiamo a ritenere ingiuste. Ora siamo in Corte di Appello. Combattiamo contro la Regione Piemonte, l’ex Provincia di Torino e, addirittura, lo stesso Stato. Non sarà facile. Siamo un po’ come Davide contro Golia. Noi ci stiamo provando e lo facciamo nell’interesse dei cittadini santenesi».
Guglielmo Lo Presti, responsabile dell’ufficio Legale della città di Santena, spiega: «Si tratta di una lotta impari, davvero non facile. Abbiamo chiamato in causa il proprietario dell’area e il titolare della ditta: noi riteniamo che questi soggetti avessero una serie di obblighi. Non riteniamo corretto che tutti gli oneri degli interventi a seguito del rogo debbano gravare sulle casse comunali. Abbiamo chiamato in causa anche gli altri enti superiori rispetto al nostro Comune. Tutti questi enti sostengono che, giuridicamente, vige il principio della localizzazione dell’evento. In sostanza, siccome il rogo è avvenuto sul territorio di Santena la competenza sarebbe solo della nostra città. Secondo noi nel caso di questo rogo, il principio di localizzazione non può reggere. Noi abbiamo chiesto venga riconosciuta anche un parte di corresponsabilità per tutti gli altri enti superiori rispetto al comune: tutti enti che hanno concorso a gestire l’emergenza. Naturalmente speriamo di poter vedere riconosciute, almeno in parte, le nostre ragioni, per riuscire così a recuperare parte degli 800mila euro versati a seguito delle sentenze di condanna nei nostri confronti. La sentenza della Corte di appello è attesa entro due mesi».
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