SANTENA – 29 gennaio 2023 – Come delle semplici “gite” hanno creato ponti e relazioni contribuendo a fare di Santena e del suo Castello uno dei luoghi più importanti della memoria e della cultura torinese, piemontese, italiana ed europea. L’Illuminismo figlio del Cristianesimo è alla base del Risorgimento e del volontariato.
Nel 1998 molti – tra Santena e Torino – li consideravano eccentrici, rompicoglioni, se non pazzi. Del resto ancor oggi è netta la sensazione che il valore sociale ed economico del lavoro volontario e dell’associazionismo siano ampiamente sottovalutati perché pungolano il “potere” e l’individualismo imperante. Figurarsi allora quando il Risorgimento non era di moda. La popolarità di Cavour e di Garibaldi era in netta discesa. Quella dei Savoia era sotto i tacchi dopo gli exploit di re Vittorio Emanuele III con il regime fascista e di Vittorio Emanuele IV. L’Unità d’Italia, assurdamente, era considerata una disgrazia, e non solo da certi padani e dai neoborbonici e papalini di ritorno.
Che a Santena, nel 1996, fosse nata un’associazione con centinaia di volontari che avevano chiesto e ottenuto la riapertura al pubblico della Tomba e del Castello Cavour sembrava cosa fuori dal tempo. Ma nel 1997 gli Amici della Fondazione Cavour ne fecero una più grossa. Iniziarono ad allacciare rispettose collaborazioni e complicità con altri luoghi cavouriani. La prima visita avvenne a Torino, città proprietaria del Castello di Santena. Si visitò la Chiesa di Santa Maria degli Angeli e poi il Municipio dove Camillo era stato consigliere comunale. Il pranzo al sacco fu alla Mandria di Venaria con visita all’appartamento della Bela Rosin e di suo marito il re, Vittorio Emanuele II. L’anno dopo, nel 1998, la strategia delle alleanze si allargò al Vercellese. Era il 150° della rivoluzione del 1848, della morte del nipote primogenito Augusto, dell’inizio lavori della linea ferroviaria Torino-Alessandria-Genova, dell’Inno di Mameli, dello Statuto Albertino e il 50° della Costituzione repubblicana. Oggi, a 25 anni da allora, siamo nel 175°di quegli eventi.
Gli Amici scoprirono che a Vercelli era appena stato restaurato il monumento in marmo di Camillo, in Piazza Cavour, realizzato dallo scultore Ettore Villa di Massa Carrara. Seppero che per beghe nel 1864 non era stata fatta l’inaugurazione ufficiale. Fu così che d’accordo con il Lions Club, il Comune e la Provincia misero in piedi la sua inaugurazione dopo 134 anni dalla collocazione. Il 19 settembre 1998 ci fu la cerimonia. Quella mattina oltre ai Vercellesi e ai rappresentanti di istituzioni ed enti erano presenti in prima fila un centinaio di volontari Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena. A un certo punto tutti notarono una strana animazione nel gruppo. Accadde che la corona d’alloro da depositare ai piedi del monumento era stata affidata a due soci un po’ distratti – di cui non faremo il nome – che la dimenticarono sul pullman di Menini. Fu così che vennero spediti a recuperarla di corsa nel lontano parcheggio dei bus. Tutto per fortuna filò liscio. L’intenso programma era solo all’inizio. Proseguì con la visita allo storico Consorzio Ovest-Sesia che ancor oggi ha il governo del mitico Canale Cavour. E poi all’Abbazia di Sant’Andrea. Il pranzo, cinquemila lire, era nella storica cascina della Veneria di Lignana dove è stato girato il film “Riso amaro” di Giuseppe De Santis. Infine si arrivò a Leri, il borgo agricolo amato da Camillo Cavour. In cui il contadino-tessitore sviluppò la coltivazione del riso. Gli Amici, su autorizzazione dell’Enel, proprietaria del luogo, entrarono nella casa nel cui salone c’era la copia in gesso da cui fu ricavato il monumento in marmo “inaugurato” quella mattina. E’ la stessa statua senza testa e lesionata che lo scorso anno, a fine giugno, è stata portata a Santena, in attesa di una definitiva sistemazione. Nel 1998 gli Amici la videro ancora intera al suo posto. Nel salone in cui risaltavano ancora gli affreschi sulle pareti.
Fu un viaggio di studio che confermava l’importanza del lavoro di gruppo, del fare rete, delle rispettose collaborazioni con istituzioni, enti, associazioni e persone. Che faceva comprendere le differenze colturali e culturali dei territori in cui Cavour operò: quello del riso, nel Vercellese; quello degli asparagi, degli ortaggi e dell’allevamento del bestiame nel Pianalto; quello delle vigne nelle Langhe, Roero e Monferrato. Differenze sostanziali, capaci di dimostrare il valore culturale e sociale dell’opera realizzata dai contemporanei di Camillo Cavour. Leri, Santena e Grinzane ben rappresentano il periodo della prima metà dell’Ottocento a cavallo tra la Restaurazione e il Risorgimento. Restaurazione intesa non come ritorno all’antico ma come tempo post-napoleonico in cui si sono fatti i conti con la modernità e l’innovazione sociale, agraria, scientifica, produttiva, tecnologica, pedagogica e istituzionale. Temi con cui si misurarono i cattolici riformisti e gli illuministi protagonisti del Risorgimento tra i quali Manzoni, Rosmini, Alfieri, Ferrante Aporti, Lambruschini, Ricolfi, Gioberti, Balbo, d’Azeglio e Cavour.
Da allora sono passati 25 anni. Il 4 marzo 2023 ci sarà il ritorno a Leri, Trino e Casale Monferrato. Un viaggio di studio e conoscenza organizzato per ricordare il 175° della rivoluzione del Quarantotto, dell’inizio dei lavori della ferrovia Torino-Alessandria-Genova, dell’ inno di Mameli, dello Statuto Albertino e il 75° della Costituzione Repubblicana. A Casale si visiterà il Museo Civico e la collezione etnografica di Carlo Vidua (1785-1830). Figlio dell’Illuminismo, Vidua è stato un grande esploratore: viaggiò infatti nei 5 continenti. Negli USA incontrò quattro presidenti: Jefferson, Madison, Monroe e Quincy Adams. Bibliofilo, collezionista, sociologo, intellettuale e archeologo dopo aver studiato sul campo l’archeologia egizia ha mediato l’acquisto del re Carlo Felice della collezione Drovetti, il nucleo base del Museo Egizio di Torino. Poi nel 1999 gli Amici incontrarono la Valle del Tanaro e Langhe, Roero e Monferrato…
Elenco dei presenti alla visita del 1998. Alcuni di cui non appaiono i nomi viaggiarono con auto propria. Casadio Anna Maina, Maina Silvia, Gremo Monica, Zampolli Luciana, Zampolli Francesca, Chiesa Sabrina, Angelini Paolo, Cappella Laura, Raimondo Teresa, Domenino Piero, Migliore Gianmatteo, Avite Enzo, Palazzo Giovanna, Avite Roberta, Avite Stefano, Avite Marco, Anchisi Gino, Nano Wilma, Morra Francesca, Anchisi Pietro, Elda Zanetti, Benincasa Vittorio, Padre Angelo Manzini, Genova Irma, Leporati Claudio, Serra Silvia, Negro Pier Agostino, Riva Aurelio, Lisa Marilena, Janni Alberto, Rainero Flavio, Franceschini M. Teresa, Bruno Franco, Marietti Oreste, Eccettuato Maria Giulia, Tosco Claudia, Marescotto Paola, Mosso Luigi, Marescotto Giuseppe, Biglino Maria Teresa, Rittà Maria Teresa, Callegari Patrizio, Callegari Marco, Callegari Giulia, Callegari Elisa, Vercellino Caterina, Migliore Margherita, Luciano Antonio, Corbetta Luigi, Corbetta Luca, Morando Manuela, Piovesan Paolo, Roccati Marisa, Bordin Gianfranco, Ricaldone Giorgina, Amarena Sonia, Vernizzi Cristina, Smeriglio Carlo, Grana Guido, Montiglio Aurelia, Perona Costanzo, Pizzo Adriano, Colli Chiara, Zullo Vincenzo, Mosso Margherita, Mosso Mariella, Uragano Croci, Uragano Giuseppe, Rocchia Felicita, Chiesa Simona, Bertacchini Luana, Casetta Teresa, 3 Candellero di Trofarello, l’alpino Marocco Michele, Di Benedetto Arnaldo, Santillo Maria Teresa, De Allegri Livia, , Gardini Amerigo, D’Onofrio Elda, Gentili Gianni, Cenacchi Alberta, Mosso Elsa, Volpi Paolo, Giorgi Mariella, Fassetta Carlo, Sopegno Fassetta Marisa.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 29 gennaio 2023.