SANTENA – 10 giugno 2017 – Che c’entra l’Asparago di Santena e del Pianalto con la Russia, l’embargo, il cambiamento climatico, la globalizzazione? Se parli di Crimea, Camillo Cavour drizza le antenne. Solito frastuono di campane e di sirene. All’ultimo La Pietra sostituisce, con grinta, l’Appendino.
1) Export Russia. Prosegue la fase espansiva dell’export agroalimentare italiano. Secondo le proiezioni di Federalimentare sui dati Istat del commercio estero al primo trimestre 2017, la crescita è valutata in un +8% a 7,7 miliardi. Nel dettaglio del periodo gennaio-febbraio, l’Italia consolida la quota sui mercati di Stati Uniti (+5,1%) e Francia (+4,5%). Performance migliori segnano Spagna (+15,7%) e Cina (+12,9%), ma la novità assoluta è la Russia che – nonostante l’embargo – totalizza un +50,4% nel primo bimestre con una proiezione del 45% sul trimestre. (R. Iotti. Il Sole 24ORE, Imprese e Territori, 23 maggio 2017).
2) Clima della Crimea? Sarà fantapolitica, ma fa riflettere! Un investitore russo contatta, tramite un imprenditore langarolo di nocciola, l’Associazione Produttori dell’Asparago. Vuole vedere un’asparagiaia. Viene, visita, osserva, fotografa, s’informa. Innanzitutto domanda se il terreno e il clima sono adatti. Chiede se c’è un imprenditore, possibilmente giovane, disposto a collaborare per verificare la possibilità di impiantare in Crimea la produzione dei germogli, da vendere sul mercato di Mosca e delle grandi città. Precisa che il mercato di consumo c’è, ma manca l’offerta. Le conseguenze dell’embargo dell’Unione Europea, che parecchi danni ha portato alle esportazioni non solo alimentari italiane, aleggia sull’incontro.
3) Embargo stimola investimenti. Vuoi che la superpotenza Russa non sia attenta al cambiamento climatico? Vuoi che la vicenda dell’embargo, conseguente alla guerra con l’Ucraina, non abbia fatto drizzare le antenne a Putin e compagni? L’Orso, ex sovietico, raccoglie la sfida e rilancia. In più i Russi hanno soldi petroliferi da investire. L’embargo ha evidenziato il problema strategico della loro autonomia e autosufficienza agroalimentare. Da ciò derivano nuovi interessi e investimenti i cui risultati si vedranno da qui a 10-20 anni. La Crimea è sul Mar Nero. Il mare in cui è nata, non a caso, la civiltà classica e moderna. Lì il clima è temperato. Del resto il surriscaldamento climatico man mano che si spinge verso nord apre prospettive nuove per l’immenso e freddo territorio agreste dell’ex URSS. Clima ed embargo spiegano dunque l’interesse verso investimenti in nuove produzioni di alimenti. Non è un mistero peraltro che il principale produttore e consumatore mondiale di asparagi sia il colosso cinese. Sarà un caso ma allargando lo sguardo sui dintorni, da Santena e dal Pianalto si può osservare ciò che accade sulla Terra. Qualcosa del genere successe già al tempo di Napoleone I, con la barbabietola da zucchero.
4) Botta e risposta. Martedì, 6 giugno. Ore 19,00. I rappresentanti istituzionali avevano terminato i loro chiari e incisivi interventi. Tutto filava liscio, tranne qualche sospetta interferenza microfonica. Gli habituées attendevano fiduciosi che succedesse quel che doveva succedere. Ansiosi, scrutavano il campanile. Alle 18’59’’17 l’insigne Professore del Collège de France, Carlo Ossola veniva chiamato all’ambone microfonato. Alle 18’59’’51 iniziava la lezione “ De Sanctis: tra Cavour e Marx nella lettura di Dante”. A metà della prima frase, precisamente sulla parola “eteroclito” veniva interrotto bruscamente. Dall’alto, sul cortile del Castello, s’abbatteva un frastuono di campane, costringendolo al silenzio. Era una chiara risposta della Chiesa al segnale –due sonore scariche di sirena– inviato da Camillo Cavour, durante la messa degli scout, officiata dai tre Vescovi, domenica 28 maggio, nel cortile dell’ex Museo. E poco importa che il mezzo della provocazione sia stato un ignaro cavouriano di archivistico passaggio. Troppo grossa la provocazione. Passi per quel mangiapreti di Cavour, ma l’eteroclita compagnia composta da Dante Alighieri, Karl Marx e Francesco De Sanctis esigeva una risposta allegra e fragorosa. Libera Chiesa in libero Stato è un monumento alla laicità, sia in campo religioso, sia civile, che Santena custodisce orgogliosamente.
5) Largo ai giovani. 6 giugno. L’assessore del Comune di Torino, Maria La Pietra, dopo i fatti di Piazza San Carlo, ha sostituito la più che giustificata padrona di casa, Chiara Appendino, impegnata sul fronte della sicurezza e dell’insicurezza. Il discorso, venato da una sacrosanta giovanilistica suscettibilità, ha esaltato il valore di Camillo Cavour e del patrimonio custodito a Santena. L’Assessore è ingegnere dei trasporti. Da vent’anni lavora nel campo. La sua formazione ed esperienza lavorativa, non è dissimile, per certi aspetti, da quella del Contadino-Tessitore Santenese. Sottolineando l’età ha richiamato l’attenzione di tutti i cavouriani presenti sul rinnovamento delle persone, delle idee e del modo di gestire e governare i beni di interesse pubblico. Del resto Cavour assunse cariche ministeriali a 40 anni, per poi abbandonarle frettolosamente a soli 50 e 10 mesi. Ma questo è un altro discorso.
6) Masche e fantasmi. Si può non credere ai fantasmi. Ma come si fa a non credere alle masche? A maggior ragione a Santena. Terra in cui passato, presente e futuro convivono grazie alla presenza di un maestoso patrimonio storico e rurale. Una ricchezza in cui è racchiusa la storia millenaria degli Italiani che da agricoltori sono diventati per qualche decennio operai e impiegati pubblici o privati, e subito dopo pensionati. Per poi rimettersi in cammino alla ricerca di nuovi ruoli sociali, ancora non ben definiti. Intorno al Parco, al Castello, alla Torre, alla Cascina Nuova e altrove c’è un capitale naturalistico, magico, favolistico ed esoterico invidiabile. Un patrimonio paesaggistico in cui sopravvivono credenze, tradizioni e leggende che ricordano figure misteriose legate alla natura, alla terra, agli alberi, al giorno e alla notte. Che le masche si possano intravvedere nel Parco Cavour è stranoto. Ecco un esempio.
7) Trepidante attesa. Le sale sono state sgombrate da giorni. Tra poco dovrebbero iniziare i lavori interni al Castello. Quando il Memoriale di Camillo Cavour sarà terminato si potrà verificare quanto e come gli Italiani si identificano con esso. L’operazione di riempire di contenuto il contenitore non è semplice, ma neppure così impossibile. Parlando di Cavour viene da sé che si parla del Memoriale degli Italiani e delle condizioni di vita delle categorie sociali –agricoltori, ferrovieri, postini, marinai, meccanici, fonditori, muratori e quant’altri – che hanno fatto l’Italia Unita. L’esito non può essere diverso, visto l’intimo legame tra l’azione e l’opera dello Statista e del Popolo che così in larga misura partecipò al Risorgimento e al successivo progresso sociale. Questa era l’impronta tracciata dagli storici che allestirono il Museo Camillo Cavour di Santena, in occasione dell’epica e troppo sottovalutata, “Italia ‘61”.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 10 giugno 2017.
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