Santena: agricoltura, la forza di cambiare. Puntata 320

SANTENA – 1° agosto 2022 – La situazione per l’agricoltura del Distretto del Cibo e in Italia è cambiata dopo lo scoppio della guerra contro la Russia. Il cambiamento climatico, l’inflazione, la competizione a livello mondiale impongono di mettere al centro la redditività, la produttività e il ruolo delle aziende agricole e dell’agroalimentare, il comparto che produce il 25% del PIL del Paese.

La crisi conseguente alla invasione della Ucraina da parte della Russia e il ruolo futuro dell’Unione Europea e dell’Italia nella produzione agroalimentare impongono di approvare con urgenza il Piano Strategico Nazionale della nuova Politica Agricola Comune 2023-2027 e il Programma di Sviluppo Rurale Regionale. Avendo presente l’importanza strategica del cibo e della sovranità alimentare dell’Italia, del Piemonte e della Città Metropolitana il PSR avrà infatti risorse provenienti dalla PAC che si aggiungono al PNRR per sostenere l’innovazione, la promozione, la redditività e la produttività di aziende che producono cereali, latticini, legumi, carni, frutta, vino e verdure.

Di questi tempi a tutti i livelli si lavora per adeguare piani, programmi e progetti al nuovo contesto. Nel frattempo sono aumentati i costi per le aziende: mangimi +95%, gasolio +110%, concimi fino al +250%. A questi vanno aggiunti i rincari dell’energia, del fieno, dei materiali e dell’inflazione. I maggiori oneri si ripercuotono sui consumi interni per l’acquisto di alimenti da parte delle famiglie, in particolare su verdura, frutta, pane, pasta, riso.

La siccità, conseguente al cambiamento climatico che ha colpito l’area, ha messo in evidenza il valore del sistema idrico del bacino della Banna (invasi, peschiere, rii, canali, fossi, pozzi per irrigazione) e l’importanza di risparmiare e utilizzare al meglio l’acqua. Altresì ha posto l’attenzione sui pericoli per la società determinati dal deficit e dall’insicurezza alimentare. L’Italia infatti importa il 65% del grano tenero che serve per il pane e i dolci. Il 45% del grano duro per la pasta e il cous cous. Il 50% della carne bovina. Il 35% della carne suina, con cui si producono salumi. Il 50% della carne ovina.  Il 45% del mais, di cui è preoccupante la produzione scesa drasticamente del 30% negli ultimi 10 anni sia in quantità che in superficie coltivata.

E allora che fare? Non si può far altro che condividere alcune proposte delle associazioni agricole. Concimi: ricorrere al digestato, fertilizzante al 100% naturale, derivato dalle deiezioni, dai reflui e dagli scarti vegetali che ben si inserisce nell’economia circolare. Energia: puntare sul fotovoltaico agricolo sui tetti delle cascine e dei capannoni di cui è urgente la pubblicazione del Bando per i fondi del PNRR. E contenere i costi dei carburanti. Logistica: colmare con il Bando i ritardi strutturali al servizio di stoccaggio, conservazione, trasformazione, distribuzione e trasporto dei prodotti. Innovazione: digitalizzare l’agricoltura, modernizzare la commercializzazione, i metodi di irrigazione, di identificazione e le tecnologie. Lavoro: ridurre il costo del lavoro tagliando il cuneo fiscale in modo da aumentare gli stipendi e non i costi della manodopera. Favorire l’assunzione di lavoratori stagionali, di dipendenti a tempo determinato provenienti dall’estero, di lavoratori occasionali –studenti, pensionati e percettori di ammortizzatori sociali-. Cinghiali: estendere il calendario di caccia e i controlli e gli abbattimenti anche nelle aree protette. Etichettatura: respingere l’attacco che, nascondendosi dietro la “sostenibilità” e antistoriche teorie wild, puntano sull’etichettatura Nutriscore contro il Made in Italy. Una scelta che seguendo gli interessi delle multinazionali va contro la dieta mediterranea. Dieta basata su cibi sani, freschi, salubri, saporiti e naturali, come da tradizione dell’agricoltura italiana, prodotti non in laboratorio ma nei campi, nelle serre, nelle stalle e nei pollai. Ambiente: puntare sulle New Breeding Techniques, le Nuove Tecniche di Incrocio, per affrontare la transizione ecologica e per favorire la biodiversità dei territori. Un metodo che permette di ottenere nuove varietà di piante che richiedono meno acqua, sono più produttive, più resistenti al cambiamento climatico, ai parassiti e alle malattie. Promozione: attuare iniziative rivolte ai prodotti e ai produttori. Sostenendo la vendita diretta a km zero e a tempo zero, le relazioni con il commercio all’ingrosso e al minuto e con la GDO. Collaborando con il mondo della ricerca, dell’università, degli investimenti innovativi e della formazione. Puntando sulla comunicazione e l’identificazione territoriale, nonché sulle fiere, sagre e manifestazioni a livello zonale, metropolitano, regionale, nazionale e mondiale.  

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 1° agosto 2022