SANTENA – 21 gennaio 2024 – L’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (OIVD) si è unito all’appello del quotidiano francese Libération per riconoscerli e definirli “femminicidi di guerra”. Santena ha avuto chi ha studiato la Dea Madre e poi il Dio Padre e le origini delle religioni monoteiste. Il 4 febbraio 2024, in città, si commemorano il Giorno della Memoria e del Ricordo.
Santena ci è dentro fino al collo.
Come lo sono l’Italia e l’Europa. La città di Camillo Cavour non può tirarsi indietro dal prendersi le responsabilità di quanto accaduto il 7 ottobre 2023 in terra di Israele. Là dove le donne non sono state uccise allo stesso modo degli uomini.
Con il rischio di chiusura del Canale di Suez da parte di accoliti degli Ayatollah iraniani, Santena non può sgattaiolare dall’appello di chi si occupa della Dea della fertilità e della Madre Terra. Della virago Dea Maia adorata nel mese di maggio e della vergine che diventa Madre di Dio. Del mistero della Dea Madre, precedente alla svolta patriarcale che l’ha trasformata nel Dio Padre. Un ribaltone risalente alla genesi delle religioni snodo per individuare la strada della pace e della convivenza tra i due stati di Israele e di Palestina. Da ricercare nella radice comune –utero, grembo, organo femminile– delle parole Rehem in ebraico e Rahm in arabo. Significati che assimilano il maschile nome di Dio Misericordioso –in arabo, ar-Rahman, e in Ebraico Rahamin– a una naturale origine femminile.
Si tratta di una tematica che ha avuto tra i suoi studiosi il precettore dei santenesi Carlo, Enrico e Giovanni Visconti Venosta. Ultimi eredi di Camillo Cavour e degli Alfieri. Il prof. Uberto Pestalozza è stato, sull’onda del Modernismo, tra i primi a occuparsi delle origini delle religioni. Rettore dell’Università Statale di Milano e docente dell’Istituto di Studi Sociali “Cesare Alfieri” di Firenze è l’autore dell’“Eterno Femminino Mediterraneo”. Uno studio sulla Dea della terra, vergine e madre feconda e generatrice di vita. Un’opera utile a comprendere la complessità del contesto della Palestina. Dove sono nate le religioni monoteiste cristiana e ebraica, in cui si è radicata la presenza dell’Islam. Dove il conflitto odierno ha profondi risvolti religiosi, razziali, economici e sociali. Una terra in cui ciò che accade porta a valutare con attenzione i moniti che vengono dalle giornate della Memoria e del Ricordo che saranno commemorate a Santena il 4 febbraio.
Articolo di MicroMega, di Monica Lanfranco dell’11 dicembre 2023 nel quale è illustrato il senso dell’appello di Libération e dell’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D).
Quelle che seguono sono parole e descrizioni dalle quali scaturiscono immagini terribili. Sono state scritte e divulgate dal quotidiano Libération a metà novembre e rilanciate in Italia il 21 novembre su HuffPost Italia (huffingtonpost.it): “Su iniziativa dell’associazione Paroles de femmes, lanciamo un appello alle femministe e ai sostenitori della nostra causa affinché sia riconosciuto il femminicidio nei massacri di donne perpetrati il 7 ottobre in Israele. Molti civili sono morti, ma le donne non sono state uccise nello stesso modo degli altri. Le violenze commesse contro queste donne corrispondono in tutto e per tutto alla definizione di femminicidio, ossia l’omicidio di donne o ragazze a causa del loro sesso. Queste donne sono state fatte sfilare nude, sono state violentate fino a rompere il loro bacino. Anche i loro cadaveri sono stati violentati. I loro genitali sono stati sfibrati. Hanno urinato sulle loro spoglie. Alcune sono state decapitate, altre smembrate e bruciate. Altre sono state prese in ostaggio. Tutto questo è stato filmato e fotografato per incutere terrore. I video degli interrogatori dei terroristi lo confermano: “Volevamo violentarle per degradarle”. Le donne in ostaggio sono state addirittura suddivise: le più belle sono state portate via e le altre uccise. Anche le donne disabili sono state violentate e uccise, come Noya, autistica, e Ruth, con disabilità multiple”.
In Italia un gruppo di donne appartenenti all’associazione O.I.V.D Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne ( formato da laiche e religiose cristiane ndr)ha rilanciato l’appello delle femministe francesi facendo anche una proposta: aggiungere alla categoria “stupro di guerra”, quella di “femminicidio di guerra”.
“Crediamo sia giusto, nel rispetto di tutte ma anche della nostra coscienza femminista, -affermano le donne di OIVD, – non lasciare sole le donne ebree nella denuncia del massacro”. E aggiungono: “Le associazioni femminili e femministe, in Italia in massima parte, hanno taciuto; non così in altri Paesi. Di fronte a questi eventi non c’è stata la mobilitazione che ci si sarebbe potuto aspettare: anche per noi femministe è difficile sottrarsi alla polarizzazione delle posizioni politiche soprattutto nel contesto di questo conflitto che da quando siamo nate accompagna i nostri giorni, ma il nostro Osservatorio non può e non deve perdere di vista il modo in cui al centro di ogni guerra i massacri contro le donne giocano un ruolo centrale per il valore simbolico che i loro corpi rappresentano. Ancora una volta nell’azione terroristica del 7 novembre in Israele questo dato di fatto è emerso con tutta la crudeltà che da sempre accompagna questi gesti (Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Etiopia, Ucraina per citare solo alcuni dei numerosissimi esempi) dobbiamo denunciarlo con forza e vogliamo chiedere, associandoci all’appello di Libération, che accanto alla categoria ‘stupri di guerra’ venga introdotta quella di ‘femminicidi di guerra’ riconosciuta come crimine contro l’umanità”.
Gino Anchisi, da Santena la città di Camillo Cavour, 21 gennaio 2024