SANTENA – 1° ottobre 2017 – “Campo nomadi”: questo l’oggetto di una interpellanza, presentata dal consigliere Enrico Arnaudo e discussa nel consiglio comunale del 28 settembre scorso. Una vicenda articolata e complessa.
Enrico Arnaudo, consigliere di minoranza, della lista Gianna Lisa, in consiglio ha cominciato così: «Sono pervenute al sottoscritto, da parte di alcuni agricoltori, proprietari dei campi confinanti con l’area di via Longoria, occupata da famiglie nomadi, segnalazioni riguardo allo stato di grave degrado e di carenza igienica in cui versa la zona. Trattandosi di insediamento abusivo non vi è, ovviamente, disponibilità di acqua corrente, né allacci fognari, né servizio di raccolta rifiuti. Conseguentemente anche ei terreni agricoli intorno all’accampamento sono diventati una sorta di discarica, con cumuli di immondizia ed escrementi che gli stessi coltivatori sono costretti a rimuovere e ripulire». Enrico Arnaudo ha termina così la sua interpellanza: «Chiedo pertanto, se sono in programma interventi di risanamento dell’area e, in caso affermativo, quali sono i tempi, le modalità, i costi dell’operazione e con quali risorse si intendono coprire».
Il sindaco Ugo Baldi, ha risposto: «Naturalmente la situazione del campo nomadi di Santena è a conoscenza dell’amministrazione, da anni. Da anni si segue il problema sotto i vari aspetti, non ultima l’educazione dei bambini. Qui mi limito a quanto chiesto dall’interpellanza, in merito alla quale ho dato disposizione agli agenti di polizia municipale di fare un sopralluogo per vedere se quello che il consigliere Enrico Arnaudo ha raccolto come informazione corrispondeva al vero».
Il sindaco ha proseguito leggendo ampi stralci della relazione di servizi firmata da Roberto De Filippo, comandante la polizia locale: «Il giorno 27 settembre gli agenti di polizia municipale si portavano in via Longoria per verificare la presenza di rifiuti nei pressi del terreno occupato dalle famiglie Halilovic. Si accertava la presenza di un cumulo di materiale incenerito e un bidone di ferro sulla parte sinistra di via Longoria. Si accertava nei pressi dell’ingresso dell’accampamento di via Longoria 20, un cumulo di materiale legnoso, in prevalenza pallet rotti e listelli di legno, il tronco di un albero, una sedia rotta, un cassone di plastica contenente materiale plastico e nylon. Si prendevano contatti con Dani Halilovic – per inciso è il capo di uno dei due accampamenti, il capo storico -, il quale riferiva che il materiale legnoso veniva usato per il riscaldamento e che avrebbe provveduto alla sua rimozione, mentre il cassone veniva utilizzato per differenziare il materiale plastico dagli altri materiali». Il sindaco ha proseguito la relazione di servizio, leggendo: «Il materiale legnoso non è da definirsi come rifiuto». La relazione termina così: «Non si rilevava la presenza di altri materiali o rifiuti nei campi coltivati adiacenti al terreno di via Longoria».
Terminata la lettura il sindaco ha aggiunto: «Rispetto a quanto denunciato nell’interpellanza la situazione non è così drammatica. E intanto il capo del campo ha detto che avrebbe provveduto a togliere questi rifiuti. Nell’interpellanza si chiede su chi peseranno i costi della rimozione. Se ci saranno saranno addebitati a chi vive nel campo e non certo alla collettività. DI certo non spenderemo risorse pubbliche per ripulire quell’area». Il sindaco ha continuato: «La situazione del campo nomadi è complessa e di non facile soluzione, così come quella di tutti i campi nomadi. Negli ultimi anni ci sono state più ordinanze pendenti su questo campo. Non le possiamo attuare per un semplice motivo: la legge regionale tutela i nomadi e prevede, nel caso di sgombero del campo, la sistemazione in abitazione delle persone sgomberate, a maggior ragione se minori. Negli anni abbiamo cercato di individuare e trovare una soluzione che potesse risolvere tutta una serie di problemi. Abbiamo avuto più incontri con il responsabile del campo. Ad esempio, nei prossimi giorni reincontreremo il signor Dani Halilovic per alcuni problemi che stanno creando i bambini del campo al servizio scuolabus con tanto di danneggiamento dei bus. Voglio però dire che, questa comunità di via Longoria 20, in questi anni non ci ha mai dato grossi problemi. A parte qualche segnalazione arrivata dai supermercati».
Il sindaco Ugo Baldi ha proseguito: «Con loro abbiamo cercato di arrivare a patti. Non hanno acqua pubblica, vanno a prenderla con i contenitori nelle cascine vicine. Hanno chiesto di avere acqua pubblica: noi abbiamo detto che possiamo soddisfare tale richiesta a patto che migliorino le scarse condizioni igieniche del campo. Con loro procediamo con soluzioni di compromesso. Vogliamo che il numero dei componenti non aumenti rispetto alla cifra contingentata che è fissata in 35. Vogliamo che i bambini frequentino la scuola: questo è utile ai fini integrativi. Non vogliamo che vadano in giro per supermercati o a mendicare. Abbiamo ripetutamente chiesto che le condizioni igieniche del campo migliorino. Abbiamo chiesto loro di presentarci un progetto di sistemazione dell’area. Abbiamo a cuore soprattutto la situazione dei bimbi più piccoli che, anche in inverno, girano scalzi; per loro è normale. Entrare nel campo non è facile, abbiamo trovato grandi difficoltà anche quando ci siamo presentati accompagnati dalle assistenti sociali. La strada che si è adottata è quella di trovare soluzioni di compromesso. Ricordo che, a differenza di tanti campi nomadi non sono su area pubblica, ma insistono su terreno agricolo che è di loro proprietà. Tutto ciò complica ancor di più la vicenda. A parole il capo campo ci ha fatto sapere che, qualora reperissero una cascina anche fuori Santena sarebbero disponibili a trasferirsi».
E’ quindi intervenuto Guglielmo Lo Presti, dirigente dei Servizi amministrativi e legali, presente in consiglio comunale nella veste di segretario comunale, che ha fornito alcune precisazioni: «Noi associamo i nomadi allo straniero però qui, in via Longoria 20, si tratta di 35 persone di cui 33 hanno la cittadinanza italiana. Lo stato italiano gli ha dato la cittadinanza. Questo significa che tutte le ipotesi di allontanamento e sgombero non hanno nemmeno il minimo fondamento giuridico. Sono cittadini italiani. Inoltre il terreno agricolo dove si sono sistemati è di loro proprietà. In questi anni abbiamo portato avanti politiche di non agevolazione per vedere se si riusciva a non far ampliare il campo. Ad esempio loro ci hanno chiesto l’allaccio all’acqua pubblica. Un permesso mai accordato per vedere se loro, in forza di questo trovavano sistemazioni abitative alternative. Questo deterrente non ha funzionato. Anzi ha prodotto l’effetto di avere bambini sporchi a scuole. Come si vede il problema del campo di via Longoria 20 è complesso, molto complesso. Occorre anche evitare che questa situazione venga strumentalizzata».
L’interpellante, il consigliere Enrico Arnaudo, ha replicato così: «Quando ho ricevuto la segnalazione sono andato sul luogo. Mi hanno detto di mettersi gli stivali e così ho fatto. I campi attorno all’insediamento erano pieni di feci umane. Io sono sicuro che i vigili hanno fatto un ottimo controllo, però quando mi hanno segnalato la cosa sono entrato nell’area vicina con gli stivali. In più c’è un problema che mi pongo: ma se non hanno acqua e vanno a scuola con i nostri bambini come fanno? Noi poniamo problemi per le vaccinazioni, ma qui come la mettiamo con tutta una serie di problemi che vanno valutati. La risposta che ho ricevuto mi piace, in parte. Capisco che è un problema umano. D’altra parte è un problema che va risolto in maniera netta».
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