Santena Patrimonio Unesco, puntata 93

SANTENA – 28 ottobre 2017 – Patrimonio Unesco di Santena-Torino: stanno per finire i lavori. Occorre subito una grande campagna di promozione con le Residenze Sabaude. L’obiettivo dei 50.000 visitatori l’anno, indicato dalla Fondazione è facile da raggiungere, basta fare la promozione. Il Castello Cavour può fare il salto di qualità se Torino, Regione, Stato e Santena investono sul futuro.

Qui sopra e sotto, la lunga fila in occasione della Giornata Fai, il 27 marzo 2011.

 1) Santena seducente. Il Castello Cavour è un patrimonio di tutti. Non solo dei Santenesi, non solo dei Torinesi. Non è neppure piemontese o statale o europeo. E’ un patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Il Castello fa parte delle 21 Regge Sabaude, inclusione alla base della decisione regionale di finanziare annualmente la spesa corrente, come socio fondatore della Fondazione Camillo Cavour.

Castello Govone

2) Santena è più sexy. Il sito Residenze Reali descrive il Castello come luogo della vita privata di un grande statista. “Antico castello rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, si presenta oggi come una villa settecentesca, progettata dall’architetto di corte Francesco Gallo e circondata da un parco all’inglese disegnato da Xavier Kurten. Maison de plaisance della famiglia Benso di Cavour, è stato il luogo in cui crebbe, si formò e lavorò il celebre statista: nell’ampia Sala Diplomatica, lunga 20 metri, si tenevano le riunioni politiche di Cavour, mentre la biblioteca e gli archivi conservano preziosi documenti storici. Oggi il castello è stato trasformato in una vera e propria casa-museo che ricorda la figura di Camillo Benso e testimonia lo stile di vita dei ceti dirigenti del Piemonte sabaudo”. In realtà Santena è molto di più. Con un po’ di nostalgia, senza essere nostalgici, è la memoria dell’operato  di generazioni precedenti -nonni, bisnonni, trisavoli e quadrisavoli- che ci hanno lasciato una cospicua eredità che non dobbiamo dissipare. Scusate se è poco!

Santena, castello Cavour

3) Santena avvincente. No, non è solo la “maison de plaisance”, la casa vacanza o di villeggiatura, dei Cavour. Santena è piuttosto la casa di lavoro, produzione e  direzione di un complesso di grandi cascine in cui si è innovata e sviluppata la moderna agricoltura padana e italiana. I Benso sono stati moderni agricoltori che praticavano, nelle cascine di Santena, di Chieri e del Pianalto, la meccanizzazione, la selezione e sperimentazione varietale, l’incrocio di razze animali, l’introduzione della concimazione e della chimica, la coltura del pregiato Asparago Santenese. Nell’Ottocento il sistema aziendale si ampliò. Entravano in scena nuovi territori e altri prodotti agricoli. Nelle Langhe, a Grinzane, Camillo Cavour coltivava la vite e lavorava vini pregiati: Nebbiolo, Barolo, Barbaresco. A Leri, nel Vercellese, produceva il riso. Questi cambiamenti avvenivano mentre cresceva un nuovo sistema sociale che includeva nuove categorie di lavoratori e le loro famiglie interessate alla modernizzazione.

4) Santena coinvolgente. La Cascina Nuova del Castello Cavour, l’ultima costruita in ordine di tempo, divenne nell’Ottocento il centro propulsivo dell’agricoltura del Pianalto. Era lo snodo, oggi si direbbe l’Hub, di un sistema ben articolato.  Integrato con il Chierese-Carmagnolese, collegato con Langhe, Roero, Monferrato, il Pinerolese, il Chivassese, il Collegnese, il Vercellese, con la Pianura Padana e con la Liguria, il Cebano e l’Onegliese. Oggi la Cascina Nuova ha un nuovo compito da svolgere. Deve ridiventare il centro di promozione delle eccellenze dei prodotti coltivati nel Chierese-Carmagnolese e nel Pianalto. Una vetrina della Città Metropolitana che esalti le attività agricole di quest’area occidentale della Pianura Padana che sta cercando di superare lo shock del dopo Fiat.

Castello Racconigi

5) Il fascino di Santena. Il Castello non è stato solo luogo di innovazione agraria e di villeggiatura. E’ la rappresentazione dell’Italia del fare, del produrre, del lavoro. La raffigurazione concreta della rivoluzione produttiva e sociale descritta da Cesare Beccaria e fatta propria dalle persone vissute dalla fine del Settecento in poi, che per comodità cataloghiamo tra gli Illuministi. Il sistema di cui faceva parte e le azioni e le opere che furono realizzate aiutò la formazione di un’aristocrazia agraria composta da contadini, mezzadri, borghesi e nobili, che rivoluzionò le tecniche agricole e i contesti sociali, creando le condizioni e le relazioni da cui scaturirono prima l’Indipendenza e poi l’Unità d’Italia. L’Associazione tra i proprietari terrieri del Chivassese e Vercellese -la base politica che sostenne la realizzazione del Canale Cavour- è un esempio significativo di ciò che sono stati capaci di fare i nostri antenati. E siccome gli Italiani di oggi sono tutti ex contadini, ecco che Santena a tutti gli effetti è un luogo primario della memoria patria degno di ospitare il memoriale degli Italiani.

6) Santena importante.  Essere nelle Residenze Sabaude è una fortuna. Mentre iniziano i lavori di sistemazione del Castello nulla impedisce di programmare, progettare, proporre i percorsi turistici-culturali-gastronomici-naturalistici per la prossima riapertura. Il raggiungimento di 50.000 mila visitatori l’anno, obiettivo facilmente conseguibile, si realizza puntando sulla promozione, valorizzazione e accoglienza. Tre azioni che si possono compiere subito, con l’aiuto e il sostegno del sistema delle Residenze Sabaude.

Reggia Venaria

7) Santena avvincente. Il futuro del castello Cavour di Santena è stato disegnato, a partire dal 2001, dalla collaborazione tra Regione, Provincia, Città di Torino e di Santena, e tra i volontari dell’Associazione Amici delle Fondazione Camillo Cavour  e la Fondazione Cavour di Santena. Mentre termina la ristrutturazione finanziata da Unione Europea, Stato, Regione, Torino e Fondazioni Bancarie, è ora di impostare il futuro. Dopo avere speso tanti soldi non è accettabile che Santena stia fuori dai circuiti del turismo che converge su Torino e sulle Langhe. Prima che si avviino i lavori nel Castello nulla impedisce che si chieda alle Residenze Sabaude e al sistema che sorregge le loro azioni, di collaborare per raggiungere gli obiettivi indicati dallo studio del Professor Guerzoni: 50.000 visitatori anno. Altre strade non ci sono. Quella col museo del Risorgimento ha senso solo se rientra in questa prima prospettiva.

Gino Anchisi, da Santena, la Città di Camillo Cavour, 28 ottobre 2017.

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