Santena – 1° aprile 2017 – Trentacinque giorni alla 84° Sagra dell’Asparago di Santena. Nello stand della Pro-Loco, dal 5 al 14 maggio, si gustano i piatti della plurisecolare tradizione culinaria santenese. I Produttori del Pianalto e di Santena stanno investendo per accrescere l’offerta del prelibato germoglio locale. Anche Trump contro Cavour. Guardando al futuro, si tirano i conti del Castello.
1) All’asparago non si comanda. Il 25 marzo, con largo anticipo – ben 15 giorni sul 2016 – è iniziata la campagna 2017. Ogni giorno che passa, pian piano, la produzione cresce, seguendo il ritmo della natura. La notte la bassa temperatura rallenta l’attività delle radici. Col sole la crescita riprende. Per adesso bisogna prenotare e avere pazienza. Soprattutto da parte di buongustai e amici. All’asparago di Santena e del Pianalto non si comanda. La serietà dei produttori, la particolarità dei germogli coltivati, il disciplinare fanno sì che non si possa ricorrere ad “alchimie” per forzare la crescita. Tutto dipende dal calore della terra e dell’aria.
2) Tempo 0=freschezza. Il 2 aprile l’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, insieme ai Prodotti del Paniere della Provincia, oggi Città metropolitana torinese, è in Piazza CLN, angolo via Roma, a Torino, non lontano da Casa Cavour. La campagna 2017 prende il via significativamente dalla prima capitale d’Italia. Dal punto di vista commerciale si conferma la tendenza degli anni scorsi. La domanda è in aumento; segno della conoscenza e dell’apprezzamento da parte dei consumatori. L’offerta cresce, gli agricoltori investono in nuove asparagiaie, sempre di dimensioni famigliari a garanzia della qualità e della tradizione. Garanzia assicurata dal marchio di qualità.
3) Associazione Ristoratori Santenesi. “L’ingrediente principale dell’Asparago è la freschezza. Trattandosi di un tenero, delicato e dolce germoglio il tempo trascorso tra la raccolta e il consumo fa la differenza. Una differenza che noi ristoratori di Santena possiamo garantire grazie allo stretto legame instaurato con i coltivatori dell’Associazione Produttori.” Ristorante Le Vecchie Credenze; Agriturismo L’Antico Pioppo “La Carolina”. Ristorante La Locanda Del Cont; Ristorante Pizzeria Antica Locanda Roma.
4) Asparagi Spagnoli e Santenesi. A Burguillos del Cerro (Estremadura) si raccoglie l’asparago selvatico fin dai tempi dei Romani. Il fatturato annuo è di circa 2 milioni di euro. L’asparago è amaro, il dolce è il 10% del raccolto. La dimensione è sottile e allungata. Sua caratteristica più importante: è un prodotto biologico, quasi al 100%. La campagna in cui cresce è magra. Si alleva bestiame allo stato brado: maiali, bovini, pecore, cavalli, pollame. Non si coltiva la vite, pochi sono gli uliveti. Gli asparagi crescono tra i massi, sotto antichi alberi di quercia o di ulivo. I terreni sono recintati, ma dalla notte dei tempi c’è il diritto di raccolta per tutti. Al tavolo della discussione c’è pure Burguillos de Toledo. Qui si coltivava l’asparago che vediamo nei supermercati nostrani e sulle bancarelle. Questioni di prezzo, di costi e di minori rese per ettaro, hanno fatto sì che da quelle parti le asparagiaie siano state dismesse. Emerge che il biologico del Cerro e il fresco e naturale di Santena sono in grado di affrontare meglio un mercato in cui cresce la domanda legata al fattore qualità. Garanzia di genuinità, di provenienza e di responsabilità sono elementi di successo nei confronti della concorrenza.
5) Anche Trump contro Cavour. Vuole mettere dazi su prodotti italiani ed europei per creare posti di lavoro negli USA. Ma è più probabile che il risultato sia un aumento dei prezzi per i consumatori di beni di qualità. Il Capo dello stato più liberista del mondo è contro il libero mercato. Il rischio è che a rimetterci siano le nostre aziende esportatrici. Le contraddizioni sono così forti che i protezionisti nostrani si sono schierati contro Trump, osannato fino al giorno prima. Cina e Russia sono pronte a coprire lo spazio lasciato vuoto dagli Yankees. Ma l’Europa, orfana della G.B., per ora annaspa. Cambiare strategie e alleanze non è semplice come sembra. Eppure guardando al passato affiorano utili indicazioni per il futuro. Cavour, in un periodo di nuova globalizzazione, nel costruire l’Unità d’Italia come prima azione politica firmò accordi che abbassavano le tariffe doganali. Ciò favorì gli scambi commerciali e l’innalzamento della produttività e fece l’emergere i ceti produttivi a scapito dei ceti parassitari. Purtroppo oggi i Cavour scarseggiano, mentre abbondano i Trump. (Cavour alla Camera per la firma del trattato commerciale col Belgio, gennaio 1851).
6) All’erta. Santena, la città di Camillo Cavour, ha precise responsabilità verso gli Italiani. Qui si conservano pagine importanti della memoria patria. I Santenesi hanno il dovere civile e morale di tutelarle dagli assalti di chi tenta di distorcere la storia dell’Unità d’Italia. Di chi vuole deprivare le giovani generazioni della memoria delle opere e delle azioni di cui sono stati capaci i loro antenati. Di chi non vuole investire su questo straordinario patrimonio.
7) #Celasipuòfare Castello. Santena ha il dovere di garantire l’usufruibilità dei beni culturali che ha la fortuna di ospitare e che ha contribuito a rendere utilizzabili e accessibili. Anche con risorse ridotte la comunità santenese ha dimostrato dal 1996 che #celasipuòfare risparmiando e operando economie. Il Comune, inoltre, è Socio Fondatore della Fondazione Camillo Cavour. Ciò significa che ha assunto insieme agli altri Soci Fondatori, istituzionali e non, l’impegno di sostenere annualmente la contribuzione necessaria per il funzionamento della struttura. Obbligo che ha sempre onorato. Altre soluzioni non ci sono. Dimissioni e commissariamenti non servono perché darebbero le scuse per portare l’orologio indietro a prima del 1996. Al periodo in cui, con il Castello chiuso, l’opera dei ceti sociali che sostennero l’azione di Cavour corse il rischio di essere cancellata dalla memoria delle giovani generazioni.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 1° aprile 2017
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