SANTENA – 10 gennaio 2024 – A fine anno sono arrivate due notizie positive per le scuole santenesi. Dal Pnrr sono arrivati fondi contro la dispersione scolastica che saranno utilizzati per informare sulla questione di genere. Inoltre la Regione Piemonte ha finanziato il progetto Sbullìzzati dell’Istituto comprensivo cittadino.
Giovanna D’Ettore, dirigente dell’Istituto comprensivo di Santena, informa: «Ci sono due notizie positive per le scuole santenesi. Abbiamo ricevuto fondi del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, da utilizzare per iniziative contro la dispersione scolastica. Inoltre la Regione Piemonte ha assegnato delle risorse al nostro progetto Sbullìzzati». Il 20 dicembre scorso, la Scuola secondaria di Santena ha proposto un primo incontro formativo per i genitori sui temi dei “Rischi delle tecnologie per i minori”. E’ stata trattata la questione di genere che ha diverse estensioni: la problematica riguarda la violenza verso le donne. “La donna sul web: la questione di genere degenera su internet”. Questo il tema del primo incontro, svolto nella sala delle ex scuderie del complesso cavouriano. Relatore della serata l’agente Marcello Di Lella, del Reparto investigazioni tecnologiche della Polizia municipale di Torino che ha illustrato gli aspetti più importanti di questi temi, indicando alcuni strumenti pratici agli adulti nell’ambito educativo dei minori.
Marcello Di Lella, spiega: «Ho fornito informazioni sui rischi che possono incontrare i giovani studenti navigando in rete. Infatti è possibile che le ragazze possano incorrere in una violenza di genere. Gli studenti maschi possono diventare carnefici. Si è trattato di un incontro di prevenzione e sensibilizzazione per gli adulti, rivolto a genitori e insegnanti. Rispetto a questi temi i genitori sono chiamati a drizzare le antenne, ma soprattutto devono dare ai loro figli un buon esempio. I figli vedono e registrano tutto quanto fanno i genitori. Dunque nei confronti dei figli serve la parola, ma conta soprattutto il buon esempio». «La questione di genere è un problema culturale – aggiunge Marcello Di Lella -. C’è da tanti anni, ma ultimamente c’è una sensibilità maggiore, portata anche da recenti fatti di cronaca, ad esempio la vicenda del femminicidio di Giulia Cecchettin. Nell’incontro ho cercato di fornire strumenti pratici per affrontare la questione di genere». Marcello Di Lella prosegue: «Io mi occupo di tecnologie per i minori dall’anno 2010 e ho visto che fornire uno smartphone troppo precocemente ai minori ha fatto aumentare tantissimo i problemi riguardo al sexing, la diffusione di foto intime, che nascono consensualmente all’interno di coppia, ma poi vengono diffuse anche all’esterno andando a rovinare in tempi brevissimi la reputazione delle ragazzine. Sempre in questi anni ho visto aumentare il ciber-bullismo, il grooming e cioè l’adescamento on-line. C’è poi un nuovo fenomeno: i pedofili ricercano non più solo il contatto con il minore per consumare una violenza, ma vogliono anche loro immagini e video, intimi, da vendere e scambiare in circuiti che spesso hanno valenza mondiale». «Rispetto ai problemi di genere rilevo che in provincia, rispetto alle grandi città, c’è un ambiente più protetto – informa Marcello Di Lella -. Questo può essere anche uno svantaggio, soprattutto quando i giovani studenti della provincia arrivano nelle superiori nelle grandi città e si scontrano con loro coetanei che, in realtà, sono molto più avanti, anche in negativo, su tutti questi aspetti». Marcello Di Lella, chiude così: «Un altro problema riguarda la consegna dello smartphone e la relativa frequentazione dei social media da parte dei figli in età precoce. Tutti gli esperti indicano che lo smartphone va dato ai figli solo dopo i 14 anni di età. A volte il genitore cede per paura di crescere un figlio “disadattato”, ma non è così. Senza smartphone i preadolescenti sviluppano competenze e capacità che – quando saranno più grandi – consentiranno loro di “mangiare in testa” ai minori che hanno avuto precocemente un cellulare…».
Giovanna D’Ettore, afferma e chiude: «Si è trattato di un primo incontro di un ciclo di incontri che partiranno con l’anno 2024 in merito alla violenza di genere. I fondi Pnrr saranno utilizzati per iniziative contro la dispersione scolastica. Le risorse della Regione sono mirate al progetto Sbullìzzati. Giovanna D’Ettore chiude così: «Nelle scuole santenesi, rispetto al bullismo, non abbiamo mai avuto segnalazioni importanti. La scuola crede molto nella formazione rispetto alle questioni di genere e al problema del bullismo. Nei prossimi mesi sono in agenda incontri assembleari e iniziative che coinvolgeranno piccoli gruppi. Il nostro primo obiettivo è la formazione degli studenti santenesi. Il primo incontro non è stato molto partecipato, ma abbiamo ben chiaro che occorrerà fare di tutto per trascinare e coinvolgere quanti più genitori possibile. E su questi temi abbiamo il pieno appoggio della Città di Santena, della biblioteca civica e della Fondazione Cavour».