Santena – 24 gennaio 2016 – Sono tante le scritte e i tag che imbrattano i muri della città.
Swe, Over, Man, Spot, Toy, Zone, Tanik, Cru!, Sense, Cunda, Ades, Erao, Reng, Seng, Crez, Crazy, Shark, Zang, Eraon, Ducius, Zip, Ats, Bis, Crazy, Swen, Zone, Benk, Senses, Crot, Unikey, Hole Btr, Neriz, Sizw, Reys, Nacos, Què. Sono alcune delle tante scritte che imbrattano i muri santenesi. Un elenco senza pretese di completezza. Nulla più di una lista, funzionale a un pezzo di colore.
Ecco qualche scritta visibile quando si gira per la città. In piazza Carducci si va da “Ti amo!” ai classici insulti, fino ai riferimenti a pratiche sessuali. Sotto il ponte sul Banna c’è forse una delle scritte più grosse tra quelle in città: “STOP”. Nella pensilina del bus dei giardinetti lungo via Cavour, vicino alla canonica c’è il teschio giallo e rosso più grande visibile in città. Il cartello del progetto Strade di colori e sapori sistemato nella pensilina della centrale piazza Martiri della Libertà è praticamente illeggibile, tra tutte campeggia CRU! Uno degli angoli della città con più scritte è la zona attorno alla rotonda di via De Gasperi: le scritte sono sui muretti come sulle pareti del capannone in cemento. E sono così tante che è anche difficile decifrarle, alcune sono vecchie e scolorite. Le tante stratificazioni non permettono una facile lettura.
Alcuni proprietari di case e muri le scritte appena appaiono le cancellano, subito, ma spesso queste ritornano. Pieno di scritte è anche il muretto di piazza Aimerito, area che accoglie il mercato del giovedì mattina. Nell’area golenale lungo il Banna non si salva neanche la targa posta a ricordo della prima festa degli alberi di fine novembre 2011: è tutta lordata di scritte con sigle, insulti e bestemmie. Anche il muro, appena rifatto, di mattoni antichi, che corre lungo la strada che dalla rotonda della circonvallazione di via Tetti Agostino porta all’ingresso della Cascina nuova, al centro di ogni arcata ha disegnata una croce celtica. Tra le tante scritte in città ci sono anche quelle con riferimenti sportivi alla squadra del cuore: W Juve, W Toro, W Milan e via tifando…
Basta così, riportare tutte le scritte che si vedono in città non è necessario. Tra le tante scritte poteva mancare un insulto indirizzato al sindaco? Certo che no. E’ apparso a fine anno 2015, sui muri della Cascina Nuova: Baldi=Badola. E’ vergato vicino a simboli nazisti e insulti al governo: Renzi= buffone, Pd= ladri e un, probabilmente ironico, W Boschi. Naturalmente non mancano le classiche scritte quali W il duce, W il III Reich. A chiudere le scritte sul muro di Cascina nuova, lato parco, la frase “Prima c’è Dio. Poi … ci sei tu”.
Tante scritte non sono altro che tag, il nome d’arte, lo pseudonimo, con l’aggiunta di grazie e svolazzi, che gli writer diffondono come fosse un logo. Ma da dove arrivano e perché tutte queste scritte? Alcune sono del tutto casuali, altre sembrano studiate. Servono ai giovani che per marcare il territorio lasciano una scritta realizzata alla veloce con una bomboletta spray o un pennarellone. Pochi secondi per pittare una sigla, su un muro di una casa o tutto là dove si può. Tracce multicolori create da giovani per fare vedere a tanti che ci sono, esistono. E poi le scritte e disegni si possono anche fotografare per comporre album da tenere nello zaino per far vedere agli altri “raga” di cosa si è capaci. Quello che agli occhi di un profano potrebbe sembrare un semplice scarabocchio è per la maggior parte dei writer il frutto di un esercizio costante nel tentativo di coniugare estetica e rapidità. Qualche giovane con tanto di bombolette colorate, dopo l’esercizio di scritte e disegni sui muri delle proprie città tenta il salto con i murales sui treni, magari da realizzare in gruppo, con tanto di riprese video. E lì la cosa è un pochino più complicata, ma per molti writers ne vale la pena: una volta terminata la loro opera cammina e macina chilometri… e tanti hanno modo di vederla e ammirarla.
Sin qui il pezzo. I commenti raccolti tra i santenesi sono lapidari: «Non c’è molto da dire. Sono vandali e basta». «Le scritte? Sono il frutto di zero senso civico». «Le scritte? Autoaffermazione malata». «Le scritte? Mera rottura e noncuranza delle regole». «Non esageriamo, le scritte santenesi non hanno nulla a che vedere con il fenomeno del graffitismo». «Se sono espressione di una qualche creatività, mi sembra che questa sia ben povera». «Questi che imbrattano potrebbero impiegare meglio il proprio tempo e le loro doti». Qualche amministratore aggiunge: «Lo diciamo da sempre, avremo bisogno che i cittadini quando vedono compiere tali gesti chiamino e avvisino subito le forze dell’ordine. E servirebbero chiamate tempestive…».
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