SANTENA – 13 febbraio 2023 – «Il periodo migliore per consegnare il primo smartphone ai figli è l’estate che va dalla classe terza media alla prima superiore». Sono parole di Marcello di Lella, agente scelto della Polizia municipale della città di Torino, intervenuto nei giorni scorsi in città a una serata sul tema “Bullismo e rischi della rete”.
«Gli esperti dicono che il periodo migliore per dare ai figli il primo smartphone è l’estate che va dalla classe terza media alla prima superiore. I genitori non devono dare lo smartphone e basta. Devono spiegarlo. Devono fare una sorta di scuola guida, come quando danno ai figli il motorino. E, invece, quando danno il motorino si preoccupano, mentre quando danno lo smartphone no. I genitori pensano di potere controllare i figli nel mondo digitale. Invece i figli, crescendo, troveranno il modo di svincolarsi e faranno vedere ai genitori solo quello che vogliono. E allora possono nascere problemi». Sono parole di Marcello di Lella, agente scelto della Polizia municipale della città di Torino, Reparto investigazioni tecnologiche, intervenuto nella serata informativa per genitori, educatori e insegnanti sui temi della sicurezza in rete, bullismo e cyberbullismo, organizzata giovedì scorso alla biblioteca civica Enzo Marioni, sul tema “Bullismo e rischi della rete”.
«I genitori devono sapere che fanno un errore drammatico – ha detto Marcello Di Lella – quando consegnano troppo precocemente uno smartphone ai figli. Se i genitori fanno questo i loro figli possono correre una serie di rischi: pedofilia, dipendenze digitali, micro prostituzione, violazioni della privacy, cyberbullismo e sexting. Consegnare troppo presto uno smartphone ai figli significa non fare gli interessi dei propri figli». La serata, che ha visto una buona partecipazione di genitori e insegnanti. E’ stato un incontro di formazione in restituzione dell’attività svolta a scuola da Marcello Di Lella con gli studenti delle classi quinte della primaria e seconde della secondaria di primo grado. Marcello Di Lella ha aggiunto: «C’è stata una comunità scientifica globale che, nel 2018, ha fissato a 14 anni l’età minima per avere il primo smartphone, connesso a internet. Di questo bisognerebbe tenerne conto. L’Italia è tra gli ultimi posti in Europa per diffusione della banda larga, ma è al primo nel mondo per diffusione di smartphone a bambini e preadolescenti. Serve un cambio culturale. L’importante è che i genitori capiscano che c’è un limite…».