SANTENA – 19 maggio 2018 – La lobby degli ortaggi, della frutta, dei cereali significa innanzitutto salute dei consumatori. Per riconvertirsi l’agricoltura del Chierese-Carmagnolese ha bisogno della politica regionale e della tracciabilità dei prodotti. Cresce l’interesse per il Distretto del Cibo. La rifondazione della Repubblica passa per il Castello Cavour. Bravi i volontari Pro-Loco.
1) Cos’è l’85° Sagra. Ogni anno, durante la Sagra la comunità santenese si presenta e si rappresenta al Piemonte e alla Città Metropolitana nella sua veste più vera. Quella della cucina del territorio, della storia patria, di Camillo Cavour, degli asparagi di qualità, degli ortaggi che nutrono in modo sano la comunità torinese, di città attenta all’innovazione in campo agricolo, sanitario, industriale, infrastrutturale e sociale. L’asparago è il perno intorno al quale ruota una comunità che cerca, nel Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese e nella politica del cibo sano e genuino, lo strumento per creare opportunità di sviluppo sociale ed economico per le persone e per le aziende. Alla Pro-Loco va il merito di interpretare al meglio lo spirito della comunità e il significato della Sagra. Uno spirito coinvolgente, costruito nelle passate gestioni, rafforzato in quella guidata da Salvatore Barrile, capace di rinnovarsi col nuovo direttivo nel segno della tradizione e nel coinvolgimento di giovani volontari, di nuovi collaboratori, di altre associazioni santenesi.
2) Cuoco di germogli. Tra i tanti cuochi del territorio che meritano di essere citati c’è Cosimo Tassone, lo chef della sagra dell’Asparago di Santena. Cosimo occupa una speciale classifica, quella di essere il cuoco italiano che ha cotto il maggior numero di germogli di asparago durante una sagra gestita dalla Pro-Loco e basata sul lavoro di volontari. In dieci giorni, quest’anno, si stima che si cuociano circa 23 quintali di germogli. Con autorevolezza, Tassone, da otto anni, cura e governa una complessa cucina in grado di preparare centinaia e talvolta migliaia di prelibati piatti di asparagi, apprezzati da un pubblico crescente e interessato a scoprire la tradizionale cucina santenese e del Pianalto.
3) Distretto del Cibo, questione di lobby. Non è facile creare il distretto del Chierese-Carmagnolese. In primo luogo bisogna che siano protagonisti gli agricoltori e le loro articolate rappresentanze. In secondo, ci vuole un ceto politico in grado di governare un’operazione complessa il cui denominatore comune è la politica del cibo e della salute fisica dei consumatori. In terzo, bisogna lottare contro quelli che rappresentano altri interessi già consolidati. In quarto, occorre costruire una lobby capace di controbilanciare le altre potenti lobby agricole che operano a livello regionale, istituzione in cui si attua la politica agricola nazionale ed europea. In quinto, bisogna battere la miopia e l’invidia di chi per ignoranza, comodità o per sottovalutazione non è capace di vedere oltre il proprio naso.
4) Raccoglitrice Sanitaria. In attesa del nuovo ospedale di Trofarello, l’ASL e la Regione, dovrebbero riflettere. Agevolare l’acquisto di una raccoglitrice di asparagi e di ortaggi da parte dei coltivatori di Santena e delle Terre del Pianalto sarebbe un’operazione di politica sanitaria, agricola e culturale lungimirante. Prevenendo le conseguenze che colpiscono la struttura corporea dei raccoglitori, si limiteranno le spese future che la sanità dovrà sostenere per curare schiene, ginocchia e bacini. Ricerca, innovazione, scienza e tecnica, dai tempi di Cavour in avanti, hanno già molto migliorato le condizioni di lavoro e alleviato le fatiche di chi lavora la terra. Ulteriori passi si possono ancora compiere e la raccoglitrice elettrica è uno di questi. Domenica 20 la macchina sarà esposta tra le bancarelle dei Produttori di Asparago davanti al Castello e alla Tomba di Camillo Cavour.
5) Castello Cavour per rifondare la Repubblica. Che lo Stato finalmente sblocchi i lavori di sistemazione del Castello Cavour è un bel segno di valore nazionale. Nel 1961 non fu così. Allora i lavori furono finanziati dalle aziende e dalle istituzioni del Piemonte. L’Italia se ne stette in disparte, dimostrando scarso interesse per il geniale e moderno Museo di livello nazionale e internazionale, allestito da Maria Avetta. Un’impostazione avanti rispetto ai tempi e a certa retorica nazionalistica. Adesso che bisogna rifondare la Repubblica il finanziamento e la direzione Statale potrebbero assumere il carattere di un’operazione di riflessione complessiva sulla storia patria. In particolare, sul trauma del 1943: la rottura dell’Unità nazionale, avvenuta con la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, asservita alla Germania Nazista. Una pagina drammatica, frettolosamente rimossa, ma pronta a rispuntare al Nord come al Sud con forze sostenitrici di idee separatiste e negazioniste della storia patria. Adesso che uno dei partiti più decisamente separatisti si è convertito alla visione unitaria, l’occasione della sistemazione del Castello di Camillo Cavour assume il valore di operazione di ricomposizione condivisa della lettura del processo culminato con l’Unità d’Italia. A questo punto torna utile l’impianto creato da Maria Avetta. Una lettura ricca di contenuti sulla quale basare nuove e aggiornate riflessioni su quanto sono state in grado di fare le generazioni che ci hanno preceduti e sugli errori compiuti dal Dopoguerra ad oggi.
6) Indifferenti A-Tav contro Sì-Tav eNo-Tav. Che nei confronti di un progetto o di un’idea ci siano favorevoli e contrari è normale. Infatti, non tutti gli interessi complessi presenti in una comunità possono coincidere. Ciò che preoccupa sono gli indifferenti, i cosiddetti A-Tav, quelli cui non importa nulla se non ciò che sta intorno al loro ombelico. Quelli che, non prendendo posizione e responsabilità, quelli che, fregandosene, sono sempre liberi di dare corso al loro strepitante lamentio verso gli altri: uno tra i caratteri prevalenti degli Italiani.
7) Riace, Locride, Santena e ‘Ndrangheta. Questa sera, 19 maggio, su Rai3, in seconda serata, Nicola Gratteri, magistrato e Antonio Nicaso, giornalista, parlano della più potente holding criminale del Mondo. Dal Santuario di Polsi, dove ogni anno si riuniscono i vertici delle cosche, al Porto di Gioia Tauro, il principale punto di accesso del traffico di cocaina nel Mediterraneo, fino all’Aspromonte e ai Comuni della Locride, di cui Riace fa parte, insanguinati dalle faide e dove l’omertà è legge. Un racconto che coinvolge intimamente la comunità santenese, statale, europea e mondiale.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 19 maggio 2018.
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