Santena, covid del pomodoro e distretto del cibo. Puntata 296

SANTENA 15 gennaio 2022 – Tempi difficili e tempi buoni per l’orticoltura. Da una parte preoccupano l’aumento dei costi e l’inflazione. Dall’altra rassicura lo stanziamento dello Stato di 120 milioni di euro destinati ai Distretti per sostenere lo sviluppo delle aziende agricole, agroalimentari e delle comunità.

Tomato Brown Rugose Fruit Virus (fonte: immagine in rete)

Tempi difficili Una nuova variante, un virus di natura sociale, si aggira sulla produzione del cibo. Il suo nome è inflazione. E’ molto infettiva e si sta diffondendo con rapidità agghiacciante.  Crescono infatti i costi per le aziende agricole per l’energia, il gas, i materiali, i trasporti, gli imballaggi mentre calano i prezzi riconosciuti dai supermercati della Grande Distribuzione Organizzata e dei discount. E poi c’è il Covid. Con le restrizioni sulla ristorazione e le minacce della zona arancione. E poi c’è un altro “Covid” che rovina il lavoro e le aziende agricole. Di lui si parla poco perché non è televisivamente impattante. E’ un virus identificato nel 2015 in Medio Oriente. Poi diffusosi ovunque anche tra i nostri principali concorrenti di Spagna, Marocco e Olanda. Colpisce i pomodori e i peperoni. Indebolisce le piante facendo calare la produzione. In queste settimane al Sud, in particolare in Sicilia, dalle parti della mitica Vittoria, la situazione è grave. Nelle serre si combatte contro la “pandemia” da Tomato Brown Rugose Fruit Virus. I produttori denunciano un calo nella raccolta fino al 70%. I più colpiti sono i pomodori di taglia grossa. Inutile sostituire le piante malate perché quelle nuove si infetterebbero immediatamente. ll virus è così resistente che non può essere curato. Solo la prevenzione e cioè l’introduzione di nuove varietà forse normalizzerà la situazione. Tutti aspettano le nuove “miracolose” varietà che si dice stiano sperimentando le società sementifere. Varietà che arriveranno, se va bene, alla fine dell’estate del 2022. Per ora soluzioni non ci sono. Intanto a fronte del calo dell’offerta e del conseguente aumento dei costi fissi i prezzi al produttore sono saliti del 30%. In questo momento i consumatori e i coltivatori sono sulla stessa barca: i rincari ricadono sulla spesa delle famiglie, mentre l’aumento dei costi e dell’inflazione pesa sulle aziende agricole. A meno che non intervengano il Governo e l’Europa, costringendo la Grande Distribuzione Organizzata e i discount a garantire alle aziende agricole l’equa distribuzione del valore delle loro attività lungo le filiere.

Tempi buoni Sul fronte del costituendo Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese ci sono buone notizie. La legge di Bilancio di previsione 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234) stanzia, infatti, 120 milioni di euro in favore dei Distretti. A distanza di quattro anni da quando l’idea è stata lanciata –febbraio 2018– non resta che accelerare i tempi.  A maggior ragione dopo che il 27 luglio 2021 nel Castello Cavour di Santena 25 Comuni e le Associazioni sindacali e di produttori hanno assunto il solenne impegno di dare vita alla sua costituzione. Ma cos’è in sintesi il Distretto? E’ prima di tutto uno strumento previsto dalla legge di Bilancio del 2018 che calza alla perfezione per l’orticoltura e per tutto il sistema agricolo della Zona Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana Torinese. Un mezzo per la pianificazione integrata del territorio che opera con risorse messe a disposizione dallo Stato, dalla Città Metropolitana, dai Comuni e dalle imprese, nonché dalla Regione, dal PSR (Programma di Sviluppo Rurale del Piemonte), dalla PAC (Politica Agricola Comune) e dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).  Il Distretto è lo strumento per innovare, digitalizzare, identificare, sostenere e sviluppare il sistema zonale delle aziende agricole, dell’agroalimentare e dell’agroindustriale. Compresi i comparti con essi integrati (turismo culturale e rurale, ristorazione, salute, sanità, servizi, ricerca, sperimentazione, logistica, imballaggi, vivaismo, lavoro, commercio, meccanica, concimistica, ospitalità, tutela e uso sostenibile dei terreni, dell’ambiente, della biodiversità e dell’acqua). Il sistema Chierese-Pianalto-Carmagnolese ha tutte le carte in regola. Forte di una comunità che vive e opera in aree rurali, peri-urbane e urbane in cui si coltivano alimenti sostenibili, accessibili, salutari e freschi che formano un paniere di prodotti tradizionali e a denominazione, integrati tra loro e collegati con le differenti identità storiche e culturali del territorio.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 15 gennaio 2022