SANTENA – 31 ottobre 2021 – La prima elementare della Gozzano adotta un albero del Parco Cavour. Le piante di Santena sono un prezioso bene del Mab Unesco da salvaguardare. Oltre a depurare l’aria nutrono in modo sano le persone. Perché l’asparago è l’albero più “grande” di Santena?
Arrivano dall’Oltre Banna. L’aria è fresca. Sono le 10 del mattino di uno splendente martedì 26 ottobre. In cielo non c’è una nuvola. Il sole inonda la foresta del Parco Cavour di giallo-arancione-rosso-verde-marrone. Le prime foglie cadute scricchiolano sotto i piedi. Scendono mascherati dal pulmino. Sono curiosi. Li accompagnano tre maestre. In fila indiana si dirigono davanti alla facciata principale del Castello Cavour. Si sta bene, in pieno sole. Le instancabili Amiche e gli Amici di Camillo Cavour li attendono. Sono i bambini della classe prima della scuola di via Gozzano, alla Trinità.
“Da sei anni le prime delle elementari vengono ad adottare un albero del Parco Cavour. Quest’anno le classi sono 5. Questi sono i primi. Martedì ci saranno quelli della Vignasso-Falcone” spiega la vulcanica Irma Genova. “Poi verranno ogni anno a verificare la crescita e la trasformazione della loro pianta. I primi adottanti ormai sono già alle medie. Vogliamo creare legami inossidabili con il contesto in cui stanno crescendo”. Con l’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto quest’anno offriamo in omaggio a ogni allievo una giovane pianta di asparago coltivata nella Scuola Agraria Baldessano-Roccati di Carmagnola. Quando saranno a casa la potranno piantare nel giardino, nell’orto o in un vaso capiente”. “Insieme alla scuola, noi volontari investiamo sul futuro”.
I legami con il territorio e le sue vere identità sono importanti. Santena, tolto il centro storico, è tutta un’alberata. Milioni sono le piante che popolano i suoi 16,19 km quadrati, tra orti, pioppeti, fossi e rive selvatiche, giardini e aree incolte. Sottolineare che l’asparago e gli ortaggi coltivati in campo e in serra sono le piante più importanti non è banale. Visto il rilievo sociale svolto dalle numerose e dinamiche aziende agricole. Non solo perché gli ortaggi e gli asparagi sono indispensabili per la salute e per una corretta alimentazione. Ma perché la loro produzione crea lavoro in agricoltura e nella ristorazione, trasformazione, conservazione, distribuzione e commercializzazione. In effetti, l’agricoltura per Santena è speranza e cultura.
La città di Camillo Cavour ha bisogno di legarsi sempre più al patrimonio storico, culturale, paesaggistico, infrastrutturale e agricolo che ha la fortuna di ospitare. Una ricchezza che la colloca tra le più importanti città d’Italia e d’Europa. Perché è un pilastro della memoria matria e patria continentale. Con i bambini e con la scuola si lavora per seminare consapevolezza sul valore dei beni materiali e immateriali del territorio. Che formano le identità della comunità. Si opera affinché i sogni e le immaginazioni delle future generazioni si identifichino con le risorse che producono benessere.
Si spera che il Parco e il Castello di Santena e tutto quanto gli sta intorno sia identificabile e attraente nel vasto panorama concorrenziale del Piemonte e della Penisola. Puntare sulle giovani generazioni e sulla scuola significa credere e puntare nel futuro.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 31 ottobre 2021