Su Trino, su Santena l’impronta laica di Camillo Cavour. Puntata 152

SANTENA – 29 dicembre 2018 – Trino, a trazione leghista, dialoga con l’Islam regolarizzando la Moschea. Santena invece fa la Scuola internazionale per stranieri. Nelle terre cavouriane si fanno i conti con l’integrazione e la modernizzazione. Una lezione di educazione civica semplice e concreta, al passo con i tempi, oltre i pregiudizi. In Marocco l’Islam moderato avanza ma l’integralismo è ancora forte.

Trino Vercellese

Nelle due cittadine la situazione dell’immigrazione è differente perché diversa è la composizione delle provenienze. A Trino, circa 7.000 abitanti, gli immigrati sono l’11,5% della popolazione, di cui: Marocco 33,7%, Albania 19%, Romania 13%.  A Santena, circa 10.800 abitanti, gli immigrati sono il 7,8% della popolazione, di cui: Romania 57%, Albania 20% e Marocco 7% (Vedi rossosantena del 26/12/2018). Differente il contesto e diverse dunque le iniziative da fare per creare l’integrazione e per ricavare vantaggi per la comunità.

Minareto

A Trino Vercellese l’amministrazione comunale dialoga con l’Islam, dimostrando di non avere paura di perdere consensi. Forte del giro di vite su sicurezza, immigrazione e immigrati il Comune applica i principi della Costituzione. Roberto Rosso, vice-sindaco, politico di centro-destra di lungo corso, ha fatto con l’Imam, un accordo per regolarizzare la Moschea. In cambio delle autorizzazioni per l’agibilità del tempio, realizzato in un ex capannone industriale, il Comune ha chiesto il rispetto dell’articolo 3 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.  In sostanza, ciò significa che nella moschea di Trino dovranno essere abbattuti i muri che separano rigorosamente le donne dagli uomini. Un passaggio difficile, che demolisce solidi pregiudizi.Il cui significato è ben comprensibile per i cattolici, tra i quali fino al Concilio Vaticano II, vigeva la separazione, senza muri, tra maschi scappellati e femmine con velo (la Cuefa in piemontese, Kefiah in palestinese) dentro le chiese.

L’Imam, Omar Ali, egiziano, 35 anni, è stato coraggioso, più di Rosso. Sulle prime ha rischiato l’aggressione. Nella moschea tanti vengono anche dai dintorni. Far pregare insieme uomini e donne è un bel salto oltre gli antichi pregiudizi. Eppure, senza moschea avrebbero dovuto pregare per strada dove la separazione sarebbe stata impossibile. A dargli man forte è intervenuto Izzedin Elzir, Imam di Firenze, Presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche Italiane: “La separazione tra i sessi non corrisponde ai dettami di Maometto, che non ne ha mai parlato. È una consuetudine nata da una lettura estrema e parziale del messaggio coranico. Ormai è vecchia, da superare. Il nostro compito, come musulmani italiani, è proprio quello di indicare la direzione per un Islam moderno e integrato. Ben venga l’esempio di Trino”. La risposta sembra aver sbloccato la situazione. La moschea di Trino diventerà la prima in Italia senza spazi separati da muri tra i due sessi. Seguirà a breve quella di Sesto San Giovanni, Comune guidato dal centro-destra, dove se ne prevede una di nuova costruzione. Mentre a Firenze, guidato da un centro-sinistra ancora preoccupato per la perdita di consensi, la moschea attuale presenta difficoltà imbarazzanti, dovute al poco spazio disponibile per inginocchiarsi durante le preghiere. Impedimenti che saranno superati solo con la costruzione di un nuovo tempio.

Certo la nazionalità marocchina ha aiutato la soluzione. In Marocco il Re Muhammad VI e il Consiglio degli Ulema per contrastare l’integralismo salafita portano avanti una linea riformista e moderata dell’Islam, più avanzata rispetto ad altri Stati e più attenta ai diritti delle donne.  

L’abbattimento del muro nella moschea è un passo avanti per metter fine alla lettura misogina della sharia (giurisdizione islamica) ereditata dal Medioevo e dall’Islam sunnita. Le nuove correnti di pensiero islamiche, affermando l’uguaglianza tra i due sessi, si mettono nel solco di un pensiero moderno che vede nella differenza, nella distinzione e nella separazione tra società civile e comunità religiosa i valori su cui poggiare la convivenza e l’integrazione tra le persone e gli interessi di cui sono portatrici. Vale per la ripartizione dell’eredità in parti uguali tra figli maschi e femmine e per la poligamia. Vale per la presenza nella moschea e per tanti altri aspetti della vita sociale e familiare.

Camillo Cavour

Su Trino Vercellese e su Santena aleggia lo spirito di Camillo Cavour. Tutto merito del villaggio di Leri, dove il Contadino-Tessitore ha lavorato innovando profondamente l’agricoltura e la politica padana e italiana. Tra l’11 luglio 1859 e il 16 gennaio 1860 Leri di Trino fu la vera “Capitale” morale d’Italia. Accadde dopo la vittoria di Solferino e San Martino, quando Cavour si dimise da Primo Ministro in contrasto col Re e con Napoleone III. Lontano da Torino e dalla Corte, gli esponenti politici che costruivano l’Italia Unità ebbero come punto di riferimento strategico questo piccolo villaggio immerso nelle risaie del vercellese.

Oggi Trino torna a essere un punto di riferimento nazionale come esempio di dialogo, emancipazione e integrazione. In questo caso non si tratta di Chiesa Cattolica ma della Comunità Islamica, eppure il discorso non cambia. Un esempio del valore della separazione tra la legge dello Stato e i precetti religiosi, di cui furono protagonisti Camillo Cavour e i suoi contemporanei. Il riferimento va a quanto successo dopo lo Statuto Albertino con le leggi Siccardi, Casati e successive. Norme che allora, non senza dolori e scomuniche, separavano gli interessi dello Stato da quelli della Chiesa cattolica.

Trino dimostra che, usando con intelligenza i poteri e i ruoli esercitati nella società dalle istituzioni civili e religiose e dai loro rappresentanti, si possono ottenere risultati positivi per la comunità.

Santena ha fatto, in ben altro settore, un’iniziativa altrettanto coraggiosa, istituendo la Scuola Internazionale di lingua italiana, frequentata da donne e ancora pochi uomini, provenienti da tutti i continenti, tranne l’Oceania. Trino e Santena sono due esempi di integrazione di cui essere orgogliosi; utili e imitabili in tutta la Penisola. Buon Anno.

Gino Anchisi

da Santena, la città di Camillo Cavour, 29 dicembre 2018

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