SANTENA – 10 agosto 2021 – L’indirizzo di saluto ai santenesi del sindaco Ugo Baldi per San Lorenzo, Festa patronale cittadina. Decimo e ultimo discorso del primo cittadino per la festa patronale. Il sindaco è al termine del suo secondo mandato amministrativo. Il prossimo anno la città rinnoverà il consiglio comunale.
San Lorenzo 2021
Il testo del discorso che Ugo Baldi, sindaco della città, ha rivolto ai cittadini
Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?». E l’uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore».
Quasi 10 anni orsono terminai il mio primo discorso di San Lorenzo con questa piccola storia che avevo trovato nello sconfinato mondo di internet. Volevo farne lo spirito guida del mio mandato. Avrei voluto donare fiori bellissimi ad ognuno dei miei concittadini e tenere sempre solo per me la “spazzatura” che, inevitabilmente, si forma nella nostra vita e nel nostro modo di operare. Li volevo donare soprattutto a quelle persone che ne avevano maggiormente bisogno, insieme alle opere necessarie da realizzare per la Città.
Ho poi scoperto quanto fosse difficile essere sempre coerenti con questo principio e quanto fosse complicato rispondere sempre con i fiori all’immondizia ricevuta. Ho poi scoperto che la strada di un Sindaco è quasi sempre in salita, anche nel secondo mandato, soprattutto nel secondo mandato. Ma ho anche capito che la cosa più importante per un Sindaco è quella di “meritare” fiducia.
Ho anche compreso, fin da subito, che questa fiducia, acquisita con fatica, andava alimentata con comportamenti coerenti, con lo spirito di servizio, con la partecipazione continua e costante alla vita del paese. Ho capito che la gente non sa che farsene di un Sindaco che promette e non mantiene o di un Sindaco che troppo facilmente ti fa capite che si occupa di un problema e poi, in realtà, lascia cadere nel dimenticatoio ciò che ti ha promesso e non se ne occupa per nulla. Attenzione, non ho detto che per forza riesca a risolvere il problema (perché un Sindaco non ha la bacchetta magica), ma almeno ci deve provare.
Una delle cose che mi ha sempre fatto arrabbiare maggiormente è quella di sapere che un cittadino non abbia ottenuto una risposta, anche negativa, ad una sua istanza o ad un suo problema: sia che questa risposta la dovesse ricevere dagli Amministratori, sia che fosse attesa dagli uffici comunali. Un Sindaco è prima di tutto un cittadino anche lui ma, nella veste di Sindaco, vede le cose ed i problemi in modo diverso dal cittadino e capisce ciò che si può fare e ciò che non si può fare. Ma non sempre è in grado di spiegarlo chiaramente agli altri suoi concittadini.
Alcune sere fa, dopo aver partecipato alla S. Messa nella chiesetta di Borgo Taggia in onore della Madonna della Neve, un cittadino mi si avvicina ed esordisce in questo modo: “Caro Sindaco, ma perché, invece di spendere denaro nel fare le piste ciclabili, non si è preoccupato prima di mettere mano alle fognature, che non reggono più l’impatto dei fortissimi temporali che da qualche tempo si scatenano sui nostri paesi, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti…”.
Questo ragionamento, visto dalla parte del cittadino, non fa una grinza. Difficile, però, spiegare a quel cittadino, che le risorse economiche per costruire le ciclabili derivano da fondi vincolati regionali ed europei, che fanno parte di un progetto unitario tra diversi Comuni a favore della mobilità sostenibile e che, quindi, quel denaro lo si poteva spendere solo per fare le piste ciclabili (altrimenti andava perduto). E ancora, difficile spiegare che il Comune da anni non può più mettere mano alle fognature, ma che gli interventi li deve programmare e realizzare la SMAT che tutti noi paghiamo attraverso la bolletta dell’acqua e che, questi interventi di miglioria delle fognature sono già stati oggetto di incontri, riunioni tra Comune e SMAT, che si è impegnata a realizzarli, ma con i tempi compatibili con la sua programmazione. E nel frattempo l’unico consiglio è quello che ognuno deve imparare a difendersi in qualsiasi modo (con paratie o altro) da questi eventi atmosferici eccezionali (che ormai, purtroppo, diventano sempre meno eccezionali), perché nessun sistema fognario di nessun Comune è più in grado di reggere l’impatto di masse d’acqua così imponenti che cadono in pochi minuti. Ci vorranno anni per riuscire a rendere la rete fognaria nuovamente adeguata e sarà certamente la sfida principale delle future amministrazioni comunali.
Intanto continuiamo a lavorare anche su tutti gli altri fronti per rendere la nostra cittadina più bella e attraente sia per chi ci abita e sia per un turismo di prossimità (che stiamo cercando con tutte le forze) grazie alla collaborazione con la Fondazione Cavour, con l’associazione Amici della Fondazione, con la Pro Loco, con l’associazione Santena E20, con tutti gli altri sodalizi che operano in collaborazione con il Comune ed con i commercianti santenesi. Ma non è semplice e serve la collaborazione di tutti, anche per mantenere un minimo di decoro urbano. Ognuno di noi, ognuno di voi deve metterci del suo. Il Comune da solo non ce la può fare, senza la collaborazione attiva dei suoi cittadini, nella lotta quotidiana contro i rifiuti abbandonati, le scritte sui muri, le erbacce da estirpare (certo che se ognuno si sforzasse ad eliminarle dal perimetro della propria abitazione, gran parte del lavoro sarebbe già fatto…).
Le cose da dire e condividere con voi oggi sarebbero moltissime, ma non voglio annoiarvi.
Mi resta certamente il rammarico in questi 10 anni di non essere riuscito a fare, con le mie due Amministrazioni, tutto ciò che sarebbe stato necessario fare (quando andavo alle elementari e alle medie, gli insegnanti dicevano sempre ai miei genitori che “si …. ero bravino …., ma potevo fare di più”). In ogni caso mi resta la gioia di avere lavorato per la comunità e per il paese che amo.
Mi resta la soddisfazione di avere fatto “del mio meglio”. Ma solo grazie alla stupenda collaborazione che ho sempre trovato in tutte le associazioni di volontariato santenese e soprattutto nella sintonia di intenti con la Parrocchia ed i suoi Sacerdoti che si sono succeduti in questi anni (i Parroci, Don Beppe e Don Nino e poi Don Mauro, Don Filippo). Ma anche con le Forze dell’Ordine, in un rapporto di fattiva collaborazione, per ricreare e mantenere in Città il massimo clima possibile di legalità (oggi è qui presente il nuovo vice Comandante della Stazione di Santena, il Maresciallo Martire).
Un grazie alla Banda musicale Canonico Serra, diretta dal Maestro Maurizio Caldera ed al Centro Anziani che ha sempre collaborato per l’organizzazione di questa giornata e a Luisella che ci ha sempre aiutato fin che ha potuto farlo (e, naturalmente agli uffici comunali, sempre disponibili).
In questo mio ultimo discorso di San Lorenzo desidero ringraziare tutte le persone che hanno lavorato con me in questi 10 anni. Tutti gli Assessori i Consiglieri di maggioranza e di minoranza che hanno sempre guardato al bene del paese prima che agli interessi di parte. Un grazie particolare lo dedico alla Protezione Civile di Santena, sempre presente in tutte le sue diverse componenti. Un grazie speciale alla mia famiglia a cui ho “rubato” troppo tempo. Desidero ringraziare tutti coloro, tutti i cittadini che ci hanno aiutato a mantenere la giusta direzione (con i loro consigli, con le loro osservazioni, ma anche con il loro impegno nelle diverse associazioni di Santena).
Oggi, festa di San Lorenzo, Patrono della nostra Città, desidero condividere questo momento con uno di questi Cittadini (con la C maiuscola). Uno che da sempre racconta la storia di Santena, dei suoi abitanti, dei suoi luoghi più conosciuti e di quelli più nascosti (ma non per questo meno importanti). Un cittadino che con i suoi studi, le sue ricerche ed i suoi libri ha raccontato la nostra storia e continua ancora oggi a farlo con instancabile dedizione. Nessuno è capace a raccontare Santena come Carlo Smeriglio! Oggi siamo anche qui a presentare la sua ultima fatica letteraria: “Santena: cappelle e piloni” Un libro bellissimo Nella storia di una comunità non è sempre facile trovare degli elementi che ne scandiscano il trascorrere del tempo.
Le grandi opere e gli importanti monumenti pubblici o privati, certamente caratterizzano un territorio e, talvolta, forniscono “impronte” di eventi passati o mantengono negli anni il ricordo dell’esistenza di importanti personaggi, di famiglie prestigiose, di avvenimenti storicamente rilevanti. Tuttavia, esistono, disseminate su tutto il territorio italiano, “piccole” tracce di vita comune, che per secoli hanno rappresentato la manifestazione tangibile di una devozione autentica, di una fede semplice ma concreta, da parte della popolazione rurale, e per lo più contadina, che da sempre ha abitato quei luoghi e che li ha trasformati con il proprio lavoro e le proprie fatiche quotidiane.
Le “edicole” o “piloni votivi” ne sono l’esempio e le ritroviamo ancora lungo le strade attuali o ai bordi di quelle ormai dismesse in aperta campagna. Ne incontriamo un gran numero anche sul territorio santenese: alcune integre, altre ricostruite, di altre ancora ne rimangono solo le vestigia. Ognuna di esse racconta una storia: ma bisogna saperla leggere ed ascoltare. Soltanto Carlo Smeriglio poteva avere la capacità, la pazienza, la determinazione e la perseveranza, di cercarne e trovarne la chiave di lettura (per poi riuscire a condividerla attraverso un testo). Una storia ricostruita in parte con l’osservazione diretta di tutti i piloni esistenti o con lo studio delle immagini ritrovate, ma anche con le parole di chi li ha sentiti raccontare. Con questa nuova opera, il nostro Carlo ha saputo riportare in vita ciò che in molti casi sembrava inesorabilmente coperto dall’oblio. Attraverso un certosino lavoro di ricerca, tramite queste pagine e queste immagini, ci accompagna, come Virgilio, attraversando in lungo e in largo il territorio di Santena, in un percorso spazio-temporale che ripercorre la sua storia più remota e più recente. Dentro e fuori da ognuna delle edicole votive raccontate in questo libro, ci piace immaginare la presenza viva dei santenesi che le hanno costruite, frequentate e onorate: in ogni tempo vissuto, sempre con fede e devozione. Ancora oggi, molte famiglie di Santena ne curano la conservazione o, semplicemente, le mantengono vive con fiori e candele votive. Segni tangibili di una religiosità mai sopita, che queste edicole contribuiscono a salvaguardare dalla frenesia di un mondo che sembra voler laicizzare completamente l’animo umano.
Lasciamoci, dunque, guidare da Carlo Smeriglio, lungo il percorso da lui tracciato, alla scoperta di queste piccole opere d’arte povera, ma ricche di storia, di cultura, di tradizione e di fede cristiana. All’autore il mio personale ringraziamento e quello di tutta la sua Città e d un plauso al Comitato di Storia Locale che negli ultimi anni lo sta affiancando nella costante e laboriosa opera di ricerca storica.Un patrimonio culturale inestimabile per chi ama Santena ed è orgoglioso di far parte della sua Comunità.
Ugo Baldi, sindaco di Santena, città di Camillo Cavour