Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese. Bilancio dei primi tre anni. Intervista a Davide Murgese, coordinatore del distretto

CASANOVA (CARMAGNOLA) – 14 ottobre 2024 – Assaporiamo la cultura della terra. Questa l’iniziativa, organizzata da Engim Piemonte ETS, Bonafus Chieri, con il contributo del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese, della Città di Chieri e dell’Associazione Amici Abbazia di Casanova. L’evento si è svolto sabato 12 ottobre 2024.

 

Si è cominciato con una visita guidata all’Abbazia di Santa Maria di Casanova.  A fare da cicerone, Enrico Tachis, degli Amici dell’Abbazia, titolare della vicina Cascina Fiume. Dopo la visita, Davide Murgese, coordinatore del Distretto del cibo, è intervenuto sulla sostenibilità ambientale delle produzioni agricole. In chiusura, una degustazione, con alcuni prodotti tipici del territorio. L’intervista a Davide Murgese.

Davide Murgese, Coordinatore del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese
Davide Murgese, Coordinatore del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese

Davide Murgese, Coordinatore del Distretto del cibo Chierese-Carmagnolese, spiega: «Oggi parliamo di sostenibilità dell’agricoltura, in un contesto, quale quello di Casanova. Territorio caratterizzato da una storia legata proprio alla nascita dell’agricoltura, grazie all’opera dei monaci cistercensi.  Proprio a partire  dall’insediamento dell’Abbazia di Santa Maria a Casanova, hanno dato vita a una serie di interventi, volti a realizzare le premesse per avviare le pratiche agricole dell’intero territorio». «Ai partecipanti l’evento organizzato da Engim Piemonte ETS Bonafus Chieri, ho comunicato – aggiunge Davide Murgese – l’esperienza di questo territorio locale che, proprio grazie all’Abbazia, ha saputo introdurre l’agricoltura in un contesto storicamente caratterizzato da boschi e paludi. Un’agricoltura che oggi si trova ad affrontare sfide legate alla necessitò di garantire un equilibrio tra le pratiche agricole e tutto quanto costituiscono i sistemi naturali. Questo non significa affatto che agricoltura e ambiente siano alternativi. Anzi: la sfida è proprio riuscire a farli stare insieme. In un’ottica di sostenibilità. L’agricoltura, attraverso l’efficienza, può trovare una dimensione che permetta di utilizzare le risorse naturali in modo tale da non esaurirle. Un’agricoltura in grado di garantirle, per le generazioni attuali e per quelle future. Un’agricoltura che – come hanno fatto nel passato i monaci cistercensi – conviva in armonia con gli ecosistemi naturali. Un’agricoltura che produca cibo sano e lavori per la salvaguardia del territorio, rendendolo sempre più attrattivo. Tutte cose, queste, che gli agricoltori stanno già portando avanti. Intanto perché presidiano il territorio, che diversamente correrebbe il rischio dell’abbandono. Ecco perché sostengo che gli agricoltori debbano essere sostenuti e aiutati in questo periodo di transizione ecologica. Transizione necessaria e inevitabile, ma che non può rappresentare un costo, solo a carico di alcuni.   Infatti, senza sostegni le aziende agricole non sempre ce la fanno ad affrontare tali difficoltà… Ecco perché gli agricoltori vanno sostenuti. Anche fornendo loro strumenti di ricerca e opportunità d’innovazione. Sempre in un’ottica di sostenibilità ed efficienza». «Tutte cose – spiega Davide Murgese – che il cittadino non sempre comprende.  Intanto i consumatori devono avere anche ben presente che soldi pubblici, investimenti, in questi anni, hanno permesso di realizzare sul nostro territorio un’agricoltura che è ai più alti livello di sostenibilità al mondo. E, anche oggi, le risorse sono necessarie a sostenere la transizione ecologica, per garantirsi cibo che, da soli, non saremo in grado di produrre. Risorse che vanno considerate strategiche per essere sempre più attivi, anche a livello di efficienza».

Davide Murgese, aggiunge: «Gli agricoltori devono continuare a produrre, consumando meno risorse. I consumatori devono comprare cibo buono, di qualità, di stagione, coltivato nei territori locali e non importano da chissà dove. Gli alimenti che percorrono tanti chilometri, prima di finire sulla tavola, si caratterizzano per una impronta ambientale elevata. Ancora, i consumatori  devono sprecare meno cibo». Il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese, è stato il primo ad avere il via libera dalla Regione Piemonte. All’inizio è stato presieduto da Ugo Baldi. Ora il presidente è Roby Ghio. «Il bilancio del cammino sin qui fatto è sicuramente positivo. Sotto tanti aspetti – prosegue Davide Margese -. A partire da quello della continuità, nell’entusiasmo di chi gestisce questo distretto. Così come da parte di tutti aderenti, dei presidenti, come di tutto il direttivo. Un bilancio positivo perché ha realizzato e rafforzato una cultura di collaborazione tra pubblico e privato, nel settore dell’agricoltura. E quindi tra attori che prima non dialogavano tanto – o solo in determinati contesti – mentre oggi lo fanno a 360 gradi, per la gestione del territorio».

Roby Ghio, presidente del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese
Roby Ghio, presidente del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese

 

Davide Murgese prosegue così: «Un bilancio positivo anche per il fatto che il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese si sta facendo conoscere anche fuori dai suoi confini. Grazie alle azioni di promozione, realizzate anche in collaborazione con la Città metropolitana di Torino e con Turismo Torino. Un bilancio positivo perché questo distretto del cibo sta diventando elemento di attrazione anche per cittadini e turisti che vengono da “fuori”, grazie alle possibilità di fruizione quali piste ciclabili, rassegne enogastronomiche, sagre e fiere. Un bilancio positivo perché questo distretto sta maturando entusiasmo, voglia di andare avanti e innovare. Un bilancio positivo anche per la voglia di interessare, coinvolgere ed essere, sempre più, vicino ai cittadini “normali” che non sono coinvolti direttamente in agricoltura. Ricordo che anche il nostro distretto del cibo – così come in larga parte d’Italia – si caratterizza per una buona presenza di giovani agricoltrici e agricoltori che, per il nostro territorio locale, sono una risorsa importante, in un’ottica di prospettiva futura». Davide Murgese aggiunge ancora questo: «Il Distretto, con l’Università degli studi di Torino e il Politecnico di Torino oggi sta predisponendo alcuni progetti, legati in particolare alla zootecnia e alle produzioni vegetali. L’obiettivo è promuovere l’innovazione e la transizione ecologia. Siamo in attesa che la Regione Piemonte pubblichi i bandi. Presenteremo le candidature, nella speranza che vengano accolte e arrivino nuove risorse per poter “mettere a terra” questi progetti».

«Dopo questo primo cammino di tre anni – chiude Davide Murgese –  la domanda principale che mi sento sempre rivolgere è una “Cos’è un Distretto del cibo?”.  Direi questo: è un soggetto, pubblico e privato, che promuove tutto ciò che gravita attorno al cibo su un territorio. Quindi vuol dire: le produzione agricole, ma anche la cultura, l’arte e il territorio tutto. A esempio, oggi siamo qui, all’Abbazia di Santa Maria di Casanova. Un contesto legato all’agricoltura, con rilevanti connotazioni culturali, artistiche e storiche. Ma soprattutto un distretto è una opportunità per tutte le cittadine e i cittadini del territorio, per generare occasioni di lavoro, buon cibo e territorio di qualità…».


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LINK per saperne di più:

-Sito del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese:
https://www.distrettodelcibochieresecarmagnolese.it/

-Sito e pagina FaceBook Amici Abbazia di Casanova Carmagnola
https://www.voltoweb.it/amiciabbaziadicasanova/
https://www.facebook.com/groups/46576660698/

-Sito di Cascina Fiume di Enrico Tachis:
https://www.cascinafiume.it/