SANTENA – 18 settembre 2021 – Lunedì, 20 settembre, alle ore 17, cerimonia nel Castello di Santena, centro dell’innovazione agraria della famiglia di Camillo Cavour. Romano Prodi stimola a ragionare sulle politiche continentali e mondiali. Oltre alla logistica e alle infrastrutture l’interesse di Santena e dintorni è rivolto allo strategico settore dell’agroalimentare e quindi al Distretto del cibo.
Siamo al 16° paio. La data è sempre quella il 20 settembre. Quel giorno, nel 1870, il sogno di fare Roma capitale d’Italia si avverava. Con sè trascinava una serie di cambiamenti nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica, ma non solo. La vita degli antenati degli odierni Italiani stava cambiando sull’onda degli interessi espressi dalle nuove categorie sociali emergenti. La forza di Camillo Cavour consisteva nel fatto di essere in grado di interpretarli e di rappresentarli a livello politico e istituzionale.
La consegna degli occhiali di Camillo Cavour a Romano Prodi – da parte dell’Associazione amici della Fondazione Camillo Cavour, presidente Gianni Ghio e della Fondazione Camillo Cavour, presidente Marco Boglione – è una ghiotta occasione per riflettere sul presente e sul futuro. Nell’intervista in diretta che gli farà Giovanni Minoli se ne sentiranno delle belle sulla politica italiana e sul ruolo dell’Europa nel Mondo. Prodi ha una grande esperienza e un carattere tenace. E’ stato Presidente della Commissione dell’Unione Europea dal 1999 al 2004, nonché per due volte Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia. E’ uno dei due politici italiani più significativi degli anni tra la fine del Novecento e l’inizio del Duemila. L’altro, anch’egli di levatura europea, è il suo degno antagonista Silvio Berlusconi. Prodi è stato protagonista di sostanziali riforme del sistema italiano e della nascita del sistema unico della moneta europea: l’euro. Gli ostacoli incontrati sulla sua strada sono venuti più dal suo schieramento di centro-sinistra, che dal centro-destra. Difficoltà dovute allo scontro tra il suo riformismo progressista e quel conservatorismo corporativo che caratterizza larga parte della sinistra e della destra. Un esempio della scomodità del personaggio riguarda il “fuoco amico” dei 101 e più franchi tiratori che ne affossarono l’elezione a Presidente della Repubblica nel 2013.
Negli anni del Covid e di Mario Draghi per il Pianalto, per la Zona del Chierese-Carmagnolese, per la Città Metropolitana e per la Regione Piemonte, impegnate a costituire il Distretto del cibo, le presenze di Romano Prodi e di Camillo Cavour stimolano a ragionare sulle ricadute sul sistema sociale e sullo strategico settore dell’agroalimentare delle politiche continentali e nazionali .
Fin dalla sua nascita l’Unione Europea tramite la PAC (Politica agricola comune) si è infatti occupata della centralità sociale dell’agricoltura. In particolare delle politiche di mercato nel settore agroalimentare per garantire ai suoi 500 milioni di abitanti cibo nutriente, sano e a prezzi accessibili. Lo stesso cibo, vanto e orgoglio dell’orticoltura, della frutticoltura e dell’allevamento praticati nel territorio del nascente Distretto del Cibo. Un settore che da queste parti ha bisogno, tramite il PSR (Programma di Sviluppo Rurale della Regione), di garanzie sulla redditività del lavoro agricolo. Di rispetto delle regole della concorrenza. Di controllo sulla certificazione di provenienza e di tracciabilità. Di sostegno per il ricambio generazionale e di piani per una produzione sostenibile di verdure e frutta fresche. Di supporti per la riconversione delle aziende in crisi. Di repressione delle truffe per assicurare salubrità ai consumatori. Soprattutto di un vero mercato in cui gli imprenditori possano confrontarsi sulla base delle loro capacità.
Le frodi sono adesso un problema non rinviabile. Non solo per tutelare i consumatori, ma anche per salvaguardare gli imprenditori onesti penalizzati dalla concorrenza sleale di chi se ne fa un baffo delle norme. Le contraffazioni all’estero e in Italia sono in crescita. Toccano pesantemente gli alimenti che rientrano nelle Indicazioni Geografiche di Provenienza (IGP), le Denominazioni di Origine Protetta (DOP) e le Specialità Tradizionali Garantite (STG). Stesso fenomeno riguarda, anche se in scala più ridotta, i PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) che caratterizzano i prodotti agricoli di eccellenza del Pianalto, del Chierese-Carmagnolese e del Distretto del Cibo. La questione è delicata. Se IGP, DOP e STG godono del riconoscimento europeo, i PAT non sono da meno perché istituiti dalla Regione e dallo Stato. Tanto più che nei loro disciplinari si ritrovano insieme tutti e tre gli elementi singolarmente contenuti nelle tre denominazioni europee: l’indicazione geografica, la denominazione di origine e il tradizionale metodo di produzione.
Da qui deriva l’interesse a valorizzare il ruolo dei PAT. Alimenti strategici che contribuiscono a mantenere un certo grado di autosufficienza negli approvvigionamenti della comunità metropolitana e a tenere alto il livello di qualità dei cibi che provengono da altri mercati e da differenti terre di produzione: italiane, europee ed extra-europee.
Elenco numerico dei premiati:
0 2007 Carlo Azeglio Ciampi,
1 2008 Umberto Veronesi
2 2009 Piero Angela
3 2010 ad personam Giorgio Napolitano
4 “ Carla Fracci
5 2011 in memoria Angelo Vassallo
6 2012 Carlin Petrini
7 2013 Bruno Ceretto
8 2014 Brunello Cucinelli
9 2015 Marina Militare
10 2016 Mario Draghi
11 2017 Samanta Cristoforetti
12 2018 Giovanni Soldini
13 2019 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
14 2020 Gianni Minoli
15 2021 Romano Prodi
Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 17 settembre 2021.