Santena – 18 dicembre 2016 – Marco Fasano, presidente dell’associazione Amici della Fondazione Cavour, anima del progetto che in città ha portato i murales cavouriani e risorgimentali, commenta i gesti vandalici ai due murales di piazza Carducci, alla Trinità, e di piazzetta della Costituzione, a pochi metri dal ponte sul Banna.
«A Caprera non penso ci siano cavouriani che vadano a scrivere sotto il monumento di Garibaldi – afferma Marco Fasano –. Bisogna avere l’intelligenza per capire che i murales realizzati a Santena non sono un manifesto politico, ma semplicemente intendono fornire l’opportunità alle persone di ricordare quello che è avvenuto. Io peraltro sarei stato molto felice – e lo dico sinceramente – se a Santena fosse arrivato qualche writers, autorizzato, proveniente dal sud Italia, per realizzare un murales sulla questione meridionale. La storia la fanno un po’ tutti. E ognuno ha qualcosa da raccontare». Marco Fasano precisa: «Un conto però è raccontare il proprio malessere attraverso un’opera d’arte; ben altro conto è imbrattare i muri. Sono due cose completamente diverse».
Il presidente dell’associazione Amici della Fondazione Cavour, prosegue: «Quello che mi hanno insegnato Teo Bungaro e Roberto Lotrecchiano, i due writers che hanno realizzato i murales cittadini, tra cui i due vandalizzati, è che, normalmente, c’è un grande rispetto tra i giovani, verso le opere realizzate. Per cui io ho l’impressione che chi è andato a imbrattare i muri in piazza Carducci e in piazza della Costituzione non sia affatto un giovane. La mia è solo una ipotesi: sarebbe interessante riuscire a capire se è vero che non è stato un giovane. Qualora fosse confermata questa ipotesi bisognerebbe poi anche capire perché queste le persone di una certa età, che dovrebbero in un qualche modo educare anche al bello le nuove generazioni, vadano a imbrattare i murales».
Marco Fasano chiude così: «Aggiungo di più. Perché queste persone non hanno chiesto l’autorizzazione a realizzare un murales, magari sui muri di casa loro, o da qualche altra parte, per comunicare il messaggio che hanno in testa a tutti. Penso anche che su quanto successo dovrebbe riflettere anche il mondo della scuola santenese, a partire dagli insegnanti, per capire le ragioni che muovono la mano dell’imbrattatore. Per capire il malessere che porta a simili gesti. Tenendo conto di tutto questo, per quanto avvenuto in città, prima di gettare discredito sui giovani meglio sarebbe avere qualche certezza in più sull’età dell’autore dei due vandalismi. Chissà che non ne emergano sorprese».
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