Santena – 11 settembre 2021–. Cosa c’entra il Tunnel del Frejus col Canale di Suez, la Guerra di Crimea, le Torri Gemelle, la fine di Mussolini e il nostro futuro? Con la caduta di Sebastopoli, l’8 settembre 1855, Cavour e i suoi contemporanei collocarono l’Italia nel contesto occidentale dell’Europa e del Mondo. Per gli Italiani iniziava un’altra storia….
Un filo rosso collega il settembre 1855 a oggi e Santena ne custodisce la memoria. Settembre è significativo nella storia d’Italia dell’Ottocento, del Novecento e del Duemila. Normalmente è un mese tranquillo. Ma quest’anno non lo è. E’ siccitoso. Fa caldo e tira sempre un vento asciutto. Questo clima. I prezzi di frutta e verdura. Le vicende afgane. La morte di Nino Castelnuovo e di Jean Paul Belmondo. L’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001. L’anniversario dell’8 settembre 1943. L’annuncio della partenza della Tappa del Giro d’Italia 2022. Il Premio Cavour a Romano Prodi. La commemorazione del 150° anniversario del Frejus. L’edizione 2021 della manifestazione “di Freisa in Freisa” a Chieri fanno riflettere sugli umori settembrini.
Gli operai del Frejus e Prodi. Questo mese a Santena, nel Castello Cavour ci sono due eventi di rilievo italiano ed europeo. Il 20 settembre, alle ore 16,30, vengono consegnati gli occhiali di Camillo Cavour a Romano Prodi durante quello che ormai è uno dei premi più prestigiosi a livello nazionale.
Il 17 settembre, alle ore 21, c’è la commemorazione del 150° dell’inaugurazione del Tunnel del Frejus. L’invito della Fondazione Cavour e dell’Associazione Amici di Camillo Cavour ricorda il 1871 quando fu inaugurata l’opera pubblica che pose gli Italiani al centro dell’ammirazione mondiale. Il Tunnel ferroviario del Frejus, la più lunga e moderna galleria mai scavata nella viva roccia, passava le Alpi collegando il Mediterraneo e la Pianura Padana al resto d’Europa e del Globo. La nuova meraviglia del Mondo si affiancava al mitico Canale di Suez aperto nel 1869. Alla realizzazione contribuirono tra gli altri: Francesco Medail, Luigi Des Ambrois, Quintino Sella, Germano Sommeiller, Sebastiano Grandis e Severino Grattoni. Su tutti svettava Camillo Cavour che, dopo la Guerra di Crimea, intuendo la rivoluzione in corso nelle infrastrutture, nelle tecnologie e nei commerci a livello globale, ruppe gli indugi, imponendone la realizzazione. Ci furono ancora altri protagonisti. Senza i quali l’opera non si sarebbe mai realizzata. Di loro si rischiava di perdere la memoria. Per fortuna il ricordo degli operai costruttori è stata custodita in Valle Cervo, nel Biellese, accanto a Oropa. Dalle loro storie emergono figure di lavoratori super specializzati, rappresentanti dei nuovi ceti emergenti produttivi nella società dell’Ottocento che diventarono autentici protagonisti del Risorgimento. Erano tecnici portatori di nuovi interessi che, legandosi all’imprenditoria, misero in discussione gli assetti e le rendite di posizione della nobiltà, del clero e dei graduati militari.
Ricordare, nel Castello di Santena, luogo della memoria di Camillo Cavour e dei suoi contemporanei, gli artefici dell’opera simbolo del progresso tecnologico e dell’ancoraggio della Penisola all’Europa e al Mondo è un dovere e un motivo di orgoglio per tutti gli Italiani. Relatore ufficiale Danilo Craveia. L’ingresso alla cerimonia è libero e gratuito, con obbligo di prenotazione, di mascherina e di Green Pass.
Settembre e le due guerre in una. L’8 settembre 1943 l’Italia cambiava alleanza. La guerra era persa da tempo. Lo sapevano bene i fascisti e gli antifascisti e tutti gli altri compresi i Tedeschi. Il 25 luglio gli uomini del Gran Consiglio del Fascismo decisero di far fuori il loro capo. Bisognava cambiare registro. Votarono. Benito Mussolini ebbe la peggio. L’indomani il Re Vittorio Emanuele III lo fece arrestare sostituendolo con l’ambiguo Generale Pietro Badoglio. L’alleanza con i Nazisti era finita malamente e da tempo. L’Italia usciva sconfitta dal conflitto su tutti i fronti. La Sicilia era già in mano degli Angloamericani. Persa la guerra il Governo e il Re decisero di cambiare alleanza. Ci volle più di un mese. L’8 settembre ci fu la sostituzione di schieramento. L’Italia si schierò con gli Alleati. I Tedeschi erano pronti a occupare l’Italia in cui non erano presenti le truppe angloamericane. Il piano prevedeva l’arresto dei militari italiani, la loro deportazione nel Reich, in campi di concentramento e di lavoro forzato. In quei lager nacque la Resistenza dei 700.000 IMI, Internati Militari Italiani. In più, dopo aver liberato Mussolini dalla prigionia, i Nazisti lo misero a capo di un governo fantoccio, antimonarchico e comunisteggiante. Nacque la Repubblica Sociale Italiana. Dopo l’unificazione realizzata dal Risorgimento, l’Italia era di nuovo divisa. Una parte consistente del suo territorio fu sotto il dominio dei Tedeschi. Con l’8 settembre nacquero la Resistenza e la lotta partigiana. Mentre il Re e Badoglio fuggivano da Roma ufficiali, sottufficiali, soldati semplici e civili politicizzati aprirono il fuoco contro i Tedeschi che occupavano la capitale d’Italia. Il 10 questi combattenti fuggirono per non essere arrestati e deportati. Il dramma dei soldati sbandati e privi di ordini è un’onta che travolgerà il Re e molto meno il Generale Badoglio. Presero forma in quei giorni le prime organizzazioni formate per lo più da soldati fedeli al Capo dello Stato, renitenti alla chiamata della RSI, da cui nacquero le prime formazioni partigiane. Chi non voleva combattere per i Nazisti si nascose in casa o si diede alla clandestinità. Ogni famiglia era coinvolta. Dopo la sconfitta del 1943 iniziava un’altra guerra antifascista e antitedesca che durerà fino al 25 aprile 1945, questa volta conclusa vittoriosamente per gli Italiani.
11 settembre 2001 le Torri Gemelle. Fu un attentato all’Occidente. L’America –mito dei nostri antenati, di Cavour e di Garibaldi– in diretta televisiva dimostrava la sua fragilità. Neanche i Giapponesi e i Tedeschi erano arrivati a tanto. Le guerre di religione, si sa, sono terribili. L’impossibile accadde per mano di fedeli islamici. Le Torri Gemelle di New York, la capitale del Mondo, finirono al rogo. Due aerei di linea carichi di passeggeri, dirottati da un commando islamista suicida, si conficcarono nei grattacieli distruggendoli. Morirono le persone che ci lavoravano e i vigili del fuoco e i poliziotti impegnati nelle operazioni di soccorso. Le immagini della penetrazione dell’aereo nelle panoramiche vetrate crea tuttora stupore per l’effetto dirompente su un edificio rivelatosi fragile oltre ogni supposizione. L’incredibile era avvenuto. Il suicidio come arma di guerra trovava una nuova espressione.
L’Occidente era colpito al cuore. La sua tronfia sicurezza vacillava. La politica doveva fare i conti con il terrorismo islamista e con i nuovi equilibri mondiali sui quali si affacciava la Cina. Iniziava un ciclo in cui cambiava lo stile di vita degli occidentali. Di lì a poco sarebbe iniziata la guerra in Afghanistan. Finita in questi giorni, dopo vent’anni. Un filo rosso collega il settembre di oggi a quello del 1855.
Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 11 settembre 2021