SANTENA – 24 marzo 2024 – L’Italia unita è stata una tappa fondamentale nell’emancipazione della povera gente. La scuola per superare la stanca ripetitività delle ricorrenze risorgimentali. La scuola per la formazione, le iniziative e le celebrazioni sul valore dell’Unità italiana ed europea.
E’ scritto nella Legge 222 del 2012. La legge ha come titolo “Norme sull’acquisizione di conoscenze e competenze in materia di «Cittadinanza e Costituzione» e sull’insegnamento dell’inno di Mameli nelle scuole”. A Santena – la città che ha la fortuna di ospitare la Tomba di Camillo Cavour – da decenni già si applicano i suoi indirizzi. Vuoi con la collaborazione tra la Scuola, l’Associazione Amici di Camillo Cavour, la Fondazione Cavour, la Pro-Loco, il Comune di Santena e il Consiglio Comunale dei ragazzi. Vuoi nella vasta rete formata da imprese, associazioni, comuni e istituzioni. Vuoi con “Le Cavouriadi”: le corse campestri delle classi 5° elementare e I, II e III media, riedizioni della gara organizzata nel 1819, all’età di nove anni, da Camillo nel parco del Castello. E infine nel “Passaporto del buon cittadino” rilasciato agli studenti per le attività svolte in orario extrascolastico con le associazioni cittadine.
Il 17 marzo con i suoi quattro pilastri: Unità nazionale, Costituzione, Inno e Bandiera, è la ricorrenza nella quale tutti gli Italiani, nativi e immigrati, possono riconoscersi. E’ la festa che riempie quel vuoto che il 25 aprile, il 1° Maggio, il 2 giugno e neppure il 4 novembre sono in grado di colmare. Passati dodici anni ci si accorge di quanto è giusto aver incardinato le disposizioni nelle scuole, il luogo in cui si formano le nuove generazioni. L’articolo 1 non lascia dubbi “A decorrere dall’anno scolastico 2012/2013, nelle scuole di ogni ordine e grado, nell’ambito delle attività finalizzate all’acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», sono organizzati percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento nonché sulle vicende che hanno condotto all’Unità nazionale, alla scelta dell’inno di Mameli e della bandiera nazionale e all’approvazione della Costituzione, anche alla luce dell’evoluzione della storia europea”.
Il Parlamento ha scelto la cura dell’educazione, dell’istruzione, della conoscenza per superare i pregiudizi che permangono sul valore dell’Unificazione. Perché quando si parla non già dell’Italia, ma dell’Unità d’Italia, subito rispuntano i distinguo e le cautele. Manifestazioni di un malessere frutto di visioni legate al partitismo. Alle piccole patrie familiari, locali, zonali o regionali. Spesso abbinate all’antipatia verso questo o quell’altro tra i quattro modelli del Risorgimento: Cavour, Vittorio Emanuele, Garibaldi e Mazzini. Un disagio che insiste sui ritardi e sugli errori successi durante quella che è stata una vera e propria rivoluzione. Piuttosto che sui dati positivi e sui risultati conseguiti con la nascita dello Stato unitario. Un malessere contraddittorio che sovrappone inappropriatamente il contesto sociale e territoriale di ieri a quello di oggi. Perché, nonostante tutto, oggi gli Italiani convivono sicuramente meglio delle generazioni precedenti. Con in più i vantaggi derivanti dall’essere un Paese dell’Unione Europea. Sì, certo si poteva fare meglio. Ma una cosa è innegabile. Il processo sfociato 163 anni fa nell’Italia unita ha favorito l’emancipazione di milioni di italiani. Perché chi prima e chi dopo. Chi di più e chi di meno. Chi all’Est, chi all’Ovest. Chi al Sud, chi al Centro e chi al Nord, tutti ne hanno beneficiato. Per questo non si capisce perché oggi si continui a ragionare con la testa rivolta all’indietro. Al non voler vedere i vantaggi derivati dall’Unificazione e dall’appartenere alla patria Europea comune.
Vista da Santena, città di Camillo Cavour, la scelta del 17 marzo è il punto d’arrivo di un complesso percorso finalizzato alla riscoperta della storia degli Italiani. Un percorso che ha visto i contemporanei di Cavour e le generazioni successive emanciparsi grazie alla funzione svolta dalla scuola con le riforme Casati e Coppino. E grazie alla Costituzione, che sancì il progressivo passaggio delle Italiane e degli Italiani di umili origini dalla condizione di sudditi e di servi a quella di cittadini, portatori di doveri e di diritti.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 24 marzo 2024.
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