SANTENA – 14 ottobre 2017 – Conflitti armati come la Grande Guerra e conflitti culturali come quello con Lenola segnano la vita di Santena. Il Centenario della I Guerra Mondiale serva a riflettere sull’oggi. La vittoria di Lenola un esempio e un precedente per l’Italia e per l’Europa.
1) Attenti ai nazionalismi. E’ un dovere ricordare gli antenati combattenti e pure i loro famigliari, le mamme, le mogli e le sorelle rimaste a casa a mandare avanti la famiglia e l’Italia. Il 4 novembre 1918 per molti, militari e civili, non fu il giorno della vittoria, ma quello della fine della guerra. Una guerra non di difesa, ma di conquista, combattuta all’insegna di un feroce nazionalismo e del più razzistico imperialismo. Per conoscere e capire ciò che accadde, oltre che sui caduti è bene riflettere sui reduci e sui guasti di un nazionalismo sfociato pochi anni dopo nel Fascismo, Nazionalsocialismo, Razzismo e nella II Guerra Mondiale. Per fortuna dopo il 1945 i nostri antenati compresero l’utilità di creare l’Unione Europea. Quell’Europa che oggi i neo-nazionalismi e gli stolti vorrebbero distruggere.
2) Tutti in guerra. Solo 100 anni fa quasi tutte le famiglie italiane entrarono in Guerra. I mobilitati erano 5,5 milioni di maschi. Il 24 ottobre 1917 ci fu la disfatta di Caporetto. In due anni e mezzo di guerra i morti -giovani maschi nel fiore degli anni- erano già oltre mezzo milione. Ben maggiore era il numero dei feriti e degli invalidi. Dopo quel disastro gli Alleati chiesero al Governo di liquidare, per inadeguatezza, il Generale, Luigi Cadorna. Armando Diaz, prese il suo posto. Accanto a lui c’era un Santenese; Giovanni Visconti-Venosta, benefattore della città, erede e ultimo discendente di Camillo Cavour, segretario del Generale firmatario del Bollettino di guerra, n° 1268. Con Giovanni in guerra c’erano centinaia di Santenesi e anche suo fratello Enrico, l’eroe della Resistenza, il Maggiore del Gruppo di Combattimento Cremona, caduto nella II guerra mondiale, nel marzo 1945, a 62 anni, combattendo con gli Alleati, contro gli invasori tedeschi.
3) Nazionalismo non solo Catalano. “Tutti i popoli, moderni e arretrati, vivono nella loro storia momenti in cui la ragione è annebbiata dalla passione. È certo che la passione può essere generosa e altruista, quando è ispirata dalla lotta contro la povertà o la disoccupazione. Ma la passione può essere anche distruttiva e feroce quando a muoverla è il fanatismo e il razzismo. La peggiore di tutte, quella che ha causato più danni nella storia, è la passione nazionalista”.(Mario Vargas Llosa, La Stampa, 9 ottobre 2017).
4) Lenola lo Stato difende Cavour. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio della Provincia di Latina, Frosinone, Rieti dice no. Lo scrive in una lettera indirizzata: alla Prefettura di Latina, alla Società di Storia Patria di Roma, di cui non conosciamo il parere, e al Sindaco di Lenola. Scrive che esaminata la documentazione sull’abolizione dell’attuale Piazza Camillo Cavour “esprime parere contrario” perché l’intitolazione risulta essere di importanza storica in quanto ormai storicizzata e consolidata nel tempo. La lettera conclude lasciando intendere che per quanto riguarda Pietro Ingrao si dovrà decidere altra ubicazione.
Firmato: il Soprintendente, Saverio Urciuoli.
5) L’Italia tutela Cavour. La prefettura di Latina visto il parere della Sopraintendenza, il 16 giugno scrive al Sindaco prot. n. 7287/2017/area 2. “Si fa riferimento alla richiesta …di modificare l’intitolazione della piazza centrale …variandola da Piazza Camillo Cavour a Piazza Pietro Ingrao, come da delibera di G.M. n. 25 del 28/02/2017. Al riguardo, si comunica che la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio… ha espresso parere contrario all’abolizione della denominazione della piazza attualmente dedicata a Cavour, che dal punto di vista toponomastico risulta essere di importanza storica in quanto ormai storicizzata e consolidata nel tempo. Pertanto, si invita codesta Amministrazione Comunale a provvedere alla individuazione di altra ubicazione (ndr. per Pietro Ingrao). Il VicePrefetto Vicario, Scipioni.
6) Cavour e Ingrao, vittoria storica. I due saranno contenti. L’imbarazzo era notevole, soprattutto per il secondo. La piazza centrale di Lenola non cambia nome. Nella cittadina della Ciociaria si è disputata e vinta una partita di rilievo nazionale. Il tentativo di ridurre le identità condivise degli Italiani a dimensioni localistiche o partitocratiche è stato respinto. La cancellazione della memoria condivisa della storia patria non è passata. Tutto ciò grazie alla mobilitazione dei cittadini, al senso civico dei figli di Pietro Ingrao, al lavoro delle istituzioni rappresentative dello Stato e alla mobilitazione dei volontari dell’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena. La risoluzione è importante perché costituisce un precedente da usare come argine contro il dilagare delle spinte neo-cattointegraliste-borboniche al Sud e secessionistiche-autonomistiche al Nord e al Centro Italia.
7) La svolta del 2001. I soldi romani per terminare i lavori nel Castello sono stati sbloccati. Tra poco partiranno i lavori. La lunga marcia iniziata nel 1996 dai volontari dell’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena prosegue in direzione del pieno inserimento del Castello tra le Residenze Sabaude. Per la verità la svolta avvenne nel 2001, durante un’assemblea dei volontari. Mancavano 10 anni al 150° dell’Unità d’Italia. Fu deciso di avviare un progetto da realizzare con le istituzioni: la Regione, guidata da Enzo Ghigo, Torino, da Sergio Chiamparino, la Provincia di Torino, da Mercedes Bresso. Da lì nacquero l’idea della scuola di Storia Patria, la proposta di inserire il Castello di Santena tra le Residenze Sabaude, l’istituzione del Premio Nazionale Camillo Cavour e la mostra Itinerante “Camillo Cavour e il suo tempo” inaugurata a Roma, nel 2010, alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un’operazione che portò la Regione, fino allora assente, a entrare tra i soci finanziatori e fondatori della Fondazione Camillo Cavour, al fianco della Città di Torino e di Santena. Tra gli artefici della svolta insieme ai volontari santenesi, c’era lo storico Gianni Oliva, allora Assessore Provinciale e successivamente Assessore Regionale.
Gino Anchisi, da Santena, la città di Camillo Cavour, 14 ottobre 2017.
**
Twitter @rossosantena