SANTENA – 29 maggio 2021 – E’ stata la prima donna a ricevere il Premio Nazionale Camillo Cavour nel 2010. Guido Davico Bonino, nel consegnare il premio, ricordò la passione per il ballo di Camillo. Dal 1857 fino alla morte ebbe come amante una ballerina: Bianca Ronzani. A Santena bandiere a mezz’asta.
Se n’è andata durante la stagione dell’Asparago Santenese. Curiosa com’era, nell’anno in cui il germoglio amato da Camillo Cavour ha conquistato il triplo zero, si sarebbe chiesta il perché. Triplo zero. E cioè -tempo zero-chilometro zero-spreco zero. Perché, se fresco, dell’asparago non si butta via niente. Neanche la parte bianca, grande riserva salutare di clorofilla e di fibra vegetale. I veri cucinieri infatti la utilizzano spelata per preparare vellutate, minestre, fritti e basi per risotti e paste.
L’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour le attribuì il prestigioso premio, consistente nella copia dei celebri occhiali dello Statista, con le seguenti parole. “Carla Fracci è universalmente riconosciuta come una tra le più grandi danzatrici classiche del XX secolo, probabilmente la più grande interprete del repertorio romantico. Da quando, a poco più di vent’anni, divenne prima ballerina del Teatro alla Scala, ha raccolto infiniti successi in tutti i più prestigiosi teatri del mondo e ha collaborato con alcune famose compagnie straniere: il London Festival Ballet, il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet, il Royal Swedisc Ballet e l’American Ballet. E’ stata la sola ballerina al mondo alla quale sia stato concesso il ruolo di Giulietta nel tempio degli spettacoli shakespeariani di Londra. Carla Fracci ha avuto come partner tutti i più grandi danzatori delle ultime generazioni, e in particolare: Rudolf Nureyvev, Vladimir Vasiliev; Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Erik Bruhn. A lei si sono ispirati poeti e scrittori, tra i quali: Mario Luzi, Alda Merini, Eugenio Montale, Fernanda Pivano ed Edoardo Sanguineti. Con la sua attività nel mondo, Carla Fracci ha reso e rende un grande servizio alla cultura italiana e costituisce un punto di riferimento per gli artisti del nostro Paese”.
Onorata del prestigioso riconoscimento nel corso della cerimonia disse *: “Il premio è stata una sorpresa e una grande emozione. Essere in questo luogo è un’altra grande emozione. E poi è bello essere in questo posto perché Cavour è un uomo che ha dato molto all’Italia; è stato un grande statista, un grande, grande uomo. E’ stata una sorpresa che la Fondazione Cavour e gli Amici di Cavour abbiano pensato a me per questo premio: ne sono felice, perché l’arte della danza va aiutata. Vanno aiutati i giovani danzatori; il futuro è loro. Credo che questo riconoscimento vada proprio al lavoro che io ho fatto negli anni nel mondo, ma anche tanto, tanto, tanto in Italia. Mi auguro che questo riconoscimento serva a dare un futuro migliore ai giovani danzatori; hanno bisogno di lavorare e di essere aiutati. Nel ricevere gli occhialini del Premio Cavour 2010 ho questo desiderio: credo che sia giusto aiutare questo settore che ne ha proprio bisogno”.
La sua entrata in scena è ancora negli occhi dei fortunati spettatori. In prima fila abbracciò Cristina Buonacucina, la militare gravemente ferita il 17 maggio 2010 in un attacco terroristico in Afghanistan in cui persero la vita i commilitoni Luigi Pascazio e Massimiliano Ramadù.
Durante il suo intervento l’attenzione era pari all’ammirazione per la grazia, lo stile e l’empatia che immediatamente stabilì con il pubblico. La folta platea era formata da signore e signori e da rappresentanti di enti e istituzioni, tra cui numerosi soci degli Amici di Camillo Cavour. Dimostrando di aver compreso lo spirito cavouriano, finita la cerimonia non si sottrasse alle persone. Avviandosi al luogo del rinfresco s’intrattenne amabilmente con i presenti. Con loro raggiunse la Chiesa Parrocchiale, gentilmente concessa da Don Nino Olivero, dove si tenne il concerto “Verdi incontra Cavour” del coro “Michele Novaro”. Diretto da Maurizio Benedetti, con la voce recitante di Mario Brusa.
Nell’intervallo volle conoscere la storia d’amore tra la ballerina Bianca Ronzani e il Primo ministro Camillo Cavour. Un legame di forte complicità, al punto che un gruppo di bigliettini ritrovati a Vienna nel 1894 furono distrutti col fuoco davanti al notaio e due testimoni. Costantino Nigra, Emilio Visconti Venosta e il re Umberto I vollero evitare la loro diffusione. Ufficialmente si dice perché fossero troppo intimi e piccanti. Probabilmente è vero, visto il livello di intimità. Conoscendo la confidenza con Bianca viene però un legittimo sospetto. E’ probabile fossero troppo critici verso certi personaggi del tempo in alto loco. Tanto da consigliare di toglierli di circolazione. Un assaggio della loro confidenza viene da una lettera del 17 aprile 1860: “Cara Bianca, …il ricevimento del Re fu splendido. Non so quali dimostrazioni il popolo toscano avrebbe potuto dargli maggiori. Il Re accolse queste dimostrazioni colla massima indifferenza!! Un tal procedere mi stomaca, e mi rende il soggiorno di Firenze odioso. Spero ritornarmene presto…..Addio carissima, amami e credimi. Tuo aff. Amico C.C.”.
Carla Fracci ascoltò con attenzione. Alzò le sopracciglia e sorrise. I suoi grandi occhi neri ebbero un lampo. Un segno di buona fortuna per gli “Amici volontari” che festeggiano 25 anni di servizio. Un augurio per la gestione del dopo Covid-19, del nuovo presidente della Fondazione Camillo Cavour Marco Boglione e per la sua squadra.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 29 maggio 2021.
*fonte: rossosantena del 20 settembre 2010. Foto Novella Tesio.