Santena e Pianalto: clima cavouriano, puntata 74

Santena – 17 giugno 2017 – Suggestioni per il Museo Cavouriano e per l’agricoltura. Solo dalla periferia rurale possono venire proposte per lo sviluppo della Città Metropolitana. Anche nel Pianalto il clima cambia. Il governo del territorio è il sistema del cibo e del lavoro. Colture controproducenti e superate consumano il suolo quanto la speculazione immobiliare. Come cambiare la PAC dal basso!

Santena, castello Cavour

1) Museo e Agricoltura naturale e sostenibile. Tra non molto i lavori di ristrutturazione del Castello Cavour dovrebbero essere ultimati. Nell’attesa, si ragiona sul futuro e sulla necessità di passare dai 3.000 visitatori annui attuali ai 50.000 necessari a coprire i cresciuti costi di gestione. Si ragiona pure sulla forma migliore di governo dell’intero complesso, valutando se sia utile accorpare il polo risorgimentale santenese, con un polo risorgimentale torinese. Nel frattempo a Santena si considerano altre iniziative. La Città, ad esempio, ha le caratteristiche per essere, contro il dilagare delle intolleranze alimentari, un centro agricolo che contribuisce alla campagna del mangiare bene e sano. Una parte crescente dell’agricoltura santenese e del Pianalto, infatti, è sempre più orientata alla produzione agricola sostenibile e di qualità e alla diffusione della biodiversità. La cultura agronomica e agroalimentare della zona va verso un uso dei terreni agricoli specializzato nella qualità e nella difesa del paesaggio rurale che demarca il confine tra la metropoli e la campagna. E Cavour osserva con vivo interesse.

2) Globalizzazione. Processo connesso con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo”. Ed ecco che nella città di Camillo Cavour, davanti a due asparagiaie, una in Strada Valeo, l’altra in Via Avataneo, due asparagicoltori s’incontrano con un daghestano, mussulmano, che coltiva, grazie a un langarolo, le nocciole nel Daghestan, sul Mar Caspio. Adesso il Russo vuole coltivare asparagi in Crimea, sul mar Nero. Viene qui con un’interprete siberiana e un autista russo, che parla spagnolo, per verificare se si riesce a collaborare. L’embargo ha evidenziato la non autosufficienza alimentare della Russia, mentre il surriscaldamento terrestre offre nuove opportunità legate al cambiamento del clima.

3) Dimensioni di mercato. Da secoli il territorio e la comunità della Zona Omogenea Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana di Torino producono cibo fresco e di qualità che nutre Torino e Prima Cintura. Così la periferia contribuisce a mantenere alto il livello di qualità di prodotti agroalimentari che finiscono sul mercato metropolitano. Da vari decenni dalla dimensione locale si è passati a una dimensione di zona. L’Asparago di Santena, grazie all’azione della Provincia, oggi Città Metropolitana, è diventato PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale del territorio del Bacino della Banna, coltivato a Chieri (Fontaneto, Mosi e Mosetti), Poirino, Isolabella, Pralormo, Carmagnola (Casanova e Vallongo), Villastellone, Trofarello, fino a Cambiano, passando ovviamente da Santena.

4) Suolo=Cibo. Tra le città europee e italiane, Torino è stata una delle prime a impostare una politica del cibo, mentre la Provincia, oggi Città Metropolitana, ha contestualmente avviato una politica agroalimentare. Politiche che vanno rivolte all’ uso corretto del suolo metropolitano dal punto di vista delle colture più appropriate per quanto riguarda la crescita della competitività a livello regionale ed europeo e per la creazione di nuovi posti di lavoro.

5) Lavoro e aziende. Dopo anni di successi per il Piemonte e per Torino -si pensi alle esperienze di Terra Madre, al Salone del Gusto, all’ istituzione dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali, al Paniere della Provincia di Torino, a Eataly, all’Atlante del Cibo – per la Zona Omogenea del Chierese-Carmagnolese si apre una pagina nuova per gli investimenti e il lavoro in agricoltura, turismo, accoglienza e ristorazione. Per la Città Metropolitana e il Pianalto è ora di concretizzare esperienze ed idee sul cibo sostenibile, accessibile e disponibile e sui prodotti agroalimentari d’eccellenza.

6) Sveglia, politica. La politica serve a superare conflitti e a scegliere tra interessi differenti. Vista la presenza di interessi diversi nell’uso dei terreni agricoli è ora di identificare gli strumenti giuridici e politici utili per costruire sistemi alimentari sostenibili in Piemonte. I Comuni della Zona, la Città Metropolitana e la Regione, ricorrendo alla Pianificazione territoriale e ai regolamenti comunali e zonali, devono sostenere la qualità dei prodotti agricoli, limitando le colture che risultino dannose o controproducenti dal punto di vista dell’usura del suolo e del consumo di acqua.

7) Appello ai rappresentanti eletti. I Comuni, gli Istituti scolastici, in testa gli Agrari della zona, i Portatori di interesse delle aziende agricole devono costituire un Laboratorio del Chierese-Carmagnolese che dia consistenza a processi sostenibili ed innovativi nella coltivazione, trasformazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 17 giugno 2017.

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