Santena – 4 luglio 2016 – Tempo pochi giorni e sarà smantellata la casa del secondo insediamento della comunità nomade sita al fondo di via Longoria, nella borgata Ponticelli.
La città di Santena nei mesi scorsi aveva emesso una ordinanza di demolizione nei confronti del fabbricato abusivo tirato su da una famiglia nomade sito a ridosso dell’autostrada, su un terreno che ospita il passaggio del metanodotto. La baracca era sorta nei pressi della cava di argilla della fornace Mosso, a pochi metri dallo storico insediamento di via Longoria che, da anni, ospita poco più di 30 nomadi.
Il sindaco Ugo Baldi, spiega: «Nei giorni scorsi la famiglia che risiedeva nella costruzione abusiva ha cominciato a demolire la struttura. La numerosa famiglia è ora ospitata in una roulotte, sita nei pressi dell’accampamento di via Longoria. In sostanza hanno preso atto dell’ordinanza di demolizione e stanno ottemperando a quanto ordinato: nelle scorse settimane hanno cominciato le operazioni di demolizione». «La città di Santena – aggiunge Ugo Baldi – non ha nessuna intenzione di tollerare la nascita di un secondo insediamento di nomadi. Per una serie di motivi la famiglia che sta smontando la baracca non può rientrare nel primo accampamento: per ora sono sistemati a ridosso dell’altro campo. Stiamo vedendo se è percorribile la strada di una permuta di terreno in modo da potere ampliare l’attuale campo nomadi».
Il sindaco chiude così: «Da anni la comunità che risiede ai margini dei Ponticelli conta poco più di trenta soggetti e non intendiamo consentire che il numero aumenti. Tutte le nuove famiglie che si formano lasciano il campo per altre destinazioni, fuori della nostra città. Tra i problemi che la comunità nomade ha chiesto di poter risolvere c’è quello dell’acqua: oggi il campo non è collegato all’acqua potabile. I fabbisogni idrici sono risolti grazie alla collaborazione delle vicine cascine. Voglio anche dire che le persone che vivono nel campo nomadi sinora non hanno mai dato problemi alla nostra città. Stiamo lavorando per arrivare a migliorare alcune condizioni critiche. Devo anche dire che il tavolo avviato con la Regione e con alcuni altri Comuni che ospitano insediamenti nomadi non ha prodotto effetti».
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