60° della Festa dei santi Cosma e Damiano. Puntata 392

SANTENA – 22 settembre 2024 – Quel misto di spirito cristiano, mediterraneo, padano, europeo, universale e illuminista che caratterizza Santena e una certa Italia. Il ricordo dell’opera di Don Giuseppe Lisa e degli emigranti da Riace. 

 

La festa dei santi Cosma e Damiano – con la Sagra degli Asparagi, le commemorazioni del 17 marzo e del 6 giugno e il Premio Camillo Cavour – completa il quadro geoculturale in cui si è svolta l’azione del Tessitore-Contadino, dei suoi contemporanei e di noi, loro indegni eredi e discendenti. I santi martiri Cosma e Damiano aggiungono il contesto siriano, mediterraneo e della Magna Grecia. Il medesimo in cui è vissuto San Paolo, l’immigrato decapitato a Roma, che sulla Via di Damasco, in Siria, si convertì da persecutore dei Cristiani nell’Apostolo delle Genti. Lo stesso del Concilio di Nicea, di Gioacchino da Fiore, di San Francesco d’Assisi e dei Santi Sociali piemontesi. Il Mediterraneo è la strada che collega Oriente, Africa ed Europa. Mediterranei e universali sono i profumi e i gusti dei piatti tradizionali della festa, così come lo sono i suoni e i canti antichi e moderni degli artisti che si esibiranno il 27, il 28 e il 29 settembre 2024 sul palco della piazza sita lungo via Alcide De Gasperi: il grande statista europeo, ammiratore di Camillo Cavour.

Sessant’anni anni raccontano una storia vera e attuale. Di emancipazione di genti mediterranee, del Sud Italia. Di cittadine e cittadini che hanno creato ricchezza per la comunità di cui entrarono a far parte negli anni del boom economico e della costruzione europea. Che accomuna gli emigranti meridionali con chi oggi viene dal Medio-Oriente, dall’Africa, dall’Oriente, dall’Est Europa e dall’America. Gli inizi furono particolarmente difficili. Come solo chi è un emigrante può capire. La diffidenza, l’ostilità, i pregiudizi, l’ingordigia di una parte non irrilevante di indigeni accresceva le difficoltà dovute alle differenze di mentalità, di usi e di costumi e alla lontananza dalla famiglia, dai luoghi natii. Le relazioni, pur difficili, avevano però dei punti in comune che facilitarono l’integrazione nella società come: l’appartenenza alla stessa patria; il bisogno del loro lavoro nell’industria padana; la fede cattolica basata sulla libertà, l’uguaglianza e la fraternità tra tutte le persone; la lingua italiana, di Dante e Manzoni, che permetteva di capirsi tra dialetti calabresi, albanesi, veneti, pugliesi, greci, arabi, spagnoli, lucani, siciliani, laziali, abruzzesi, friulani, marchigiani, sardi, piemontesi.

La festa dei santi Cosma e Damiano ricorda il ruolo svolto dal parroco don Giuseppe Lisa che, fin da subito, schierò la chiesa santenese nell’opera di integrazione dei nuovi arrivati. Un modello che oggi si sta affermando con forza, contro chi vorrebbe “ributtarli in mare” e chiudere le frontiere. Dai santi sociali don Giuseppe Lisa aveva imparato che l’Italia e l’Europa avevano bisogno del lavoro degli immigrati. Preparò Santena all’accoglienza dell’altro. La attrezzò a evitare le chiusure etniche, razziste e di clan.  Grande ruolo ebbero altresì la scuola, le istituzioni, le fabbriche e l’artigianato. La legge del sangue e la legge del suolo allora e così si spera oggi, vennero messe in disparte dalla superiore legge del lavoro, del diritto al salario, dell’istruzione e della fratellanza.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 22 settembre 2024

IMMAGINI: sono di archivio

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Festa dei santi Cosma e Damiano 2024, il programma:
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