SANTENA – 9 febbraio 2019 – Speriamo non chiedano di chiudere i rapporti con Plombières. Il Protocollo Camillo Cavour fa di Santena un centro di continue esperienze per agricoltura, infrastrutture, TAV, scuola, istituzioni, storia patria. Il Governo di Conte al confronto col Governo del Conte.
1) Santena Centro di educazione civica e cittadinanza attiva. 15 febbraio. Ore 11,30. Sala Diplomatica del Castello Cavour. Sarà presentato il progetto ideato dall’Istituto Comprensivo di Santena “Alla scoperta e ri-scoperta della nostra storia” voluto dall’entusiasta dirigente Giovanna D’Ettore. Un progetto proiettato all’esterno, che ha preso forma negli anni, grazie alla collaborazione di numerosi insegnanti e a Irma Genova, inossidabile Vice-Presidente dell’Associazione Amici di Camillo Cavour. Contestualmente verrà sottoscritto un Protocollo d’intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, la Fondazione Camillo Cavour, l’Associazione Amici della Fondazione Cavour, il Comune di Santena e l’I.C. di Santena. I firmatari si impegnano ad avviare azioni sinergiche finalizzate a promuovere e diffondere interventi volti a rendere i luoghi cavouriani un polo culturale, turistico, museale e didattico di cittadinanza attiva a livello nazionale ed europeo.
2) “Abbiamo fatto l’Italia. Ora si tratta di fare gli Italiani”. La frase comunemente attribuita a Massimo d’Azeglio, è per certi versi ambigua. Presuntuosa se vuol distinguere una ristretta élite votata al bene generale da un popolo ineducato, incosciente e privo di valori. Valida se la si intende come indirizzo generale per dare forma a una nuova comunità responsabile e cosciente del valore del bene comune generato dall’ingresso sulla scena politica di nuovi individui e di nuove categorie sociali. In questa ottica insegnare l’educazione civica a scuola è un’operazione utile, soprattutto se rivolta a spiegare le complesse modalità in cui si svolge e si regola la vita della comunità, larga o ristretta che sia. Per lanciare questa sfida il luogo giusto è il Castello Cavour di Santena. Qui sono conservate le memorie del processo culminato con l’Unità d’Italia. Memorie e azioni di cui sono stati protagonisti i nostri antenati contemporanei di Camillo Cavour e i loro successori fino ai giorni nostri.
3) Teli biodegradabili per l’asparago. I teli per pacciamatura biodegradabili sono un’alternativa, agronomicamente e ambientalmente efficiente. Al termine del ciclo colturale non devono essere né rimossi né smaltiti, ma sono lavorati nel suolo dove biodegradano, contribuendo alla riduzione di rifiuti plastici, il cui riciclaggio è tecnicamente ed economicamente difficoltoso. Detto così tutto sembra semplice. In verità i coltivatori dell’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle terre del Pianalto si preparano a sperimentare l’impiego dei teli per verificare la loro degradabilità e soprattutto la loro efficacia nella produzione del prezioso germoglio, in particolare prima e durante la crescita e soprattutto nel momento della raccolta e delle successive fasi della lavorazione dell’asparagiaia.
4) 1859-2019 Rapporti con i Francesi. Ha ragione Di Maio. E’ inutile nascondersi dietro frasi sconclusionate sul millennio di democrazia francese. I rapporti tra Francia e Italia sono sempre stati complessi. Come tra due vicini che magari sono anche parenti, la vicinanza crea insofferenza. La differenza di oggi con allora sta nel fatto di avere o meno una strategia per raggiungere un determinato obiettivo. Cavour e i suoi contemporanei sapevano cosa volevano. Basta pensare a come si è realizzata l’Unità d’Italia nel vicino Ottocento. Nel Biennio dell’Unificazione, ma anche prima, l’azione di Cavour e dei suoi si è rivolta a trovare il punto di equilibrio tra due forze, Francia e Gran Bretagna, che avevano interessi divergenti e che determinavano spinte in differenti direzioni. Un conto era la Confederazione italiana sostenuta da Napoleone III, un altro l’Unificazione della Penisola posta al centro del Mediterraneo, sostenuta dagli Inglesi, per controbilanciare la presenza francese e per indebolire l’Impero Austro-Ungarico.
Dopo Plombières Les Bains – cittadina gemellata con Santena – il 10 gennaio 1859 Vittorio Emanuele firmò il Trattato segreto di alleanza con Napoleone III. Il 17 marzo Giuseppe Garibaldi fu nominato comandante dei “Cacciatori delle Alpi”, gli antesignani degli Alpini. Cavour manovrava per provocare il conflitto che avrebbe spinto l’Austria fuori dalla Pianura Padana. Pianura Padana, e cioè la terra da secoli più ricca del Mondo e pertanto ambita da tutte le superpotenze Europee. Ad un certo punto il disegno rischiò di crollare. Camillo era furibondo. Pensò al suicidio. Fece testamento in favore del nipote Ainardo. Poi minacciò di rifugiarsi in America e da lì di vendicarsi dell’infido Napoleone III. Cavour raggiunse addirittura Parigi (26-30 marzo) per seguire meglio le vicende. Da notare, allora senza il treno ad alta velocità per arrivare a Parigi ci volevano minimo 5 giorni. In gioco c’era la conquista della Pianura Padana, ma anche il rischio di diventare un protettorato francese. Poi per fortuna il vento girò. Lapidario il giudizio di Metternich ”In Europa allo stato attuale esiste un solo vero uomo politico, ma disgraziatamente è contro di noi. E’ il conte di Cavour”. Intanto il 25 aprile 1859, mentre scoppiava la Seconda Guerra d’Indipendenza, erano iniziati i lavori per l’apertura del Canale di Suez. I costruttori erano gli Inglesi. Il direttore dei lavori era il francese Ferdinand de Lesseps, progettista il trentino, allora austriaco, Luigi Negrelli. A fine aprile l’Austria, “per fortuna”, decise di far scoppiare il conflitto. Cavour assunse pure il ministero della Guerra. Con l’aiuto dell’ingegnere Carlo Noè, futuro realizzatore del Canale Cavour, decise di allagare la pianura vercellese davanti a Palestro per rallentare l’avanzata delle truppe austriache. I due imitarono la tattica che gli Olandesi usavano per fermare gli eserciti spagnoli e austriaci nel 16° e 17° secolo. Poi all’improvviso l’11 luglio, dopo le vittorie di Solferino e San Martino, in vista dell’armistizio di Villafranca, Cavour si dimise. Il Primo ministro e il Re erano in conflitto. Per Cavour l’Italia era più importante degli interessi di casa Savoia. A settembre Giuseppe Verdi rese visita al dimissionario Primo Ministro a Leri. Iniziava una nuova storia…… Cavour il 20 gennaio 1860 veniva richiamato alla guida del Governo, con gran scorno per Vittorio Emanuele II… L’Italia si stava inesorabilmente unificando. Allora c’era una strategia finalizzata all’obiettivo. Oggi non pare.
5) Salvini SI-TAV, ma….. Nonostante faccia parte del Governo collegiale insieme ai Ministri Toninelli e Di Maio, il Segretario della Lega si è pronunciato a favore della realizzazione dell’opera. In questo, dimostrando una coerenza con la visione della dimensione europea e mondiale in cui si collocano gli interessi degli Italiani. Una coerenza che ben si sposa con una visione che ricalca la concezione politica cavouriana: europeista e favorevole al potenziamento delle infrastrutture, degli investimenti e del ruolo sociale del lavoro.
Salvini, con al fianco Paolo Foietta, ha visitato il cantiere della TAV a Chiomonte, in Val Susa, dove si perfora il nuovo Tunnel del Frejus. La nuova galleria che consentirà un adeguato collegamento ferroviario della Pianura Padana e dei Porti Liguri di Genova e Savona con la Francia e l’Ovest-Nord Europa. Ma c’è un ma. Forse perché lombardo Salvini ha sottovalutato l’identificazione dei Piemontesi e degli Italiani in Cavour. Un errore che fece lo stesso Benito Mussolini nel maggio 1939, proprio a Santena. Salvini avrebbe dovuto piuttosto seguire l’esempio di Ferruccio Dardanello che, prima di andare alla manifestazione SI-TAV di Torino, il 12 gennaio, è passato a portare una corona d’alloro sulla Tomba del Contadino-Tessitore. Mentre venerdì 1 febbraio, si recava al cantiere di Chiomonte, il Ministro dell’Interno avrebbe dovuto fare una tappa. Passare da Santena è un segno di attenzione e di coraggio verso Cavour e i suoi contemporanei che molti avrebbero apprezzato. In questo modo il Vice-Presidente del Consiglio dei Ministri avrebbe dimostrato due cose. La prima, di essere conseguente e coerente con la svolta unitaria, filo-romana, meridionalista e anti separatista compiuta recentemente dalla Lega, di cui è il Segretario. La seconda, che la Lega adesso, per davvero, dà una lettura della Storia unitaria che si allontana dal secessionismo, dal negazionismo e dai pregiudizi anti piemontesi, anti risorgimentali e neo borbonici emersi in questi anni al Nord, al Centro e al Sud Italia.
6) TAV e Metropolitana Torinese. La Lega non più separatista, – qualche dubbio, vista la repentinità, rimane – dimostra un realismo spiazzante. Per quanto riguarda la TAV, nel tentativo di smussare gli spigoli con i 5 Stelle, ha proposto di ridimensionare il progetto della stazione di Susa per spostare le risorse sul cantiere n°2 della Metropolitana di Torino. Un’idea ragionevole, all’insegna del compromesso, che però sembra mettere ancor più in difficoltà le parti più oltranziste, pregiudizialmente contrarie alla TAV piemontese. Oltranzisti che però sono favorevoli alla TAV della Lombardia, del Brennero, del 3° Valico e al raddoppio del Tunnel Autostradale del Frejus. Da notare che certi negazionisti nulla dicono sull’inquinamento da polveri sottili e acustico causato dal transito di migliaia di Tir al giorno in Val di Susa, nel Pianalto e in tutta la Pianura Padana e all’inquinamento causato dagli aerei sui tratti di piccolo e medio raggio, quali Parigi.
7) MARE: NO-TRIVELLAZIONI, SI-TRIVELLAZIONI. In Italia c’è un grosso problema di educazione civica che riguarda l’utilizzo delle fonti energetiche. Tutto è iniziato con il no al Nucleare e oggi continua con il gas naturale custodito nei fondali del mare.
Nell’Adriatico e nello Ionio sembra ci sia un grande giacimento di gas naturale e di petrolio che Croazia, Montenegro, Albania, Grecia e Turchia sono pronti a sfruttare per ricavare un bel po’ di soldi. Anche l’Italia è interessata a questo tesoro che gli altri confinanti sono pronti a sfruttare a tutti i costi. Confinanti cui noi Italiani non potremmo imporre di non trivellare, salvo che gli si dichiari guerra e se ne esca vincitori. Naturalmente da noi è nato un movimento contro la trivellazione che in questi giorni è ritornato alla carica per dire no. No perché ci sarebbe rischio di inquinare il mare. Un pericolo vero e da non sottovalutare. Rischio che comunque si correrà quando gli altri, i confinanti daranno inizio alle loro trivellazioni. Gli ambientalisti nostrani adesso se la prendono col nuovo Governo e con una parte in particolare. Quella che dall’opposizione aveva giurato e spergiurato che se avessero vinto loro, mai e poi mai si sarebbero autorizzate le trivellazioni. Trivellazioni che adesso saranno parzialmente sospese per 18 mesi. Da notare che i tentennamenti del Governo mettono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro in uno dei pochi settori in cui gli Italiani sono ancora all’avanguardia a livello mondiale.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 9 febbraio 2019.