Santena, Ospedale unico Asl To5, l’assessore Saitta indica i tempi per far partire l’opera

Santena – 5 marzo 2016 – Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità ha informato sui tempi previsti per individuare il sito e affidare i lavori dell’ospedale unico dell’Asl To5. Lo ha fatto lunedì 29 febbraio scorso, a Chieri, durante un’assemblea pubblica.

2016feb29_Saitta1Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, ha iniziato il suo intervento nella sala della Conceria con una premessa: «Quello che sta capitando in questo territorio è veramente straordinario. Normalmente la politica è abituata alla conservazione. Siamo abituati a fare così: ciò che abbiamo lo dobbiamo mantenere. E così perdiamo il senso del cambiamento. Quando invece c’è una proposta che guarda al futuro certamente ci sono le resistenze. E’ logico e umano, ma quando una classe politica, in modo collegiale, su questo territorio, esprime un percorso finalizzato a garantire la sicurezza dei pazienti, questo è coraggioso. Sarebbe sicuramente molto più facile, per i motivi di consenso, difendere ciò che si ha. Di fronte a una proposta di questo tipo gli amministratori hanno avuto la forza e il coraggio di guardare alle prossime generazioni: e questo non era scontato. E su questi temi, negli ultimi 18 mesi ho avuto scontri e discussioni in tante parti del Piemonte. Quando siamo pazienti scegliamo dove andare a farci curare. E andiamo nei posti dove c’è una maggiore competenza, una maggiore attività che ci dà sicurezza. E ci spostiamo, andiamo anche fuori Regione: quanti sono i piemontesi che vanno in Lombardia?». Antonio Saitta ha aggiunto: «Nel riorganizzare la sanità abbiamo scelto di mettere al centro la sicurezza dei malati. Occorre mettere al centro il paziente che non sempre è stato oggetto di grande attenzione della politica e delle lobby. Noi non possiamo più mantenere una organizzazione antica se il tema è la salute. Abbiamo riorganizzato la rete ospedaliera accorpando dei primariati quanto l’attività era molto bassa. Molti hanno contestato, ma cosa è più importante? Le esigenze di qualcuno o quella complessiva, che è dei pazienti? Stiamo riorganizzando la rete ospedaliera. E’ una battaglia culturale che stiamo facendo con grande difficoltà. Quante difficoltà ci sono, anche all’interno dei nostri partiti. Piano, piano, però il cambiamento sta avvenendo. Io lo vedo».

«Un anno è passato. Piano piano si stanno riassorbendo un po’ tutte le preoccupazioni – ha proseguito Antonio Saitta –. Vi posso assicurare che questo vuol dire guardare al futuro. Non vuol dire assolutamente ridurre il servizio. Vuol dire fornire servizi migliori, sapendo che normalmente gli operatori sanitari vanno negli ospedali importanti, non vanno negli ospedaletti. Questo è sicurezza. Avere ospedali consistenti, con specialità, vuol dire che diventano attraenti anche per il personale sanitario. E il personale conta. L’ospedale non è una fabbrica. Conta il personale, le capacità, il clima, le equipes che si creano. E questo si ottiene all’interno di una struttura ospedaliera di dimensioni adeguate, in modo da avere tante specialità e avere un lavoro di equipe. Oggi questo elemento è importante. La scelta dell’ospedale unico è veramente il modo per metter al centro la salute. Una scelta che produrrà anche effetti dal punto di vista economico. Tutto ciò che si libera, in termini di risorse e di economia, noi lo metteremo per aumentare l’offerta sanitaria. Il fondo della sanità è recintato, non può andare ad altri settori. Tutto quello che si libera va ad aumentare l’offerta sanitaria e noi abbiamo bisogno di aumentare l’offerta sanitaria. La domanda di salute è cambiata: la popolazione è sempre più anziana, aumentano le patologie croniche, serve assistenza territoriale. Servono medici che si mettano insieme e garantiscono la presenza, magari con qualche attività diagnostica. Serve assistenza domiciliare. Noi dobbiamo fare in modo che gli ospedali vengano utilizzati soltanto per le fasi acute. In tal modo si ridurranno le liste di attesa. Liberare risorse ci consente di migliorare l’assistenza territoriale. In Piemonte il fondo sanitario ha 8 miliardi di spesa: quest’anno raggiungeremo il pareggio e usciremo dal commissariamento. La città della salute con i suoi 4 ospedali ha un disavanzo di 180 milioni. Sono soldi buttati per coprire inefficienze sul piano gestionale. Per quanto ci riguarda abbiamo deciso di dire basta alle inefficienze. I soldi che si buttano per inefficienze sono un danno per le nostre comunità. Alle inefficienze diciamo no per un fattore etico prima ancora che politico. Anche per l’ospedale unico dell’Asl To5 non c’è soltanto un ragionamento politico, ma soprattutto di carattere etico. Se la gente sta male e buttiamo via quattrini perché siamo incapaci di organizzare, di fare acquisti, di metter insieme laboratori vuol dire che noi non pensiamo ai cittadini ma pensiamo a qualcuno».

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Antonio Saitta

Dopo questa lunga premessa Antonio Saitta è entrato nel merito del progetto dell’ospedale unico dell’Asl To5: «Noi nel protocollo di intesa abbiamo indicato i criteri, precisi, per l’individuazione del sito dell’ospedale unico. Li richiamo: l’area situata in contesto urbano adeguato; qualità del suolo; baricentricità; facilità di accesso; presenza di una rete infrastrutturale di servizio; facilmente raggiungibile con il trasporto pubblico». Antonio Saitta ha precisato: «Oggi la situazione è questa. Come regione Piemonte abbiamo chiamato tutti i settori che si occupano dei temi ambientali, idrogeologici e urbanistici. Ho detto loro: questo è il territorio dell’Asl dove si intende costruire un nuovo ospedale unico. Ho ricordato i criteri e ho chiesto di mettere su una carta tutti i vincoli che ci sono dal punto di vista ambientale, idrogeologico, sull’uso del suolo. E’ evidente che non tutto il territorio è adeguato ad accogliere il nuovo ospedale. Questo lavoro è quasi terminato e ha già ridotto enormemente le zone dove far sorgere la struttura. E’ chiaro che tra i criteri abbiamo anche messo il tema del trasporto pubblico. Sapendo che bisognerà realizzare questa opera velocemente non potremo certo costruire una nuova autostrada o una ferrovia. Gli uffici stanno mettendo insieme tutte queste indicazioni. Credo che nel giro di una o due settimane avremo il quadro completo delle aree dove si può realizzare il nuovo ospedale. A quel punto ci incontreremo con i sindaci e con loro, faremo un ragionamento».

L’assessore regionale ha aggiunto: «Mentre si prosegue per individuare il sito abbiamo incaricato l’agenzia nazionale della Sanità che, insieme al direttore dell’Asl To5, farà il quadro delle caratteristiche che dovrà avere il nuovo ospedale unico con 460 posti letto. La nuova struttura non sarà solo la somma dei tre attuali ospedali: sarà qualcosa di nuovo. Questa struttura andrà riprogettata in modo nuovo in termini organizzativi e dimensionali. Abbiamo anche avviato uno studio di fattibilità economico e finanziaria dell’opera. Questo compito lo abbiamo affidato a due partecipate regionali: FinPiemonte e l’Ires. Si stima che l’ospedale unico costerà attorno a 150 milioni di euro: gran parte del finanziamento sarà pubblico, il resto arriverà da privati. Per definire il finanziamento statale ci presenteremo al governo spiegando che a fronte dei tre ospedali oggi esistenti ne costruiremo uno. La nostra è una operazione di razionalizzazione della spesa ospedaliera. Fare ricorso anche a finanziamenti privati non vuol dire avere una gestione privata dell’ospedale. Ai privati potremo affidare i servizi non sanitari, ad esempio il riscaldamento. Intendiamo remunerare il privato attraverso le economie che si realizzeranno. Questo è il percorso che già stiamo facendo con la Città della salute. Il partner privato si sceglierà attraverso una gara pubblica».

L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta ha chiuso con l’indicazione dei tempi previsti per i primi passi dell’ospedale unico dell’Asl To5. «Pensiamo di terminare lo studio di localizzazione e lo studio di fattibilità dell’opera entro il mese di giugno 2016. A quel punto potremo metter in moto il percorso per arrivare alla procedura della gara di appalto per affidare l’opera. Entro la fine dell’anno noi saremo nelle condizioni di avviare le procedure di affidamento dell’opera». «Questo percorso non vuol dire che abbiamo deciso di abbandonare questo territorio – ha detto Antonio Saitta –. La salute bisogna garantirla. I pazienti bisogna tutelarli. In ogni caso verranno potenziati i servizi di assistenza territoriale. Lo si farà entro un paio di mesi, all’interno del piano di assistenza territoriale che i sindaci del territorio stanno vedendo con il direttore generale dell’Asl To5. Si stanno definendo i primi finanziamenti in modo da metter in atto questo processo. Voglio togliere anche un altro equivoco: cosa succederà dei vecchi ospedali? E evidente che con l’arrivo dell’ospedale unico noi non potremo tenere tutte le attuali strutture. Noi chiediamo ai sindaci libertà nell’ambito delle competenze urbanistiche comunali. Chiediamo loro di riqualificare quelle aree, che non vuol dire che debbano necessariamente diventare tutte aree residenziali. Potranno anche diventare sedi di servizi e presidi territoriali. Questa è una valutazione che sarà fatta assieme, nella libertà delle comunità di decidere cosa fare del proprio territorio. Ci sono oggi tutta una serie di elementi tali che possiamo incastrare al meglio per garantire ai cittadini più salute. È chiaro che è una fase nuova e coraggiosa. A nome della Regione Piemonte e della maggioranza che la governa vi posso dire che questo obiettivo coraggioso indica che c’è una classe politica che guarda al futuro. Noi siamo al fianco degli amministratori locali e dei cittadini di questo territorio e siamo disponibili non solo a dare una mano, ma anche a fare qualcosa di più».

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Audio integrale dell’intervento di Antonio Saitta:

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