Santena, per l’oratorio il parroco propone animatori da cortile

Santena – 26 giugno 2016 – La parrocchia è al lavoro per formare animatori da cortile. La Caritas sta facendo sempre più fatica a rispondere alle esigenze di chi ha problemi economici. Quali proposte per coinvolgere i giovani santenesi? La parrocchia sta rivedendo la catechesi. Questi alcuni temi di una breve intervista con il parroco don Beppe Zorzan, registrata il giorno della festa dedicata a San Luigi.

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«Nelle comunità di Santena come a Cambiano quello appena trascorso per me è stato un anno di conoscenza – spiega don Beppe Zorzan –. Per quanto riguarda la comunità santenese la realtà dell’oratorio ha numeri importanti, ben maggiori delle due esperienze che ho vissuto nel passato a Gassino e Castiglione Torinese. Credo che la via da seguire sia quella della collaborazione tra le tante realtà che vivono e lavorano nell’ambito dell’oratorio San Luigi: i gruppi di catechismo, i gruppi giovani, le realtà sportive, la bocciofila, gli scout. Mi piacerebbe che tutti lavorassero con un obiettivo comune: far diventare il nostro oratorio un luogo di riferimento, di crescita e formazione in primo luogo, per i ragazzi e i giovani di Santena. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo però bisogno anche dell’impegno delle famiglie come degli anziani. Ognuno è chiamato a portare il proprio contributo».

Dal parroco don Beppe Zorzan arriva una proposta: «Stiamo lavorando per arrivare ad avere la figura degli animatori da cortile. Una presenza costante all’interno del nostro oratorio. Persone che accolgano tutti coloro che varcano la soglia del nostro oratorio, che parlino e dialoghino con chi è presente in oratorio. L’oratorio non è fatto dalle sole strutture: contano le persone che ci sono, che lo animano, che lo rendono vivo e vitale. In questo senso vorrei rivolgere un appello ai santenesi: chi ha voglia di mettersi a servizio della comunità si faccia avanti. Per rendere vivo e vitale l’oratorio serve il contributo di tutti. Abbiamo bisogno di giovani e di adulti che svolgano il ruolo di educatori. A partire da settembre come parrocchia lavoreremo per centrare questo obiettivo. Quello che distingue la piazza della città dall’oratorio è la presenza di educatori. In questo senso mi sento di rivolgere un appello alle famiglie affinché frequentino maggiormente l’oratorio e nell’ambito del progetto pastorale della parrocchia, contribuiscano a renderlo un luogo vitale per la nostra comunità come per l’intera città».

Dal parroco arrivano anche indicazioni per le diverse realtà che oggi operano nelle mura dell’oratorio di via Vittorio Veneto: «Ai diversi gruppi della parrocchia chiedo di collaborare nell’organizzare le diverse iniziative. Abbiamo bisogno di camminare insieme: invece di organizzare gli eventi da soli meglio sarebbe unificare più iniziative e realizzarle insieme. Così facendo, oltre a non moltiplicare gli eventi e disperdere le energie si manderebbe anche un bel segnale a tutta la comunità». Il parroco don Beppe Zorzan interviene anche su chi in città sta facendo più fatica ad arrivare a fine mese: «La Caritas sta facendo sempre più fatica a rispondere alle crescenti esigenze che arrivano dai santenesi che sono in difficoltà economica a causa della perdita del posto di lavoro oppure hanno problemi con la casa. Ci confrontiamo con i servizi pubblici così come con le altre realtà cittadine che lavorano per aiutare chi chiede una mano per arrivare a fine mese, ma la situazione si sta facendo sempre più critica. Il numero delle persone che chiedono aiuto va aumentando mese dopo mese».

Il parroco fa cenno anche alla realtà dei giovani che vivono situazioni di disagio: «Anche in questo caso tutti i soggetti che in qualche modo hanno a che fare con il disagio giovanile si sono riuniti attorno a un tavolo. In qualche modo abbiamo un quadro della situazione, ma non sono ancora scaturite risposte concrete. Per quanto riguarda la parrocchia nei prossimi mesi intendiamo rivolgere una attenzione particolare ai giovani che passano in oratorio senza frequentare i vari gruppi di impegno. E’ importante dialogare con questi giovani, stimolarli con proposte di impegno e di servizio significative. La comunità cristiana deve interrogarsi sul fatto che non riesce a coinvolgere un numero significativo di ragazzi e giovani. A livello di pastorale giovani serve una scossa: da un lato dobbiamo puntare sulla formazione dei nostri animatori e dall’altro occorre costruire un progetto in grado di arrivare ai tanti giovani santenesi del tutto indifferenti alla proposta cristiana». Il parroco chiude con una riflessione sul catechismo: «Anche in questo campo ci sono novità in arrivo. Occorre partire dalla situazione attuale: il numero delle catechiste è insufficiente rispetto al numero di chi frequenta il catechismo. Oggi una singola catechista segue più di venti ragazzi. Per portare avanti una buona catechesi una singola persona non può seguire più di una decina ragazzi. In questi mesi abbiamo cominciato a riflettere su come arrivare a modificare in positivo la situazione per riorganizzare il servizio catechistico».

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