TORINO – 22 gennaio 2024 – L’agricoltura non è la prima responsabile dell’inquinamento dell’aria, anzi, l’allevamento e l’agricoltura servono per migliorare la sostenibilità ambientale. Su queste conclusioni si sono trovati d’accordo mondo scientifico e mondo agricolo, a confronto a Torino, con il convegno Gli allevamenti e qualità dell’aria, organizzato nel capoluogo subalpino da Coldiretti Torino. All’evento ha partecipato un buon numero di amministratori locali del Chierese e Carmagnolese.
Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, ha respinto le accuse agli allevamenti e alle pratiche agricole troppo spesso additate come la causa principale della formazione delle polveri sottili che minacciano la salute dei cittadini della Pianura Padana. «Le nostre aziende agricole – ha detto Prandini – sono disponibili ad accettare l’innovazione che viene dalla ricerca scientifica. Non possiamo accettare di essere accusati di fare ammalare la gente. Siamo stufi di assistere a una cattiva informazione sul nostro mondo e non siamo disposti ad accettare che si parli di chiusura degli allevamenti per migliorare la qualità dell’aria».
Al Foyer del Toro del Teatro Regio, in piazza castello, tra il pubblico, numerosi amministratori del Chierese e Carmagnolese, tra cui: Roby Ghio, sindaco di Santena e presidente del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese; Elena Comollo, assessora all’Agricoltura di Chieri; Adriano Pizzo, assessore alla Cultura e all’ambiente di Pecetto; Lodovico Gillio, sindaco di Riva presso Chieri; Francesco Principi, sindaco di Villastellone; Roberto Gerbino, assessore all’Agricoltura di Carmagnola; Luigi Sandri, assessore all’Agricoltura e ambiente di Poirino. Magari c’era anche qualcun altro: si chiede vènia per eventuali dimenticanze. Presenti anche una buona parte dei presidenti delle sezioni locali della Coldiretti dei comuni del territorio.
Al presidente dei berretti gialli Ettore Prandini ha fatto eco il ministro dell’ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha ricordato l’opposizione del governo italiano che è riuscita a bloccare in Europa il tentativo di equiparare gli allevamenti alle grandi fabbriche. «Gli obiettivi sulla qualità dell’aria – ha detto il ministro – si raggiungono lavorando su più fronti ma soprattutto sul fronte energetico. C’è bisogno di equilibrio e di tempo. Il 2030 per centrare gli obiettivi strategici non basta: abbiamo chiesto almeno 5 anni in più».
Secondo Barbero, direttore Generale di ARPA Piemonte, ha ricordato, che, in Piemonte, il Pm10 prodotto direttamente dall’agricoltura tocca una percentuale minima, intorno al 4-5 per cento. Carlo Grignani, direttore Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino ha ribadito che non ha senso chiedere la chiusura degli allevamenti per migliorare la qualità dell’aria. Francesco Tresso, assessore al verde pubblico del Comune di Torino ha ricordato l’importanza ambientale dell’agricoltura per una metropoli come Torino. Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte ha annunciato che saranno chieste più risorse per accompagnare gli allevamenti verso la riduzione dell’impatto ambientale. Gianfranco Guerrini, consigliere delegato all’ambiente della Città Metropolitana di Torino ha ricordato le azioni di area vasta svolte per il contrasto all’inquinamento dell’aria.
FONTE per testo: Comunicato ufficio stampa Coldiretti Torino