SANTENA – 2 marzo 2021 – Sabato scorso i volontari dell’Associazione natura cascina Bellezza hanno avviato a cascina Lai il monitoraggio 2021 degli anfibi, fra cui il Pelobate fosco, indicatore del buon stato di salute dell’ambiente, anfibio in via di estinzione, protetto dall’Unione europea.
Nella giornata di sabato, per il montaggio delle barriere di cattura degli anfibi sono arrivate 20 persone. A supervisionare le operazioni Costanzo Ruella, presidente dell’Associazione natura cascina Bellezza. Tra i soci dell’associazione ambientalista: Silvana Borghese, Giorgio Simonis, Alessandro Simonis, Salvatore Debole, Giancarlo Torretta, Andrei Huzun, Piero Prettico, Marco Repossi e Roberto Marocco. Presenti, in rappresentanza della Cooperativa Eleade Daniele Seglie e Giovanni Soldato. Tra i volontari anche 5 Guardie ecologiche volontarie della Città metropolitana di Torino, con il referente del gruppo di Carmagnola, Beppe Stuardi. A cascina Lai anche tre tesisti dell’Università di Scienze naturali di Torino.
Giorgio Simonis, vicepresidente dell’associazione Natura cascina Bellezza, spiega: «Nella giornata di sabato abbiamo completato il montaggio delle barriere per il monitoraggio degli anfibi. Le barriere, della lunghezza complessiva di 650metri lineari, sono state realizzate mediante rete in polietilene sostenuta da un sistema di paletti. Al fine di impedire il superamento da parte della piccola fauna vertebrata e soprattutto degli anfibi, le barriere sono state installate con un’altezza fuori terra di circa 80 cm e sono state interrate alla base per 15 cm, all’interno di uno scavo realizzato lungo parte del perimetro della zona umida. Le trappole a caduta sono state realizzate utilizzando vasi in Pvc, per uso florovivaistico, interrati a diretto contatto con la barriera, avendo cura di collocarne l’imboccatura a filo del terreno. Si è proceduto poi alla numerazione progressiva dei secchi in modo da permetterne facilmente il riconoscimento e l’annotazione della posizione degli anfibi durante il censimento».
«Il funzionamento di questo metodo di monitoraggio – prosegue Giorgio Simonis – si basa sul fatto che gli animali in migrazione riproduttiva verso gli stagni vengano bloccati dalla barriera e costretti a spostarsi parallelamente alla base della stessa fino a cadere nelle trappole, all’interno delle quali possono permanere in sicurezza per alcune ore e agevolmente recuperati dai volontari. Tutti gli animali catturati, dopo essere stati esaminati come di seguito descritto, vengono immediatamente rilasciati sul lato opposto della barriera assecondando la direzionalità della migrazione».
Silvana Borghese, volontaria dell’associazione fornisce i primi dati del censimento: «Il monitoraggio è iniziato nella serata di sabato 27 febbraio e sono stati rinvenuti i primi due pelobati, assieme a 34 rospi, 12 rane dalmatine, 5 rane verdi e una raganella. Il primo turno della giornata di domenica ha invece entusiasmato ancor di più, grazie alla presenza inaspettata di ben 26 pelobati oltre ad altri 80 anfibi. Turno serale di domenica e turno mattutino del lunedì caratterizzato da poca presenza di anfibi, una trentina in tutto, a causa dell’abbassamento delle temperature fino ad approssimarsi a 0°C».