SANTENA – 25 ottobre 2021 – Il Distretto del Cibo è il moltiplicatore comune del Chierese-Carmagnolese. L’innovazione, la sostenibilità, la biodiversità, il web e le sue applicazioni sono gli strumenti per fare il marketing di un territorio con un vasto patrimonio di storia, beni culturali, paesaggio, ambiente, cibo, gusto, infrastrutture, logistica, orticoltura, frutticoltura, allevamento, agroindustria.
Le terre del Chierese-Carmagnolese e del Pianalto sono tutte da scoprire e da gustare. Sotto diversi aspetti. Quello paesaggistico e ambientale. Infrastrutturale e logistico. Alimentare e turistico. Per non parlare del tempo libero e dell’agricoltura. Dell’orticoltura e della frutticoltura. Dei latticini da vacche, bufale e capre. Delle carni bovine, suine e avicole. Dei mieli. Dei vini. Dei grani. Delle paste.
Il cibo qui è cultura. Sia quello fresco, prodotto da aziende agricole di piccole dimensioni in grado di fare alta qualità ma spesso in difficoltà nella promozione e commercializzazione. Sia quello lavorato, da un comparto agroalimentare che si sviluppa grazie al ruolo strategico assunto da una logistica favorita dalle infrastrutture internazionali. Nel corso dei secoli si è formato un vero e proprio Distretto del Cibo collegato e integrato con le aree urbane e peri-urbane della Città Metropolitana Torinese. Un sistema caratterizzato dalla produzione di alimenti sani, salubri, sostenibili e accessibili che ben possono sostanziare le politiche del cibo metropolitano. Un distretto che oggi rappresenta una ricchezza per il Torinese, per il Piemonte e per l’Italia.
Se poi si aggiunge una ristorazione di antiche tradizioni ma abituata all’innovazione imposta dai collegamenti internazionali e dall’essere terra di transito tra Torinese, Langhe- Roero- Monferrato, Chivassese-Vercellese, Pinerolese-Saluzzese-Saviglianese, si capisce quanto valore ci sia da queste parti. Questa è una zona in cui per forza di cose si manifestano un’infinità di identità che arricchiscono il contesto.
Cultura, tradizione e innovazione sono nel suo Dna. Una caratteristica che viene da lontano. Dai Celti, Galli, Liguri e dagli Etruschi. Dai Romani che abitarono e percorsero questi territori per raggiungere le Gallie e le lande del Nord e dell’Ovest Europa. Da qui passava e passa la grande infrastruttura stradale: la via Francigena. La Via Fulvia dei Romani è l’antenata delle strade e delle autostrade che ancor oggi formano una rete orientata al Nord e all’Ovest Europa, alla Pianura Padana, al Mediterraneo. Questa è terra con straordinari beni culturali e con una storia antica, proseguita nel Medioevo, nel Rinascimento, nel Risorgimento e nel Novecento.
Qui nell’Ottocento, sospinta dall’Illuminismo, è nata l’agricoltura moderna. Grazie: a storiche famiglie, che scelsero al posto della rendita l’attività imprenditoriale nell’agricoltura; su impulso del lavoro svolto dalle nuove categorie sociali emergenti composte da operai, contadini, artigiani, proprietari terrieri, lavoranti e impiegati. Nasceva un’alleanza tra lavoro e imprenditoria capace di affermare il primato della produzione: elemento su cui si poggiava e ancora si basa la ricchezza della nazione. Un sodalizio tra un’aristocrazia di proprietari e di operai che ha avuto un ruolo trainante sul processo culminato con la realizzazione dell’Unità d’Italia e in qualche decennio del Novecento.
Le molte identità sono il punto di forza del Chierese-Carmagnolese, mentre un suo limite sta nell’eccesso di localismo e di comunalismo. Adesso è giunta l’ora di rompere gli indugi. Dalla comunità emergono interessi che per esprimere la loro forza debbono essere collegati in rete. La sfida consiste nel farsi identificare: dagli operatori che agiscono sul mercato globale e sui flussi turistici internazionali; da chi transita su questo territorio; da chi è alla ricerca di nuove mete e opportunità. Si tratta di realizzare ciò che altri hanno fatto prima. E cioè un’operazione di promozione e valorizzazione affinché in Italia, in Europa e nel Mondo le persone e le imprese possano identificare la valenza dell’area.
Il web e le nuove tecnologie offrono possibilità di realizzare un vero marketing territoriale. Bisogna crederci, puntando sull’innovazione e sulle applicazioni, nella convinzione che il Chierese-Carmagnolese ha il suo moltiplicatore comune nel Distretto del Cibo metropolitano.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 25 ottobre 2021