Corso insegnanti e asparago: la concatenazione coltura-storia-cultura. Puntata 210

SANTENA  – 22 febbraio 2020 – Non origina dalle varietà d’Argenteuil. Tracce provenienti da differenti fonti ricostruiscono la storia e l’identità di un prodotto orticolo importante nel tessuto agrario e sociale di una comunità della Città Metropolitana Torinese.

Corso insegnanti, prof. Ivo Mattozzi

Il corso di formazione per gli insegnanti del primo ciclo di istruzione, organizzato dall’Istituto Comprensivo di Santena e dall’Ufficio Scolastico Regionale, un primo risultato l’ha raggiunto. 70 insegnanti iscritti dicono che c’è interesse nelle scuole della comunità metropolitana verso le storie racchiuse nel Castello Cavour. Un’ ulteriore conferma viene dalla lezione del 19 febbraio del prof. Ivo Mattozzi, dell’Associazione Clio 92. Mattozzi ha evidenziato come, seguendo le differenti fonti, si possano delineare concatenazioni che collocano l’immenso patrimonio custodito a Santena nel cuore della storia patria. Il metodo proposto punta a trovare il corretto equilibrio tra macro-storie e micro-storie, tra le memorie dei diversi soggetti e interessi che agiscono in differenti contesti sociali.

Il patrimonio storico, agricolo, culturale e paesaggistico raccolto a Santena si intreccia saldamente con il contesto piemontese e italiano. Santena è uno dei luoghi principali della memoria patria. Qui la storia politica, agricola, sanitaria, tecnologica, locale, globale, scientifica, sociale si intrecciano restituendo chiavi di lettura utili per capire il presente e per affrontare il futuro. Per essere compreso nella sua interezza, il patrimonio del Castello Cavour ha bisogno di un mix di cultura e di intelligenza. Se questa simbiosi non si realizza c’è il rischio di continuare a leggere la storia del Risorgimento in modo noioso e parziale. 

Un esempio viene dalla ricerca sulle origini dell’asparago di Santena portata avanti dai Produttori di questi germogli.  Ricerca che forse non si concluderà mai. Che intanto ha permesso di capire che il Santenese non è stato originato dall’Argenteuil.

Grazie ai libri, è venuta alla luce una conferma del carattere autoctono della varietà di asparago coltivata nel territorio di Santena e del Pianalto di cui nel tempo si erano perse le memorie. In un volume di storia locale del 2011, stampato in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, si è scoperto che un gruppo di rivoluzionari torinesi del 1821 fece riferimento “all’antica repubblica degli asparagi”( Momenti di Storia di Chieri nell’Ottocento. Pag. 15. A cura di Ferruccio Ferrua e Guido Vanetti. Quaderni della Chiocciola. Gaidano e Matta Edizioni). Tra questi cospiratori c’erano l’astigiano Angelo Brofferio e il chierese Giuseppe Avezzana. A quale antica repubblica si riferivano è noto. A Chieri, di cui Santena era la borgata che produceva asparagi. Altra fonte sul tempo della coltivazione viene dallo storico Carlo Smeriglio, che nel suo “Santena: da Villaggio a Città”, scrive che già nel 1818 ci sono atti attestanti la compravendita di terreni coltivati ad asparago. Infine, una lettera del 3 marzo 1847 di Camillo Cavour a suo cugino William De La Rive, che in quel   momento studia a Edimburgo nei laboratori del Professor James Johnston, conferma ulteriormente che già prima dell’Ottocento a Santena si coltivava l’asparago. La somma di queste tre fonti, confrontate con le notizie successive è servita a chiarire che il Santenese non deriva dall’Argenteuil.

Prof. Ivo Mattozzi

La vicenda è più interessante di quel che s’immagini.  Viaggiando su Google è saltato fuori, in un volume edito in Francia, che la coltivazione delle varietà Argenteuil sarebbe successiva al 1821. L’autore è l’agronomo Valentin Ferdinand Lebeuf. Residente nel 1850 ad Argenteuil. Titolo “Des Asperges d’Argenteuil et de leur origine”. Anno di pubblicazione 1867.

Dai 4 libri emerge un contesto storico, geografico e temporale che permette di ri-tematizzare una conoscenza utile ai fini della classificazione dell’asparago Santenese riconosciuto come  (PAT) dalla Regione Piemonte e dallo Stato italiano. Il Santenese è una varietà evoluta in loco, sommando caratteri acquisiti da continue e ripetute impollinazioni, incroci e selezioni, dando origine a una specifica varietà che si contraddistingue, per forma, gusto e colori e soprattutto per il metodo della coltivazione, della lavorazione e della commercializzazione. Una specialità che, per le aziende agricole aderenti all’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, trova legittimazione nella scelta della denominazione contrassegnata dalla sigla PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale). Questa è storia seria.

Gino Anchisi
da Santena, la città degli Asparagi e di Cavour, 22 febbraio 2020

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