Un tavolo di lavoro con Comuni, città metropolitana e Regione per contrastare il gioco d’azzardo

Santena – 21 febbraio 2017 – Un tavolo di lavoro per contrastare il gioco d’azzardo: questa la proposta arrivata dagli amministratori di una ventina di Comuni che, nei giorni scorsi,  hanno partecipato a una riunione nella sede della città metropolitana di Torino.

 

La riunione, svolta mercoledì 15 febbraio scorso, nella sede della Città Metropolitana di Torino, di corso Inghilterra, è stata presieduta dal vicesindaco metropolitano Marco Marocco. Hanno partecipato l’assessore al commercio e alle attività produttive della Città di Torino, Alberto Sacco, i portavoce di alcune Zone omogenee e alcuni sindaci e amministratori comunali del territorio.

Il sindaco di Santena Ugo Baldi, la riunione la sintetizza così: «Intanto la richiesta dell’incontro con la città metropolitana di Torino e con la Regione Piemonte è arrivata dai sindaci, in particolare della zona Ovest. In attesa del pronunciamento del Tar – sulla limitazione di orario per il funzionamento delle slot machine nei locali e esercizi commerciali del capoluogo – previsto in giugno, i sindaci manterranno le ordinanze che dispongono alcune ore di spegnimento delle macchinette mangiasoldi. Grande assente alla riunione la Regione Piemonte, anche se l’assessore Antonio Saitta ha inviato una mail dicendosi impossibilitato a partecipare, ribadendo l’intenzione di dare attuazione alla normativa regionale a contrasto del gioco d’azzardo patologico».

Ugo Baldi aggiunge: «Noi sindaci abbiamo chiesto di non essere lasciati soli nella battaglia a contrasto delle ludopatie. Su questi temi i sindaci del Chierese e Carmagnolese sinora si sono mossi in modo coordinato. Dai sindaci è emersa la proposta di un tavolo di lavoro che veda presenti Comuni, città metropolitana dei Torino e Regione Piemonte. Una sede che serva ad attuare tempestivamente quanto disposto dalla legge regionale di contrasto al gioco d’azzardo. Dalla riunione è emerso che nessun sindaco ha intenzione di ritirare le ordinanze che riducono il numero di ore di apertura e funzionamento delle macchinette mangiasoldi».

L’esigenza di coordinare le politiche di limitazione del danno causato dal gioco d’azzardo compulsivo è molto sentita dai Comuni, soprattutto dopo che la Città di Torino ha sospeso, in attesa di un pronunciamento del Tar del Piemonte, la limitazione di orario per il funzionamento delle slot machine nei locali e esercizi commerciali del capoluogo. La decisione fa seguito a un’ordinanza del Consiglio di Stato, il quale si era pronunciato a favore di un ricorso contro il provvedimento voluto dalla sindaca Chiara Appendino per mettere un freno al gioco d’azzardo con le cosiddette macchinette mangiasoldi.

Almeno fino alla decisione del Tribunale amministrativo regionale a Torino resterà  in vigore l’orario stabilito da un’ordinanza del 1998, che disciplina l’orario facoltativo di apertura delle sale giochi dalle ore 10 alle 2. Le nuove disposizioni comunali limitavano invece l’accensione delle slot machine a otto ore al giorno.

L’opposizione dei titolari degli esercizi commerciali ha trovato per lungo tempo un largo ascolto da parte dei giudici amministrativi, che hanno spesso annullato le misure di limitazione dell’orario di utilizzo degli apparecchi da gioco adottate dai Comuni, ritenendole illegittime, in quanto la materia “ordine pubblico e sicurezza” rientra nella competenza esclusiva dello Stato. La questione è comunque lontana da una definizione. Una multinazionale del gioco ha impugnato davanti al Tar una regolamentazione varata dal Comune di Rivoli, ma la Corte Costituzionale, investita della questione, ha confermato che i sindaci hanno diritto a regolamentare gli orari per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica.

I sindaci della Zona Ovest hanno emanato una serie di ordinanze simili a quella del Comune di Rivoli e rivendicano a loro volta il diritto a regolamentare il gioco d’azzardo. Anche la Città di Ivrea ha previsto che le slot machine possano essere in funzione solo dalle 12 alle 19 e dalle 20 alle 23.

A seguito di un ricorso da parte di una società che gestisce una sala giochi, il Tar ha rigettato una richiesta di sospensiva della regolamentazione e ha riconosciuto il diritto dell’amministrazione comunale di disciplinare gli orari. Peraltro la legge regionale per la prevenzione delle ludopatie prevede misure di limitazione degli orari di apertura delle sale e di funzionamento delle “macchinette” e iniziative di sensibilizzazione e prevenzione di un fenomeno che ha pesanti ripercussioni sanitarie e sociali.

Secondo il consigliere metropolitano e sindaco di Pianezza Antonio Castello, e secondo altri amministratori locali, occorre una modifica della legge regionale, che renda più stringenti e inattaccabili le norme che i Comuni devono far applicare nel proprio territorio. Sindaci e assessori presenti alla riunione del 15 febbraio hanno concordato sul fatto che l’uniformità delle regole sugli orari è l’unica soluzione per evitare che i giocatori compulsivi “emigrino” dai centri in cui la regolamentazione è più severa ad altri in qualche modo più “lassisti”.

È emersa quindi l’esigenza di un confronto costante con la Regione Piemonte e con i parlamentari locali, al fine di migliorare sia la legislazione del Piemonte che quella nazionale. Gli esperti nella prevenzione e alcuni amministratori locali che hanno preso a cuore la questione consigliano ai sindaci di far precedere l’adozione delle ordinanze dall’approvazione di regolamenti comunali del gioco d’azzardo.

Un modello-tipo di ordinanza è stato peraltro predisposto dal responsabile del Dipartimento Dipendenze dell’Asl TO3, diretto dal dottor Paolo Jarre. Concludendo gli interventi, il vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha confermato la disponibilità della Città metropolitana a coordinare un tavolo di lavoro a cui sarà invitata la Regione, con l’obiettivo di impostare una revisione della legge regionale che stabilisca l’obbligo per i Comuni di normare gli orari. Le amministrazioni locali intendono elaborare una strategia di resistenza alle iniziative legali dei gestori delle sale giochi. Della questione, ha annunciato il vicesindaco Marocco, si parlerà prossimamente anche in Consiglio metropolitano.

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Fonte: Cronache da palazzo Cisterna, numero 6 2016, pagine 13 e 14 e intervista a Ugo Baldi, sindaco di Santena.

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