SANTENA – 23 giugno 2018 – L’agricoltura della Città Metropolitana è tra le prime in Italia e in Europa. Per Torino è importante che il Chierese-Carmagnolese produca cibo buono e fresco e riconverta l’agricoltura e l’uso del territorio. Caselli di Santena e Carmagnola: nuove dall’ATIVA. Asparago: un esempio di valore nazionale di uso virtuoso delle risorse.
1) Coldiretti a Torino. 700mila visitatori, in tre giorni. Grande il successo del Villaggio Coldiretti di Piazza Castello e Giardini Reali di Torino. L’Appendino, entusiasta, ha chiesto di replicarlo. Prende sempre più forma la politica del cibo che il capoluogo della Città Metropolitana ha il dovere di attuare, per tutelare il suo straordinario settore agricolo e per salvaguardare la spesa e la salute dei suoi cittadini. Nella 3 giorni, la città della Mole ha vissuto una delle sue identità più significanti: quella antica e dinamica formata dal rapporto campagna-città, contadini-cittadini, lavoratori e imprenditori su cui è basata la storia speculare di Torino e della sua Provincia.
2) Vera gestione associata. Se davvero i Comuni sono interessati a sostenere e sviluppare occupazione e investimenti nel loro territorio lo si vedrà a breve. Mentre si dovrebbe preparare la nuova programmazione del PSR 2020-2027, i Comuni hanno un’occasione per dimostrare il loro impegno verso il settore agricolo. Un’operazione semplice e a costo zero, che si può fare fin da subito. Basta raggruppare gli uffici comunali che si occupano di agricoltura e di ambiente e di paesaggio rurale in un’unica struttura. Una struttura che si occupi di esercitare in forma associata, per tutti i comuni della Zona Omogenea, le competenze in materia di cura e tutela dell’agricoltura e del paesaggio rurale.
3) La politica dell’asparago. Per l’asparago, finora, non ci sono problemi di domanda. Anzi, questa è sempre stata crescente, come dimostrano i dati sulla produzione a livello europeo e italiano. La produzione locale, nei decenni passati, ha risentito invece dei comportamenti spregiudicati che hanno rischiato di far scomparire la coltivazione del raffinato germoglio in quel di Santena e dintorni. Tra gli anni Settanta e Duemila ci furono pratiche commerciali che alterarono l’offerta, importando da altre regioni asparagi di minore pregio, rendendo non competitive le aziende locali e truffando i consumatori. Per fortuna, con il nuovo millennio la situazione è cambiata. La ripresa della coltivazione è avvenuta su due fronti. Il primo, dettato dall’orgoglio intergenerazionale di produttori locali e di persone interessate alle tradizioni e alla cultura. Il secondo, dall’impegno della ex Provincia di Torino che ha reclutato esperti agronomi impegnati nel selezionare nuove varietà, nell’aumentare la produttività della coltura, nel garantire la provenienza territoriale del prodotto. Il recupero dell’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto è, nel suo piccolo, un esempio da manuale di buon uso di risorse europee e regionali e di economia politica. Spiega come la produttività ha stimolato un’offerta che, puntando sulla qualità è riuscita a captare una domanda, ritagliandosi una nicchia nel mercato torinese, piemontese e del Nord-Ovest d’Italia.
4) Il Distretto esiste da secoli. La Zona omogenea Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana è un territorio fondamentale per Torino e per il Piemonte. Un ambito ottimale nel quale agricoltori, agroindustria, trasformatori ed enti locali possono collaborare per il sostegno e la valorizzazione delle aziende agricole e di altre attività con essa integrabili: turismo, ristorazione, commercializzazione, ricerca, tempo libero, sport, salute. Il sistema agricolo zonale si caratterizza per la produzione di cibi sani, accessibili, sostenibili e di qualità che si possono acquistare direttamente in cascina, oppure tramite la piccola, media e grande distribuzione. Ciò significa che anche chi non ne capisce ancora il valore deve prendere atto che, di fatto, il distretto del cibo esiste da anni. La novità è che adesso ci sono interessi nuovi che chiedono di essere rappresentati e sostenuti nell’interesse della comunità.
5) Euro, immigrazione e il “Conte”. Così non può durare. L’Unione Europea è friabile. Va consolidata. Nel centenario della carneficina della I Guerra Mondiale, lo spettro guerrafondaio dei nazionalismi si aggira nel Vecchio continente. L’immigrazione sta mettendo a nudo ciò che da tempo è noto. Se il tasso di natalità mondiale resta costante le migrazioni saranno sempre più motivate dalle ragioni conosciute, mentre le porzioni di benessere si fanno più piccole. L’Europa sa che deve affrontare questa emergenza. Germania e Francia sanno che l’immigrazione è un problema europeo, non italiano. Del resto l’Italia da quando è stata unificata -da Cavour, dai suoi contemporanei e dalle potenze occidentali- è lo Stato che presidia il Mediterraneo, insieme ai suoi alleati. Non è dunque un caso che la Penisola sia elemento essenziale dell’Unione Europea. Ma, mentre si affronta il tema dell’immigrazione, non si deve dimenticare che bisogna governare l’unione monetaria, per evitare il fallimento. Se si vuole consolidare l’Unione Europea bisogna chiedere che, insieme alla politica dell’immigrazione, si faccia nell’area euro un unico bilancio comune per gli investimenti, per la convergenza e per la stabilizzazione. A questa proposta di riforma di Germania e Francia, l’Italia deve aggiungere che i Paesi euro in espansione devono contribuire maggiormente al bilancio dell’Unione, alleggerendo quelli in recessione. Questo si chiama collaborazione. L’appuntamento è per la prossima settimana.
6) O ROMA o PIEMONTE? Perché Roma va bene e la Torino-Lione no? Nel DEF, Documento Economico Finanziario, approvato dal Governo “Conte”, si prevedono 3,5 miliardi di Euro destinati a risanare le finanze del Comune di Roma. 3,5 miliardi di euro è il costo della Torino-Lione a carico dell’Italia. In attesa che il Ministro Toninelli faccia i conti sui costi-benefici sulla linea ferroviaria e magari su Roma, viene da chiedersi da dove derivi tutto il furore contro un’opera di rilievo europeo, indispensabile per il benessere del Piemonte.
7) Caselli di Trofarello e di Carmagnola. Speriamo in bene. Il NO-TAV, Marco Scibona, ex senatore dei 5 stelle, è stato nominato dalla Città Metropolitana in una stanza del potere che conta, il Consiglio di Amministrazione dell’ATIVA. Le attese sono tante. L’ATIVA è la società che gestisce la tangenziale da Santena fino al collegamento con la Valle D’Aosta. Scibona, candidato nel collegio Valsusa e Val Sangone, dove l’opposizione alla linea ferroviaria Torino-Lione dovrebbe essere più forte, non è stato eletto. Adesso siede nel CDA della società privata, controllata dal Gruppo Gavio, nel cui contratto di gara, in fase di rinnovo, dovrebbe essere prevista la soppressione dei Caselli di Santena-Trofarello e di Carmagnola. Soppressione chiesta da tutta la comunità della Zona Omogenea Chierese-Carmagnolese, come segno di interesse verso un’area che lamenta scarsa attenzione da parte delle politiche metropolitane strategiche e di investimento.
Gino Anchisi.
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 23 giugno 2018.
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