Santena, Cristoforetti, Draghi e buon 2018. Puntata 102

SANTENA – 30 dicembre 2017 – Cristoforetti-Draghi: Santena e Torino all’avanguardia grazie a Camillo Cavour. La distanza tra scuola e lavoro si supera riconoscendo il valore culturale dell’alimentazione e del lavoro produttivo. L’amore di Cavour per Santena e i suoi Asparagi. A proposito di nazionalismi.

Samantha Cristoforetti (Fonte immagine: ESA) Il 16 gennaio 2018 sarà a Santena per ricevere il Premio Cavour 2017

 

1) Draghi, Cristoforetti. Ancora una volta Santena dimostra di essere al passo con i tempi. Adesso al Presidente della Banca Centrale Europea tutti riconoscono di essere l’Uomo della svolta. Un anno fa non era così scontato. Dopo il Premio nazionale Camillo Cavour 2016, Mario Draghi, è stato eletto personaggio dell’anno 2017, dal Corriere della Sera. Perché: oggi l’area dell’euro è più dinamica di quella del dollaro. La crescita in tutti i 19 Paesi è sopra il 2%, mentre è al 4,6 nei Paesi emergenti e al 6,8 in Cina. In Italia gli investimenti crescono, la disoccupazione cala, l’export tira e crescono i consumi, nonostante i bassi prezzi. Il 16 gennaio, nel Castello Cavour, la consegna del Premio Nazionale Camillo Cavour 2017 a Samantha Cristoforetti conferma che Santena è un importante centro della cultura europea.

2) Provocazione? La cultura dell’alimentazione vale per la gente normale quanto la filosofia, le lettere, il diritto, la teologia, la tecnica e la scienza. O No?

3) Alternanza Lavoro-Scuola. La modernità dell’Illuminismo consiste nell’aver posto il lavoro produttivo al centro della società. Affermando la funzione politica del lavoro e della produzione si sono create le condizioni per collocare il lavoratore e l’imprenditore al centro dei processi sociali. Da allora chi produce non si può più considerare un servo o un suddito ma persona uguale alle altre, comprese quelle altolocate. Nel lavoro e nella spartizione della ricchezza si realizza il principio cristiano di uguaglianza che tanto assilla i progressisti e i conservatori di destra, di sinistra o di centro.

 4) Il distretto del cibo Chierese-Carmagnolese. Naturale che in quest’area, lungo l’antica via etrusca, romana, longobarda, medievale, rinascimentale che collega Langhe-Monferrato-Roero col Torinese, ci sia una tradizione culinaria d’eccellenza, tramandata nelle famiglie, contaminata dalle perenni piccole e grandi migrazioni, comprese quelle odierne. Una cucina sana e completa, che si gusta nelle case e nelle trattorie e ristoranti della Zona. Altra caratteristica del territorio è l’accessibilità dei cibi. Ogni anno, infatti, cresce la vendita diretta in cascina (Pecetto, Santena, Poirino, Pralormo, Villastellone, Trofarello, Cambiano, Carmagnola), facilitata e sostenuta dalle dimensioni familiari delle aziende agricole e dalla loro capacità di operare in rete e in forma associata al fine di garantire un prezzo giusto, la qualità e la freschezza del prodotto venduto.

5) Buone Pratiche/Best Practices. La vendita in cascina è valida e redditizia per l’orticoltura e la frutticoltura, ma anche per i latticini, i formaggi e le carni. Un sistema in crescita in tutta la zona.  Il risultato è dovuto alla filiera costruita associando piccole e medie aziende agricole che collaborano promuovendo e commercializzando i prodotti del loro lavoro. E’ un fenomeno in corso da anni che oggi cresce grazie alla certificazione della qualità del prodotto e grazie ai nuovi mezzi di comunicazione via web che mettono con rapidità in comunicazione la domanda e l’offerta, il venditore col compratore, saltando la catena dell’intermediazione o comunque abbreviandola. Collaborare è un valore in sé, che fa rendere meglio il lavoro produttivo.

6) Migliori del Mondo. Ha un bel sorriso. E’ giovane, diverso, orgoglioso d’esser Trentino. Ma è contadino con poca proprietà. Frequenta in Piemonte un corso gratuito d’alta specializzazione, che dalle sue parti non esiste. Ciò nonostante insiste per segnare le distanze dagli Italiani. (N.B. per lui anche i Veneti sono Italiani). Più che Trentino si sente Altoatesino, anzi Tirolese. Loro sono migliori di noi e forse non ha tutti i torti. E’ attratto dall’ondata neoidentitaria dietro cui si nascondono coloro che credono alla superiorità del sangue, del particolarismo, del territorio, della tribù, della razza, della religione. E’ un peccato non sappia che gli Altoatesini hanno ottenuto dagli Italiani più di ogni altra minoranza al Mondo. Merito di Alcide De Gasperi, di Silvius Magnago e dei loro contemporanei. Per ora il ragazzo sembra non comprendere l’alto valore dell’autonomismo al confronto con le miserie nazionaliste, indipendentiste, separatiste, secessioniste emerse in Catalogna e con la Brexit. Dovrebbe almeno sapere che i Sud-Tirolesi, così vessati dagli Italiani, hanno un reddito procapite di 42.400 euro, contro i 39.300 degli Austriaci di Innsbruck. Merito della loro socialità, ma anche dei trasferimenti statali. Col ragazzo, e con i nostri, forse vale la pena di ragionare su come rafforzare l’Unione Europea e l’Italia.

7) VII. Asparagi la grande passione di Camillo Cavour. Cavour apprezzava tutti i prodotti della natura. In testa alla classifica dei piatti preferiti c’era una verdura: l’asparago di Santena e delle Terre del Pianalto. Raccolto tra i primi di aprile e i primi di giugno. Belli, freschi coltivati nei campi intorno alla Cascina Nuova e dalle parti del Lai, due delle aziende di famiglia. I germogli sono così teneri che si possono addirittura mangiare crudi. Purché siano a tempo zero, cioè appena raccolti dal campo, così come si sono specializzati oggi i contadini dell’Associazione Produttori di Santena e delle Terre del Pianalto. All’asparago Cavour dedicò grande cura. Dicevano che facessero male ai reni, che li caricassero. Lui sapeva che non era vero. L’asparago fa bene. Il germoglio fresco contiene molte proprietà curative. Come sempre basta non esagerare. Camillo dubitava che a mettere in giro la voce fosse la lobby dei carciofi o della polenta. Del resto anche se mangi tutti i giorni spinaci non va bene. Bisogna essere probi e Cavour quando voleva, lo era. Agli asparagi dedicò grande cura perché oltre ai vantaggi economici, ne intuiva le proprietà salutari.

I germogli freschi sono ricchi di sali minerali tra cui calcio, potassio, magnesio, manganese, fosforo e di vitamina A, B e C. Ciò li rende particolarmente utili per la salute dei muscoli e del cuore. Il loro effetto diuretico fa bene anche a chi soffre di pressione alta. L’asparagina che contengono è un amminoacido che aiuta l’organismo a eliminare il sodio in eccesso. Sono ricchi di glutatione, una sostanza epatoprotettiva, che aiuta a neutralizzare i radicali liberi, un antiossidante che favorisce la depurazione dell’organismo permettendogli di eliminare le sostanze dannose e cancerogene. Secondo alcuni studi svolgerebbero addirittura un ruolo importante nella prevenzione del diabete di tipo 2. I loro principi attivi favorirebbero la produzione di insulina, determinando la diminuzione dei livelli di glucosio nel sangue. Gli asparagi contengono fibre vegetali, acido folico e come tutte le verdure, sono poveri di calorie. Sono invece ricchi di antiossidanti utili per contrastare i segni dell’invecchiamento.

Cavour sapeva che chi soffre di disturbi renali, non dovrebbe esagerare nel consumo, in quanto contengono acido urico. Vanno bene invece contro la gotta, reumatismi e idropisia. Grazie alla rutina rafforzano le pareti dei vasi capillari. L’asparago è un prodotto biologico straordinario e lo si sente in bocca. La sua assunzione determina immediatamente un fenomeno naturale che segna il suo passaggio nell’organismo umano, verificabile attraverso l’urina. Un fenomeno unico per la forza di manifestazione, indicatrice di come avviene il metabolismo del cibo. Alcuni componenti dell’asparago al momento della loro espulsione dall’organismo danno un forte profumo alla pipì. Al di là del gradimento o meno del profumo naturale prodotto dal corpo umano resta il fatto singolare di come un tenero germoglio sia in grado di segnare la sua presenza e il suo passaggio nell’organismo. L’asparago è il Re della tavola di primavera…

Gino Anchisi,
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 30 dicembre 2017.

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