Santena – 6 marzo 2016 – Di seguito l’intervento di Claudio Martano, sindaco di Chieri, all’assemblea di lunedì 29 febbraio, a Chieri, sul tema “I perché dell’ospedale unico”.
Claudio Martano, sindaco della Città di Chieri e presidente della rappresentanza dei sindaci dei Comuni dell’Asl To5, lunedì 29 febbraio scorso ha iniziato così il suo intervento nella Sala Conceria a Chieri: «Io avevo una professione precedente a quella di sindaco che mi aveva già posto di fronte ad alcuni ragionamenti che oggi stiamo facendo sul progetto di ospedale unico e a delle conclusioni che non erano sempre così popolari e facili da trasmettere, ma che erano basate su elementi inoppugnabili. Alla fine, anche chi partiva da una certa posizione sovente poi nell’esaminare questi elementi si convinceva di altre necessità. Trovandomi sindaco ho dato un po’ per scontato, forse, quello che, invece, deve essere giustificato e spiegato». Claudio Martano ha detto: «I sindaci dei Comuni dell’Asl To5 sono stati, a un certo punto, di fronte alle difficoltà che questa sera sono state brevemente descritte. Cioè ciascuno, preoccupandosi del proprio ospedale o della propria area che fa capo a un certo ospedale non poteva che rilevare certe criticità che questa sera sono state illustrate nei loro termini precisi. Ad esempio, medesime specialità diffuse fra i tre ospedali che portano a rinunciare alle sinergie, con trasporti non necessari, disagi e una minore efficienza. Questo è il punto che tutti i sindaci avevano in mente. A fronte di questo la richiesta che spontaneamente e istintivamente tutti facevano è quella di potenziare il proprio ospedale: quello di Chieri per i chieresi, quello di Carmagnola per i carmagnolesi o quello di Moncalieri».
Il sindaco di Chieri ha aggiunto: «A un certo punto c’è stata la necessità di rendersi conto che potenziare tre ospedali faceva sì che le discrepanze che oggi già ci sono, per l’assistenza a un numero di posti letto più o meno uguali, si accentuassero e quindi si perdesse ulteriormente efficienza. E’ esperienza comune di tutti gli operatori sanitari che dividendo una casistica, in più poli, si riduce la possibilità di esercizio di manualità, ma anche di confronto quotidiano con più patologie, quello che si chiama case mix: nella tua esperienza vedi tante cose e le condividi con altri che ti danno la loro parte di competenza e quindi, alla fine, li affronti meglio. Se si divide in tre si perde molto di questa possibilità e quindi, al di là dei problemi economici, si riduce anche l’efficienza». «Tutto questo discorso, a un certo punto, si è posto in maniera evidente e abbiamo avuto un’assemblea dei sindaci dei Comuni dell’Asl To5, cui ha partecipato l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta – ha spiegato Claudio Martano –. Lì è venuto fuori che, probabilmente, la soluzione per evitare la china che si stava seguendo, di depauperamento dei servizi nei vari ospedali dell’Asl, poteva avere una sua soluzione, forse l’unico che si poteva vedere, nel pensare un ospedale unico. Le esigenze sono state espresse dai sindaci. La possibile soluzione è stata espressa dalla Regione. Con un percorso di qualche mese si è arrivati a condividere questo e si è votato un documento che esprimeva esattamente quanto stasera, un po’ più in esteso, ci siamo detti. Nel documento tutti i sindaci dicevano di avere compreso che il servizio migliore che potevano dare per tutelarsi rispetto alle difficoltà presenti era di aderire all’idea dell’ospedale. E questo è stato il primo passo. Non è stato facile perché, effettivamente, in molti casi sembra accettare passivamente di rinunciare a qualcosa – l’ospedale – che oggi ho vicino. Una decisione arrivata dopo aver posto attenzione a dati obiettivi. Per noi sindaci una scelta che ha significato farsi carico anche di un certa impopolarità».
Il sindaco di Chieri ha proseguito così: «Veniamo ai criteri che saranno seguiti per individuare il sito dove costruire questo ospedale. Sono criteri legati alle caratteristiche che deve avere l’ospedale unico. Un criterio sarà un facile raggiungimento, che non vuol dire necessariamente pochissimi chilometri, perché oggi con strade e mezzi qualche chilometro in più non sposta la raggiungibilità. Conteranno una sede stradale adeguata, trasporti pubblici, magari anche su rotaia, una localizzazione che consenta parcheggi molto facili. Tra i criteri c’è un territorio che sia ambientalmente adeguato. Si terrà anche anche conto delle caratteristiche del sito rispetto alla necessità di eventuali bonifiche. SI terrà anche conto del costo del sito. Si tratta di criteri molto tecnici. Per questo si è deciso di affidare la valutazione del possibile sito a una commissione regionale. A partire da questi criteri tecnici l’obiettivo è individuare un sito che presenti il maggior numero di vantaggi e il minor numero di svantaggi per la costruzione dell’ospedale unico dell’Asl To5». «Mi si è chiesto, un po’ provocatoriamente, ma perché non costruire a Chieri l’ospedale unico? – ha aggiunto il sindaco di Chieri Claudio Martano –. Dopo tutti questi ragionamenti viene evidente che se io lo propongo a Chieri i cittadini di Moncalieri e quelli di Carmagnola che sono sede degli altri due ospedali, mi chiedono se sono scemo e mi dicono perché dobbiamo fare un ospedale unico e farlo a casa tua? Quindi non aveva senso proporre una attuale sede di ospedale come sede dell’ospedale unico. Anche perché nessuna delle attuali tre sedi è baricentrica rispetto all’intero territorio della nostra Asl. Credo sia un impegno, che ho chiesto anche agli altri sindaci delle città sedi di ospedale, di affidarsi alla commissione avviata dalla Regione, ritenendo si possa anche sopportare il sacrificio di perdere una struttura come l’ospedale a patto di mantenere molti di quei servizi che costituiscono il 70 per cento delle necessità delle patologie correnti».
«Dove sarà costruito l’ospedale unico oggi non lo sappiamo – ha chiuso il suo intervento Claudio Martano, sindaco di Chieri –. La commissione regionale si è insediata l’11 febbraio scorso. Seguirà i criteri indicati nel protocollo e li confronterà con le varie aree che sono state proposte, ma non necessariamente solo quelle. Può darsi che arrivino altre aree, che saranno indentificate al di là di quelle sino a oggi proposte. Noi speriamo, e siamo convinti, che la scelta sarà quella che tecnicamente permetterà poi la realizzazione di una struttura molto efficiente e comoda per tutta l’Asl To5. Una scelta che ci permetterà di andare a raggiungere quei risultati che sono stati prospettati questa sera con una struttura moderna e costruita secondo criteri che permettono le migliori tecnologie in modo da poter fornire la migliore risposta che oggi si può dare alle patologie».
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Audio integrale dell’intervento di Claudio Martano:
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