SANTENA – 13 febbraio 2021 – La morte del Conte di Castiglione e le disgrazie durante il matrimonio di Amedeo d’Aosta. Il figlio illegittimo di Napoleone I consiglia un matrimonio sbagliato. La sposa diventa amante imperiale mentre Cavour siede al tavolo della Pace, dopo la Guerra di Crimea. I due errori sulle tombe.
E’ ancora assai famosa. La sua incapacità di invecchiare ne ha ingigantita la memoria in termini negativi. A un certo punto disse di essere nata nel 1843. Fosse vero, voleva dire che si era sposata a 11 anni. Che Camillo Cavour aveva profittato di una tredicenne per realizzare le sue trame diplomatiche nei confronti di Napoleone III. Col passare del tempo visse di illusioni. Per un po’ di anni era stata al centro della scena europea recitando la parte della donna più bella del mondo. Poi rimase vittima del copione che doveva recitare. Oggi sappiamo qual era il punto di debolezza di una della figure della storia dell’Unità d’Italia. Ma chi non ha fragilità, tiri pure la prima pietra. Di sicuro Virginia non merita il trattamento che le ha riservato l’accanito maschilismo caratteristico del Risorgimento. Indulgente con i maschi, durissimo con le femmine. Un machismo che per lungo tempo ha impedito l’emergere di splendide figure di donne del popolo, della borghesia e della nobiltà protagoniste della nostra recente storia. Lei, bisogna riconoscerlo, era anomala. Bella, ambiziosa, intelligente, spregiudicata, eccessiva nei comportamenti, esageratamente simile a molti uomini del suo tempo.
La contessa di Castiglione, Virginia Oldoini, nacque a Firenze il 22 marzo 1837. Il 9 gennaio 1854, quasi diciassettenne, sposò il conte Francesco Verasis di Castiglione e di Costigliole (9 aprile 1826-30 maggio 1867). Il suggerimento per la scelta venne dato al futuro sposo, a Londra. Artefici, l’ambasciatore di Francia, conte Alexandre Walewski, figlio di Napoleone I e di Maria Waleska e la di lui moglie. Il Conte di Castiglione era già vedovo e disponeva di un ricco patrimonio. Il matrimonio venne combinato superando i tentennamenti della giovane Virginia. Gli sposi si stabilirono a Torino nel loro palazzo in Via Lagrange, contiguo a quello dei cugini Cavour, con i quali condividevano un passaggio comune. La coppia non era ben assortita. I litigi erano continui. Da subito, lei era circondata da frotte di ammiratori. Il 9 marzo 1855 nacque Giorgio, morto a Madrid di vaiolo nel 1879 a soli 24 anni.
Nel dicembre 1855 la coppia, sempre più in crisi, si trasferì a Parigi. La Guerra di Crimea stava per finire. Al conte di Castiglione furono affidati compiti diplomatici. La capitale era in quel momento il centro del Mondo. Il 1° febbraio 1856 fu firmata la fine della Guerra d’Oriente. A Parigi stava per aprirsi il tavolo della pace. Mentre la diplomazia internazionale preparava le carte da giocare durante il convegno, i dissidi tra i coniugi di giorno in giorno si facevano più intensi. Il Regno di Sardegna, guidato da Camillo Cavour, confidava di raccogliere i frutti maturati con la discesa in guerra al fianco delle potenze vincitrici. Simbolo di progresso e di organizzazione statale, il Regno Sabaudo consolidava in Italia e a livello internazionale la sua collocazione di stato guida del processo di Indipendenza e di modernizzazione dell’Italia e del nuovo ordine del Mediterraneo.
Non bisognava lasciare nulla di intentato. Il 22 febbraio 1856 Camillo Cavour scrisse al Ministro degli Esteri Luigi Cibrario “Ti avverto che ho arruolato la bellissima contessa di….invitandola a coquetter e a sedurre, ove d’uopo, l’imperatore. Ella ha incominciato discretamente la sua missione al concerto delle Tuileries d’ieri”.
Tre giorni dopo, il 25 febbraio si aprivano i lavori del Congresso. La Guerra di Crimea era terminata con la sconfitta della Russia. Al vertice partecipavano Francia, Gran Bretagna, Austria, Turchia, Russia, Prussia e Regno di Sardegna, la cui delegazione era guidata dal Primo Ministro, Camillo Cavour. La Francia era rappresentata da Alexandre Walewski, poco incline verso il Regno di Sardegna. E’ lo stesso Walewski che abbiamo già incontrato a Londra a suggerire il matrimonio della contessa di Castiglione e che incontreremo ancora. Il 16 aprile 1856 il vertice comunque terminò con un successo per Cavour e per l’Italia.
La liason della Contessa con l’Imperatore contribuì a raggiungere i buoni risultati. E poi proseguì. Durò intensamente per un anno e successivamente andò avanti, tra alti e bassi, fino a interrompersi dopo la Pace di Villafranca del 1859, quando l’Italiana fu espulsa dalla Francia. Era intervenuta Eugenia, la moglie dell’Imperatore, cui viene attribuita un’avventura con Costantino Nigra, il fido collaboratore e segretario di Camillo Cavour. Pare non fosse per gelosia ma per sincera antipatia, tanto più che a Virginia si era già sostituita Maria Anna Ricci (1823-1912) amica dell’Imperatrice. Ironia della sorte, la Ricci era la moglie di Alexandre Walewski. Donna più anziana ma di forte carisma, insieme al marito era la stessa che aveva suggerito al Conte di Castiglione di sposare la bellissima Oldoini. Intanto il matrimonio tra Virginia e Francesco era andato a pezzi. A maggio 1856 Lui era rientrato in Italia con il figlioletto.
Se la vita di Lei, una volta sfiorita la bellezza, fu sfortunata, quella di Lui lo fu altrettanto. Incredibile è la fine di Francesco Verasis. La sua fa parte dal gruppo delle disgrazie accadute in coincidenza del matrimonio di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, secondogenito di re Vittorio Emanuele II, con Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, figlia di Carlo Emanuele, rivoluzionario del 1821, condannato a morte in contumacia. Testimone per la sposa del contratto di matrimonio sarà il vicino di casa, marchese Cesare Alfieri di Sostegno, il grande amico di Camillo Cavour. Il 30 maggio 1867 fu celebrato il matrimonio tra le Altezze Reali. A corte e in città grande era la voglia di festeggiamenti che però furono funestati da una serie impressionante di sciagure. Così sono riportate da Gianfranco Gallo Orsi, nei Capitoli di Storia Mauriziana n. 9 Stupinigi, Blu Editoriale. “Prima di tutto una damigella d’onore fu trovata impiccata con il bouquet di fiori della sposa tra le mani; il portiere di Stupinigi si suicidò per non aver aperto il cancello a tempo ed avendo quindi ostacolato il corteo; un colonnello comandante della Guardia fu colpito a morte da un colpo di sole, l’ufficiale di Stato Civile morì durante la cerimonia ed infine il capostazione fu maciullato dal treno in arrivo”.
Mancava ancora il conte Francesco Verasis di Castiglione e di Costigliole. Il quale fu colpito da malore mentre a cavallo scortava la carrozza degli sposi al castello di Stupinigi, dove si teneva il banchetto. Il poveretto cadde all’indietro finendo sotto le ruote, dove trovò un’orrenda morte. Maria Vittoria svenne, il Duca d’Aosta assistette impotente alla sua fine.
Una cosa accomunerà nel ricordo dei posteri Francesco Verasis e Virginia Oldoini. Si tratta di due singolari errori, non marginali. Uno nella epigrafe che ricorda la tragica fine di lui, vedi tomba Verasis del Cimitero monumentale di Torino. L’altro è scolpito sulla pietra tombale di lei. L’epigrafe cimiteriale indica come data di morte il 31 maggio 1867 ma la data esatta è 30 maggio. Mentre come potranno verificare di persona i visitatori del Castello di Santena, la pietra tombale riporta il cognome Aldoini, anziché Oldoini*. Segno della distrazione dello scalpellino o di chi dovette occuparsi della sepoltura della Contessa ormai dimenticata e morta in solitudine.
*Il Castello Cavour di Santena riapre le porte il 17 marzo 2021. La pietra (provenienza Cimitero Père Lachaise di Parigi) è stata ritrovata e recuperata nel mese di gennaio 2021 dalla Fondazione Camillo Cavour di Santena, presieduta da Marco Boglione, ed è temporaneamente esposta nel cortile del Castello.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 13 febbraio 2021