SANTENA – 17 AGOSTO 2019 – Di seguito, la cronaca della festa patronale, raccontata attorno a quanto detto dal parroco don Beppe Zorzan durante l’omelia e dal sindaco Ugo Baldi, nell’indirizzo di saluto rivolto ai santenesi.
SANTENA IN BELLA MOSTRA Alla festa patronale la città si prepara sempre per tempo. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Ugo Baldi, che da otto anni amministra Santena, come sempre ha dato mandato di mettere la città a onore del mondo. Giardini e aree verdi sono stati riordinati. Le strade del centro sono state ripulite. Per il municipio e gli edifici comunali sono arrivate bandiere nuove: quelle della città, azzurre e grigie; la bandiera della Regione Piemonte; il tricolore italiano e la bandiera europea, blu, giallo stellata.
E’ stato riordinato anche il complesso cavouriamo e parte del parco monumentale Cavour, in particolare il primo anello del camminamento, teatro della processione con la statua del santo patrono. La festa patronale, nonostante qualche testata giornalistica da decine di anni non mandi neppure un cronista, per la città rappresenta un evento. Infatti tanti santenesi calendarizzano le vacanze dopo questa ricorrenza.
RITROVO IN PIAZZA La festa patronale comincia poco prima delle ore 9. Piano, piano, nella centralissima piazza Martiri della Libertà arrivano i portabandiera delle associazioni cittadine. Ci sono anche i musici della filarmonica cittadina, diretti dal M° Maurizio Caldara. 9:30, è l’ora della messa. In chiesa la gente prende posto e si siede per tempo. E’ festa grande; i banchi sono tutti occupati. Sulla sinistra rispetto all’altare il coro parrocchiale diretto dal M° Andrea Antonielli e da Fiorenza Di Sciullo. Nelle due navate laterali, in ordine sparso, ci sono i gagliardetti delle tante associazioni cittadine. Davanti alla statua del santo patrono il gagliardetto ufficiale della città, retto dalla municipale. Nei primi banchi del centro chiesa ci sono il sindaco Ugo Baldi e una buona pattuglia di amministratori: il vicesindaco Roberto Ghio; le assessore Lidia Pollone e Rosella Fogliato; l’assessore Paolo Romano; le consigliere Alessia Perrone e Arianna Zaccaria; i consiglieri Giovanni Le Donne, Cristian Barbini e Angelo Salerno. Sempre nelle prime fila il presidente della Pro Loco Fabio Grollino, il comandante della municipale Roberto De Filippo e il maresciallo capo della locale caserma Giovanni Esposito con, a fianco, Daniela Paglia, 25 anni, carabiniera allieva marescialla, della Scuola marescialli di Firenze, in tirocinio pratico nella caserma di Santena.
OMELIA DEL PARROCO A celebrare la funzione il parroco don Beppe Zorzan, il vice-parroco don Alberto Nigra, don Dario Toapanta, sacerdote equadoregno, in servizio estivo nella parrocchia di Santena e don Matteo Migliore. Il parroco, don Beppe Zorzan, apre così l’omelia, come di consueto, una delle più importanti di tutto l’anno: «Il mio primo pensiero, riconoscente e affettuoso va a una persona che non è più qui tra noi: don Lio De Angelis. Avevo chiesto a lui di presenziare questa celebrazione e di preparare l’omelia per ricevere anche il saluto e il ringraziamento della nostra comunità parrocchiale per quello che ha fatto e svolto come servizio nella nostra parrocchia, in venti anni di sua presenza. Purtroppo, dopo il suo trasferimento, a Poirino, alla casa di riposo, la sua situazione di salute è precipitata. Il Signore l’ha chiamato a sé. E allora, nella nostra preghiera oggi vorrei proprio che si ricordasse la figura di questo sacerdote che, soprattutto attraverso la confessione e il colloquio personale, ha dato molto alla nostra comunità e a tante persone oggi qui presenti. Certamente la sua assenza nel confessionale si sentirà in modo particolare».
Don Beppe Zorzan, dall’ambone, la predica l’ha proseguita così: «Il vangelo di oggi fa riferimento a un dialogo di Gesù, durante la festa di Pasqua, con alcuni greci che vogliono incontrare e vedere Gesù. Questi sono condotti a lui dall’apostolo Filippo. Gesù sembra non rispondere direttamente a questo invito, ma attraverso le sue parole fa capire loro – e fa capire anche a ciascuno di noi – che il momento in cui possiamo vedere e conoscere il voto di Gesù Cristo è sulla croce. “Quando sarò innalzato attirerò tutti a me”, dice loro Gesù». Il parroco ha proseguito: «Le parole che abbiamo ascoltato fanno quindi riferimento direttamente a lui e al chicco di grano che cade nel terreno, che muore e porta molto frutto. E questo frutto noi siamo qui a raccoglierlo. Il frutto della vita stessa che Gesù Cristo ci ha donato. Questo frutto che diventa un segno della sua presenza. Che diventa pane attraverso la celebrazione dell’eucaristia. Che diventa un segno anche per noi, attraverso questo pane alle noci che, al termine della nostra celebrazione sarà benedetto. Così come ha iniziato a fare l’allora parroco don Giancarlo Avataneo, nel 1990, come segno di solidarietà e di condivisione tra di noi».
PRENDERE ESEMPIO DA SAN LORENZO Il parroco don Beppe Zorzan, ha proseguito così: «E allora viviamo questa festa patronale lasciandoci dominare dalla parola del Signore e dall’esempio di questo santo patrono San Lorenzo, che ha incarnato queste parole del Signore diventando seme che muore per testimoniare la propria fede. E oggi noi raccogliamo i frutti anche di questa testimonianza e possiamo guardare al suo esempio. L’invito che ci viene rivolto da Gesù attraverso la sua parola è di conservare la vita. Chi ama la propria vita, dice Gesù, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna». Il parroco si è chiesto: «Che cosa quindi dobbiamo conservare? Prima di tutto dobbiamo essere capaci di conservare la nostra vita personale. Dobbiamo essere protagonisti della nostra vita, dargli un futuro, dargli un progetto. Non lasciarsi vivere, ma impegnarsi a essere protagonisti. Dobbiamo impegnarci a lasciare, in questo mondo, un segno della nostra presenza. Cercando di fare il possibile per migliorarlo. Dobbiamo avere cura della nostra vita. Fare in modo che la nostra vita sia piena, bella e significativa, non soltanto per noi stessi, ma anche per gli altri. Dobbiamo conservare la nostra fede. Non è facile conservate la fede. La fede è un dono che abbiamo ricevuto. E’ nostra responsabilità, attraverso una comunità come la nostra, attraverso una famiglia, conservare questo dono. Un dono che, nel tempo, se non stiamo attenti, rischia di perdersi. E allora, conservare la fede vuol dire avere come riferimento, primo e ultimo della vita, Gesù Cristo e la sua parola. Siamo chiamati a vivere la vita di una comunità cristiana nella quale la fede si alimenta e cresce».
CONSERVARE LA VITA PERSONALE E LA VITA PUBBLICA Il parroco don Beppe Zorzan, ha aggiunto: «Dobbiamo conservare non soltanto la nostra vita personale, ma dobbiamo essere capaci di conservare anche la vita pubblica, la vita della nostra società, del paese in cui noi viviamo. E, questo, con una partecipazione attraverso il dialogo e il confronto, non soltanto su Facebook. ma con il confronto diretto con le persone, guardandole in faccia. È troppo facile puntare il dito sulle cose che non vanno, senza mai impegnarsi e partecipare attivamente. Il cittadino non è solo colui che partecipa alla vita pubblica esprimendo il suo voto, ma è colui che, anche attraverso la forma delle associazioni, si impegna per far crescere la vita della propria città, Santena, che ha una presenza come sappiamo anche di persone che vengono da altri Paesi. L’otto per cento della nostra popolazione sono cittadini stranieri, così come la media della nostra nazione. Cittadini che vengono in modo particolare da Romania, Albania, Marocco e da altre nazioni del nostro mondo. E allora salvaguardare la vita pubblica vuol dire rispettare queste identità e trovare il modo di stare insieme. Per dialogare, nel rispetto delle culture e delle tradizioni che non sono solo quelle delle regioni dalle quali noi proveniamo, ma anche dalle nazioni di tutte le persone che incontriamo e vivono nel nostro stesso territorio».
SOVRANISMO E POPULISMO: DUE PERICOLI DELLA NOSTRA SOCIETA’ Il parroco ha continuato: «E, infine, siamo chiamati a conservare l’ambiente in cui viviamo. Lo ha ricordato ieri il papa che ha messo in luce due pericoli della nostra società, in particolare della nostra Europa: il sovraniscmo e il populismo. Dice il Papa “Sento discorsi che assomigliano sempre di più a quelli di Adolf Hitler, nel 1934. Quando si diceva semplicemente che la parte veniva sempre prima del tutto. Ma il Papa non ha parlato solo di questo. Ha parlato anche dell’ambiente. Ha parlato anche dell’ecologia, del rispetto della natura. Oggi nella nostra società e nel nostro mondo ci sono temi molto importanti: il disamo nucleare, i dazi tra le nazioni, muri che si alzano, navi che si bloccano. Ma il tema dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente, di questa ricchezza, di questo patrimonio che Dio ci ha donato viene sempre dopo di tutto». Don Beppe Zorzan ha continuato così: «E allora non possiamo non domandarci, nel nostro piccolo, come possiamo battere i sovranismi che ci sono tra di noi. Quando quello che conta è soltanto la parte, il bene di qualcuno e non il bene di tutti quanti. Come possiamo nel nostro piccolo, nella nostra società, nel nostro paese, essere attenti anche all’ecologia, al rispetto dell’ambiente a una cultura che favorisca questo rispetto».
SCARSO SENSO CIVICO Il parroco ha proseguito con un esempio: «Ogni tanto. Quando sono in oratorio, faccio notare a qualche ragazzino che ci sono carte e bottiglie vuote per terra. E chiedo, gentilmente, se può raccoglierla. E la risposta, solitamente, è questa: “Ma non l’ho buttata io”. E come vincere questo se non attraverso un impegno per una educazione sempre più forte. Ecco allora il Vangelo che ci invita nuovamente e dice che bisogna seminare largamente. Ecco: per conservare la vita bisogna seminare largamente. Bisogna seminare prima di tutto la Parola di Dio perché questo cresca e faccia crescere veramente il senso di appartenenza a questa vita che ci è stata donata. Il senso di riconoscenza verso Dio. Il rispetto verso le altre persone. Il dialogo con tutti. Una educazione che faccia crescere anche il rispetto dell’ambiente in cui noi viviamo. Il senso di civiltà di tutti quanti. L’essere parte di qualcosa più grande del nostro interesse. E, quindi, vivere insieme, cercando il bene di tutti». Don Beppe Zorzan ha chiuso così l’omelia di San Lorenzo: «Ecco, allora mettiamo di fronte al nostro patrono queste nostre intenzioni di preghiera. Sia lui nostro esempio, con la sua vita, lui che si è speso fino in fondo. Nel nome del Signore San Lorenzo ci aiuti a spendere la nostra vita, anche noi, sempre di più, nel nome del signore. E per il bene di tutti».
LA PROCESSIONE Al termine della celebrazione il parroco ha benedetto le ceste site davanti alla balaustra con il pane alle noci. Poi si è avviata la processione. Tutti sono usciti dalla chiesa, sotto le rigide direttive di Andrea Antonielli, che da anni scandisce a tutti la posizione da tenere nella processione. In testa i chierichetti, guidati da Pier Andrea Rigo. La filarmonica cittadina, in camicia bianca e pantaloni neri. Subito dietro il coro parrocchiale. I sacerdoti, con i paramenti di colore liturgico per i santi martiri: rosso acceso. La statua del santo patrono sorretta a spalle da alpini e bersaglieri. La municipale con il gonfalone della città di Santena. Amministratori e autorità civili e militari, tra cui il presidente della Fondazione Cavour Nerio Nesi. Il personaggio storico locale; la Bela sparsera, orfana del citarin, malato. Un buon numero di gonfaloni delle associazioni cittadine. A chiudere la processione, la gente comune. Davvero tanti i santenesi che partecipano. Per tutta la processione le preghiere sono veicolate da due altoparlanti della parrocchia, sorrette da Sebastiano Sannino e Carlo Vercellino. A garantire le immagini dell’evento: Carlo Smeriglio, storico locale; un fotografo per conto dell’ufficio stampa del Comune e tanti selfie dei santenesi.
LE SCUSE DEL SINDACO AI CITTADINI Il sindaco Ugo Baldi, ha cominciato così: «Buongiorno cari concittadini, buongiorno a tutti coloro che amano questa città e le sue tradizioni. I miei personali auguri e quelli di tutta l’Amministrazione comunale a tutte le Lorenze e a tutti i Lorenzi santenesi. Di solito si iniziano questi discorsi con i saluti e i ringraziamenti. Quest’anno inizio con delle scuse. Delle scuse personali e di tutta l’Amministrazione – e quando parlo di Amministrazione intendo tutti coloro che a diverso titolo operano nel nostro Municipio: politici, tecnici, funzionari, personale amministrativo, operai del Comune ecc. -, per tutto ciò che in questo ultimo anno non siamo riusciti a fare, anche se lo avremmo voluto, o che abbiamo fatto malamente, senza riuscire a soddisfare le vostre aspettative. Vi chiedo scusa per tutti gli errori e le cose malfatte che sono dipese dalla nostra volontà o dalla nostra incapacità. Ma anche, vi chiedo scusa per le cose non fatte o malfatte che non sono dipese dalla nostra volontà. Ma chiedo scusa anche a me stesso, che sono il primo ad arrabbiarmi quando vedo strade, marciapiedi e cimitero invasi dalle erbacce e mi rendo conto che non ho le risorse economiche ed umane per riuscire a mantenere tutto perfettamente in ordine… così come vorrei lo fosse… o che non riesco a fare in tempo a raccogliere la miriade di piccoli e grandi rifiuti abbandonati o gettati lungo la strada o nei fossi, che il giorno dopo sono di nuovo punto e da capo a raccogliere nuovi rifiuti. Ma chiedo scusa anche a me stesso, che sono il primo ad arrabbiarmi quando certe aziende che lavorano per il Comune nella gestione delle tasse o dei tributi o della raccolta rifiuti recapitano ai cittadini bollette sbagliate oppure in ritardo, magari già dopo la scadenza della prima rata, e mi arrabbio nel vedere molti miei concittadini fare la coda allo sportello del Consorzio Chierese per cercare, giustamente, di far valere le proprie ragioni, a volte giuste, a volte sbagliate. E vi chiedo scusa e mi arrabbio con me stesso quando non ho la capacità di comunicarvi in tempo le cose in modo che tutti possiate esserne consapevoli nei tempi e nei modi giusti. A volte certe cose mi sfuggono, così ad esempio non vi ho avvisato per tempo e correttamente che avremmo dovuto abbattere molte delle piante nel nostro Cimitero, perché una perizia fitostatica ci aveva avvisato della malattia di questi alberi (apparentemente sani), con rischi reali ed imminenti di cadute di grossi rami e pericoli per l’incolumità pubblica e neppure vi ho avvisato che comunque le avremmo gradualmente nel tempo sostituite con nuovi alberi sani (comprendo quindi lo sgomento di molte persone che da un giorno all’altro hanno trovato una zona del Cimitero completamente spoglia). Scusatemi per questo. E poi l’elenco delle scuse potrebbe continuare su tanti altri aspetti del nostro vivere comune. Vi assicuro che comunque, in ogni caso, facciamo del nostro meglio».
ALCUNI SERVIZI CON COSTI ALTI Il sindaco Ugo Baldi ha aggiunto: «Capisco anche che molti cittadini fanno valere i propri diritti in quanto onesti contribuenti: “io pago le tasse e quindi pretendo, giustamente, che tutto funzioni per il meglio”. Questi cittadini hanno ragione, ma devo anche spiegare loro che queste tasse che pagano… che paghiamo… servono innanzi tutto a mantenere in piedi servizi che, diversamente, si sarebbero dovuti cancellare. Servizi che hanno dei costi di mantenimento 4-5 volte superiori a quanto il Comune incassa da coloro i quali li utilizzano. Vi faccio solo due esempi: per mantenere lo scuolabus si spendono oltre 100.000 euro e se ne incassano circa 30.000, oppure per mantenere in piedi un servizio importante come l’asilo nido, la differenza tra quanto le famiglie pagano e i costi di gestione è di oltre 200.000 euro, nonostante le rette siano già impegnative».
MOTIVI DI SODDISFAZIONE Il sindaco Ugo Baldi ha continuato: «Ma oltre al rammarico ci sono anche motivi di soddisfazione in questa città. Motivi per cui vale ancora la pena di impegnarsi. Risultati raggiunti grazie al lavoro di questa squadra di amministratori, di maggioranza e di minoranza. Che poi sono persone come voi, che hanno deciso di regalare al bene pubblico una parte della propria vita e che, vi assicuro, si caricano di mal di pancia, non certo per un tornaconto economico. Ed è corretto che sappiate che l’indennità di un assessore ammonta a circa 260 euro, netti, al mese e quella del sindaco a 670 euro, al mese e addirittura quella di un consigliere ammonta a 19 euro, lordi, a seduta consigliare. E senza chiedere alcun rimborso per le spese che si sostengono. Ma va bene così, perché nessuno ci ha obbligati a fare questa scelta di vita».
LE OPERE FATTE Il sindaco Ugo Baldi ha proseguito: «Tra i motivi di soddisfazione, non posso non ricordare:
–la recente inaugurazione ufficiale dell’area golenale attrezzata a parco pubblico, grazie anche alla recente collaborazione con l’associazione Santena E20;
–l’acquisizione dei locali adibiti a caserma dei Vigili del Fuoco e la fine delle questioni interne, con il prossimo riavvio del Distaccamento di Santena in accordo con il Comando Provinciale e con i volontari che non vedono l’ora di ripartire;
–l’avvio, finalmente, dei lavori di innalzamento della sponda sinistra sul Banna a ulteriore difesa della Trinità;
–la prosecuzione dei lavori di messa in sicurezza antisismica della scuola Falcone e della scuola Cavour.E questo, solo per citarne alcune.
LE OPERE IN ARRIVO E poi, quelli che entro la fine dell’anno prenderanno il via, quali ad esempio:
–la progettazione e l’avvio dei lavori della nuova Piazza Roma lungo la via De Gasperi, che vedrà la nascita della nuova area mercatale e del nuovo centro polifunzionale attrezzato e coperto, al servizio della pro loco e delle altre Associazioni, che accoglierà nei prossimi anni le grandi manifestazioni della nostra Città;
–l’avvio della nuova Variante del Piano Regolatore, per venire incontro alle necessità edilizie di molti cittadini e di molte nuove imprese e per disegnare una nuova viabilità per il nostro Comune, Con la speranza di realizzare finalmente, nel giro di qualche anno, il necessario terzo ponte sul Banna;
–il progetto di riqualificazione del Centro sportivo della Trinità, che negli ultimi anni è rinato anche grazie al lavoro dei volontari che lo gestiscono.
VILLA REY SEDE DEL MUNICIPIO? E altro ancora di cui preferisco non parlare fino a quando non saremo sicuri di concretizzare, ma che oramai è stato pubblicizzato sui media locali: l’acquisto di Villa Rey per farla diventare nuova e prestigiosa sede del Comune che possa accorpare tutti gli uffici attualmente decentrati in un unico punto più comodo e più efficiente. Questo era già il sogno, mancato per un soffio, del Sindaco Griva negli anni Cinquanta. La possibilità reale di acquistarla esiste e ci stiamo lavorando».
RILANCIO SANTENA TURISTICA Il primo cittadino ha continuato così il suo indirizzo di saluto: «E poi… la grande sfida del rilancio di una Santena turistica, di pari passo con la prossima inaugurazione del Museo nazionale Cavour, prevista nella primavera prossima, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una sfida che affronteremo insieme alla Fondazione Cavour, alla Città di Torino, all’associazione Amici della Fondazione Cavour e alla nostra Biblioteca civica, in cui ognuno dovrà fare la sua parte per raggiungere il risultato atteso».
I RINGRAZIAMENTI Ugo Baldi ha chiuso così: «Termino ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di questa giornata:
–naturalmente il nostro Parroco Don Beppe, i nostri vice Parroci, Don Mauro e Don Alberto e tutti gli altri Sacerdoti che collaborano con la Parrocchia;
–un altro gradito augurio alla nostra comunità è giunto con un messaggio da Riace, da parte del Presidente dell’Associazione SS.MM. Cosma e Damiano;
–poi la Pro Loco che si spende sempre senza risparmio di fatica, con la Bela Sparsera (serena) e il suo Ciatarin (Andrea);
–il Centro Anziani che da anni collabora con entusiasmo a questa festa;
–il personale del Comune che ci supporta con esperienza nella organizzazione (VVUU, UTC, Luisella)
–i Carabinieri di Santena, la Croce Rossa Italiana di Santena, il GRES, i Volontari dei VVF e la Protezione Civile;
–gli alpini e i bersaglieri, che hanno portato sulle loro spalle la statua di San Lorenzo;
–la Fondazione Cavour per l’ospitalità in questa straordinaria cornice, nella persona del suo Presidente dr. Nerio Nesi;
–l’Associazione Amici della Fondazione Cavour con i suoi instancabili volontari, che non sono mai abbastanza ringraziati per il loro ruolo di guide a questo bellissimo Complesso;
–la nostra impareggiabile Banda Musicale Canonico Serra;
–gli esercenti che sempre volentieri preparano il pane ed il rinfresco anche tornando apposta dalle ferie;
–tutte le associazioni presenti, che insieme a me e all’Amministrazione Comunale, rappresentano questa nostra comunità;
–tutti gli altri che hanno collaborato per questa giornata e che non ho elencato e voi tutti quì presenti che avete partecipato». Il sindaco ha chiuso in questo modo: «Con l’augurio di incontrarci di nuovo il prossimo anno con la stessa gioia di oggi. Grazie per la pazienza di avermi ascoltato, vi ricordo la cena di questa sera all’Oratorio e buona festa di san Lorenzo a tutti noi!».
PANE ALLE NOCI A seguire l’inno d’Italia, proposto dalla filarmonica cittadina. Poi i santenesi hanno fatto velocemente rotta ai tavoli dove si distribuiva il pane alle noci e ai vicini tavoli del rinfresco. C’è stato il consueto assalto al pane alle noci. Un signore, evidentemente nuovo alla distribuzione, dopo avere avuto il sacchetto del pane ha chiesto anche le noci… Come sempre qualche santenese ha pensato bene di fare incetta di sacchetti con il pane alle noci.
CENA DI SAN LORENZO, MUSICA E LANTERNE IN CIELO A sera la festa patronale si è chiusa con la cena di San Lorenzo, in oratorio, con 211 partecipanti. Riuscita e apprezzata la serata musicale con l’orchestra di Luca Panama. Il lancio di 70 lanterne ha chiuso la festa patronale 2019. Il prossimo anno si replica.
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