SANTENA – 12 agosto 2024 – «Oggi noi raccogliamo i frutti della vita del nostro patrono, san Lorenzo, perché sul suo esempio, nella coerenza del sacrifico e nel servizio possiamo far maturare anche noi sempre di più frutti abbondanti. Non soltanto nella nostra comunità parrocchiale, ma anche nel nostro paese». Don Beppe Zorzan, parroco di Santena, ha chiuso così l’omelia della messa della Festa patronale di san Lorenzo, il 10 agosto 2024.
Don Beppe Zorzan, ha cominciato così l’omelia: «Nella storia dei santi, in modo particolare dei martiri dei primi secoli della storia della Chiesa c’è sempre una parte di storia e una parte di leggenda. Una leggenda costruita, secoli dopo su quella persona, per poterne diffondere il culto. Per poter valorizzare ancora di più la sua vita. Perchè i fedeli che raccolgono quella storia possano essere edificati a loro volta». «Così, anche nella vita di san Lorenzo – ha aggiunto il parroco don Beppe Zorzan – è certamente storia che lui sia morto nell’anno 258 dopo Cristo, in seguito a una persecuzione dell’imperatore Valeriano che aveva stabilito che tutti i vescovi, tutti i preti, fossero arrestati e uccisi. Nel tentativo, così di decapitare la Chiesa. E’ storia che san Lorenzo fosse il primo dei sette vescovi della Chiesa di Roma e il suo impegno fosse quello di amministrare i beni per poter sostenere e aiutare i poveri. E’ storia che sia morto solo tre giorni dopo dall’arresto e dalla decapitazione del Papa Sisto II». «Ma è probabilmente leggenda – ha proseguito don Beppe Zorzan – che Lorenzo sia morto arso sulla graticola. Come tutti i martiri di quel tempo, probabilmente, è stato decapitato. È anche leggenda il colloquio che avviene tra lui e il papa che si incrociano prima di avviarsi al patibolo». Il parroco ha detto: «Ma certamente una cosa c’è. La coerenza. La coerenza di vita di questo santo. Di tanti martiri, come san Lorenzo. Sono stati fedeli ai propri principi, ai propri valori. E, in modo particolare, al Vangelo e a Gesù Cristo, fino alla fine. Quella coerenza che oggi noi, ecco, facciamo nostra attraverso anche un impegno di vita».
«Quali sono quindi i frutti che oggi noi vogliamo raccogliere da questa vita. Dalla vita del nostro patrono e fare nostri come impegno di via cristiana ma anche impegno di vita covile? – si è chiesto il parroco don Beppe Zorzan -. Prima di tutto, quindi, la coerenza. L’essere coerenti ai propri principi e ai propri valori. E, in modo particolare, per noi cristiani, al Vangelo di Gesù Cristo. Il secondo frutto è lo spirito di sacrifico che ha animato la vita di Lorenzo, fino alla fine. Così come Gesù – si racconta nella Passione – amò i suoi fino alla fine, Lorenzo ha amato Gesù Cristo e la Chiesa, fino alla fine. Donando totalmente se stesso. Donando totalmente la sua vita. E il terzo frutto che vogliamo raccogliere dalla vita di questo nostro fratello è il suo spirito di servizio. I servizio alla Chiesa e ai poveri. Quello che per appunto era il compito di san Lorenzo nella Chiesa di Roma»
Il parroco, don Beppe Zorzan, ha chiuso così la sua omelia: «Coerenza quindi. Spirito di sacrifico. E servizio. Tre valori, mutuati dalla vita di Gesù e dal Vangelo stesso. Gesù dice “Se uno mi vuole servire mi segue. E dove sono io là sarà anche il mio servitore”. Seguire Gesù, Amare Gesù ,vuol dire amare la propria vita e servire il prossimo e la comunità. E la Chiesa. E amare come ha amato Lui. Spendersi per gli altri. Totalmente. Come il seme che cade per terra, se si vuole veramente raccoglie dei frutti. E oggi noi raccogliamo i frutti di questa vita, della vita di questo nostro patrono, perché sul suo esempio, nella coerenza del sacrifico e nel servizio, possiamo far maturare anche noi, sempre di più, frutti abbondanti non soltanto nella nostra comunità parrocchiale, ma anche nel nostro paese».
AUDIO: Omelia del parroco don Beppe Zorzan durante la messa del giorno della Festa patronale 2024 di Santena